Assegno unico universale figli a carico: la legge di Bilancio introduce due maggiorazioni del 50%, da applicare sulla quota base percepita. A questa vanno aggiunte le conseguenze della rivalutazione.
La legge di Bilancio 2023 autorizza, esclusivamente per il prossimo anno, un aumento dell’assegno unico universale nella misura del 50%. Ad avere diritto a tale incremento, però, sono solamente alcune famiglie, in quanto l’intento del governo Meloni è di riconoscere un aumento per chi ha figli di età inferiore ai 3 anni. D’altronde, una delle critiche mosse all’assegno unico per figli a carico fu proprio questa, ossia non essere riusciti a compensare sufficientemente l’addio a misure come il premio nascita di 800 euro e il bonus bebè, il cui obiettivo era di sostenere le famiglie nei primi anni di vita del figlio così da incentivare le nascite.
Dopo un anno di rodaggio, quindi, il governo Meloni ha deciso di rimettere mano al sistema di calcolo dell’assegno unico introducendo due diverse maggiorazioni che si aggiungono a quelle già in vigore.
A tal proposito, nell’ultima bozza della legge di Bilancio 2023 vengono fornite indicazioni chiare su come verrà calcolato l’assegno unico figli a carico il prossimo anno, pur ricordando che per avere tutti gli strumenti per identificare il nuovo importo bisognerà attendere l’apposita circolare Inps con cui verrà ufficializzato il tasso di rivalutazione da applicare su questo strumento.
Ricordiamo, infatti, che anche l’assegno unico, al pari delle pensioni e di altri trattamenti assistenziali, è soggetto annualmente a rivalutazione degli importi, come pure delle fasce Isee. Ecco perché nel 2023 è atteso un aumento considerevole, alla luce del fatto che il tasso di rivalutazione accertato è pari al 7,3%.
Al netto di quanto aumenterà l’assegno unico grazie alla rivalutazione, ci sono appunto le due nuove maggiorazioni introdotte dalla legge di Bilancio 2023, le quali - in presenza di determinati requisiti - contribuiranno a incrementare di un ulteriore 50% la quota base spettante.
A ciò si aggiunge poi la conferma delle maggiorazioni introdotte dal governo Draghi limitatamente per il 2022 per le famiglie con figli disabili a carico. Si tratta, quindi, di aumenti che diventano strutturali, che quindi verranno riconosciuti anche per il 2023 e per gli anni a venire.
Vediamo, quindi, quali sono le novità per l’assegno unico figli a carico introdotte dalla legge di Bilancio 2023, così da vedere - al netto degli effetti della rivalutazione (che potete approfondire qui) - di quanto aumenterà l’importo e come effettuare il nuovo calcolo.
Maggiorazione per i nuovi nati
La prima maggiorazione interesserà tutte le famiglie: si tratta di un incremento del 50% dell’importo di assegno unico erogato nei primi 12 mesi di vita del figlio.
Oggi, infatti, l’assegno unico ha un importo massimo di 175 euro, al quale si aggiunge una maggiorazione fino a 85 euro per i figli successivi al secondo, senza alcuna maggiorazione collegata all’età del bambino. Tuttavia, il governo Meloni, consapevole che le spese che le famiglie devono affrontare nei primi anni di vita del figlio sono maggiori, ha deciso d’introdurre una maggiorazione ad hoc, incrementando l’assegno unico del 50%.
Nel dettaglio, tale maggiorazione si applicherà per ciascun figlio di età inferiore a un anno, e vale solamente sull’importo base del beneficio (al netto quindi di altre ulteriori maggiorazioni). L’incremento del 50%, inoltre, si applicherà sull’importo rivalutato in base alla variazione dell’indice dei prezzi registrata negli ultimi 12 mesi.
Di fatto, quindi, la quota massima di reddito di cittadinanza - oggi pari a 175 euro ma che il prossimo anno potrebbe salire, vista la rivalutazione del 7,3%, fino a 187 euro - godrà di una maggiorazione del 50% nei primi 12 mesi di vita del figlio. Ciò significa che, tenendo conto anche della rivalutazione, potrebbe salire fino a un massimo 280 euro, a cui aggiungere poi altre eventuali maggiorazioni.
Maggiorazione per le famiglie numerose
Una seconda maggiorazione riguarderà le famiglie numerose composte da tre o più figli, ma solo se con Isee inferiore a 40.000 euro. Nel dettaglio, per queste spetta una maggiorazione del 50% anche per i figli di età compresa tra 1 e 3 anni (non compiuti).
Anche in questo caso, comunque, la maggiorazione si applica sull’importo base, rivalutato, dell’assegno unico, al netto quindi di altre maggiorazioni.
Quindi, mettiamo il caso che una famiglia (con Isee inferiore a 15.000 euro) abbia tre figli, di cui l’ultimo ha appena 1 anno e mezzo. Ebbene, nel 2023 l’importo riconosciuto sarà appunto di 280 euro, al quale però va aggiunta la maggiorazione di 85 euro prevista per tutti i figli successivi al secondo. Si arriva, così a ben 365 euro al mese, con la maggiorazione del 50% che verrà riconosciuta fino al compimento dei 3 anni.
Maggiorazioni per figli disabili
Confermate, e rese strutturali, le maggiorazioni di assegno unico spettanti ai figli disabili. Anche nel 2023, quindi, nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente almeno un figlio disabile, si avrà diritto alle seguenti maggiorazioni:
- figli minori o maggiorenni con età inferiore ai 21 anni: maggiorazione che va da 85 a 105 euro a seconda della gravità della disabilità;
- maggiorazione fino a 120 euro mensili per coloro che hanno un Isee non superiore a 25.000 euro.
Nel caso dei figli disabili con più di 21 anni, invece, dovrebbero essere applicati gli stessi importi previsti per i minori, ma senza l’applicazione di maggiorazioni. L’importo, quindi, andrà da un minimo di 50 a un massimo di 175 euro, a seconda dell’Isee.
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