Assegno unico anche ai ricchi, ma i lavoratori dipendenti perdono soldi. Ecco perché

Emiliana Costa

19 Novembre 2021 - 17:00

L’assegno unico e universale per i figli andrà a tutti i nuclei familiari che ne faranno richiesta, senza limite di Isee. Ma chi ci guadagna e chi ci perde? Entriamo nel dettaglio.

Assegno unico anche ai ricchi, ma i lavoratori dipendenti perdono soldi. Ecco perché

Da gennaio scatta la «rivoluzione» assegno unico familiare. Assegno e detrazioni fiscali, infatti, non saranno più in busta paga (com’era stato finora), ma saranno erogati dall’Inps su richiesta e destinati a tutti. Non solo ai lavoratori dipendenti, ma anche agli autonomi e alle partite Iva, senza limite di Isee. Ed è proprio quest’ultimo punto che farebbe storcere il naso a più di qualcuno. In sostanza, se anche chi guadagna milioni di euro ne facesse richiesta, avrebbe diritto di ricevere l’assegno familiare per i propri figli.

Non è tutto. In base ad alcune proiezioni, con l’assegno unico ci sono alcune categorie di lavoratori che verrebbero penalizzate e che potrebbero vedere la loro busta paga decurtata. Ma entriamo nel dettaglio.

A chi spetta l’assegno unico familiare 2022 e come richiederlo

L’assegno unico familiare 2022 spetta ai lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. A partire da gennaio, possono farne richiesta all’Inps tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Non solo. Dai 18 anni di età, una cifra ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio. Perché questo sia possibile, si deve verificare almeno una di queste condizioni: il figlio deve essere iscritto all’università, essere un tirocinante, svolgere un corso professionale, svolgere servizio civile o svolgere un lavoro a basso reddito.

Le criticità dell’assegno unico familiare

Da gennaio si passerà, dunque, da un regime in cui gli assegni familiari (destinati solo ai lavoratori dipendenti) venivano erogati dal datore di lavoro direttamente in busta paga, a un sistema in cui i soldi verranno dati dall’Inps a tutti i nuclei familiari (senza limiti di reddito) con figli sotto i 21 anni. I potenziali nuclei beneficiari sono circa 9 milioni. Il calcolo dell’assegno sarà fatto in base all’Isee.

In un’intervista al Sole 24 Ore, la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti ha spiegato: «Daremo tutto il tempo necessario per presentare domanda, senza perdere gli arretrati. Accompagneremo la fase di transizione tra le vecchie misure e il nuovo assegno. È una misura storica che aumenta del 50% la spesa pubblica per la famiglia. Introduce uno strumento semplice che tiene conto dei carichi familiari e incentiva il lavoro femminile».

Chi ci guadagna e chi ci perde

Ma quali sono gli importi del nuovo assegno unico familiare? Gli assegni saranno modulati in base all’Isee. Il contributo pieno sarà di 175 euro a figlio, con una maggiorazione di 85 euro a partire dal terzo figlio e un forfait aggiuntivo di 100 euro con quattro o più minori. Si tratta di un assegno destinato a un nucleo con reddito Isee entro i 15mila euro. Gli importi poi scendono progressivamente, fino ai 50 euro a figlio destinati ai nuclei con Isee dai 40mila euro.

Con il decreto attuativo è confermato il superamento delle misure attualmente in vigore. Di conseguenza, i lavoratori dipendenti potrebbero vedere le loro buste paga alleggerite venendo meno tutte le misure di «welfare familiare» attive finora. Tra cui detrazioni fiscali per i figli a carico, assegni al nucleo familiare (Anf) e bonus bebè. Sostituiti in toto dal nuovo assegno unico 2022. In sostanza, un importante numero di nuclei familiari col cambiamento potrebbe «perderci».

Non è tutto. Per ricevere l’assegno familiare ci potrebbe volere più tempo rispetto al passato. L’Inps infatti potrebbe avere tempi più dilatati rispetto al singolo datore di lavoro. Il timore è che per erogare l’assegno a tutti i nuclei familiari che ne faranno richiesta i tempi si allungheranno di molto.

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