Assegno unico, ad aprile i soldi arrivano in anticipo? Vi spieghiamo per quale motivo.
Quando viene pagato l’Assegno unico di aprile? Una domanda lecita, specialmente questo mese in cui la giornata solitamente indicata dall’Inps per l’accredito dei soldi dell’Assegno unico cade nel pieno delle festività pasquali.
Da quest’anno l’Inps ha deciso di pagare l’Assegno unico il 20 del mese, salvo ovviamente i casi in cui ciò non è possibile in quanto coincide con un giorno non bancabile, ad esempio perché festivo o perché cade di domenica. Una combinazione che si realizza perfettamente ad aprile, quando il 20 coincide con la Pasqua.
La buona notizia è che questo evento dovrebbe di fatto portare ad anticipare il pagamento dell’Assegno unico, il quale dovrebbe arrivare qualche giorno prima rispetto ai mesi scorsi.
Quando arriva l’Assegno unico di aprile
Nelle scorse settimane l’Inps ha comunicato il cambio di date per il pagamento dell’Assegno unico nel 2025 rispetto al calendario del 2024. Lo scorso anno, infatti, per quello che possiamo definire come il più importante bonus per le famiglie venivano indicate tre date per l’arrivo dei soldi; dal 2025, con l’Inps che nel frattempo ha sottoscritto un accordo con Banca d’Italia aderendo al nuovo sistema di pagamenti Re.Tes. che garantisce una maggiore efficienza, invece, l’accredito avviene entro il giorno 20 del mese.
Questo lascia pensare che, vista l’impossibilità di pagare il 20 stesso, il pagamento ci sarà tra venerdì 18 e sabato 19 aprile.
Non sarà così però per quelle famiglie che hanno presentato domanda di Assegno unico solamente il mese scorso, per i quali il primo pagamento viene rinviato all’ultima settimana di aprile, tra il 28 e il 30 aprile. Lo stesso vale per coloro che nell’ultimo mese hanno subito una variazione tale da determinare un ricalcolo dell’importo.
Il rinnovo dell’Isee, fino a quando c’è tempo?
Un aspetto fondamentale da tenere presente riguarda il rinnovo dell’Isee che deve essere aggiornato ogni anno per permettere all’Inps di calcolare l’Assegno unico sulla base della reale condizione economica della famiglia, così da proporzionare l’importo.
Le famiglie che non hanno rinnovato l’Isee entro il 28 febbraio 2025 ricevono già dallo scorso mese l’Assegno Unico in forma ridotta, calcolato sull’importo minimo previsto dalla normativa, indipendentemente dal reddito reale. Questo perché, in mancanza di un Isee valido, l’Istituto applica automaticamente la fascia più alta, ovvero quella che corrisponde agli importi minimi.
Nello specifico, l’importo mensile riconosciuto in questi casi è:
- 57,50 euro per ciascun figlio minorenne;
- 28,70 euro per ciascun figlio maggiorenne.
Una decurtazione significativa, soprattutto per le famiglie con più figli, che rischiano di perdere anche centinaia di euro al mese.
La buona notizia è che non tutto è perduto: chi provvede a rinnovare l’Isee entro il 30 giugno 2025 mantiene il diritto al ricalcolo retroattivo degli importi. Ciò significa che, una volta acquisito l’Isee aggiornato, l’Inps provvederà a riconoscere e versare gli arretrati spettanti a partire da marzo, con un conguaglio automatico nei mesi successivi.
È quindi fondamentale agire per tempo e non rimandare ulteriormente il rinnovo dell’Isee, così da non perdere il diritto a ricevere l’importo pieno dell’Assegno unico e recuperare quanto eventualmente non percepito nei mesi precedenti.
Attenzione: per lo stesso motivo spetteranno anche gli arretrati a coloro che una volta che ci sarà il via libera dell’Inps aggiorneranno l’Isee per escludere i primi 50.000 euro investiti in titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio, sempre ovviamente che l’attestazione risulti essere più bassa e pertanto si abbia diritto a un Assegno unico più alto rispetto a quello pagato fino a oggi.
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