Assegno unico, è il momento giusto per chiedere più soldi: ecco come fare

Simone Micocci

9 Agosto 2022 - 11:22

Assegno unico per figli a carico: grazie all’Isee corrente se ne può aumentare l’importo. Ecco perché è il momento giusto per ricorrervi.

Assegno unico, è il momento giusto per chiedere più soldi: ecco come fare

Se non siete soddisfatti dell’importo dell’assegno unico percepito questo è il momento giusto per fare qualcosa per aumentarlo. Come spiegato nella nostra guida dedicata, ci sono diverse soluzioni per incrementare l’importo dell’assegno unico, e una delle soluzioni più efficienti è presentare un Isee corrente così da comunicare all’Inps un reddito più basso rispetto a quello indicato con l’Isee ordinario.

A tal proposito, dovete sapere che questo è il momento migliore per richiedere un Isee corrente, visto che oltre ai redditi è possibile aggiornare anche i patrimoni così da ridurre ulteriormente il valore dell’indicatore. E dal momento che nel calcolo dell’assegno unico l’Isee ha un ruolo determinante, è ovvio che una riduzione dell’indicatore avrà conseguenze positive sull’importo percepito.

Quando presentare l’Isee corrente

L’Isee corrente è uno strumento che differisce dall’Isee ordinario visto che tiene conto dei redditi e patrimoni riferiti all’ultimo anno (mentre quello ordinario prende in considerazione la situazione economica di due anni prima).

Per questo motivo, chi nell’ultimo anno ha subito un peggioramento della propria condizione economica può ricorrervi per abbassare l’Isee e ricevere più soldi grazie ai bonus erogati dall’Inps.

Ad esempio, riducendo l’Isee aumenta l’importo dell’assegno unico, come vedremo meglio di seguito.

Non sempre però è possibile richiedere l’Isee corrente. Secondo normativa, infatti, ciò è possibile solo quando sussiste almeno una delle seguenti situazioni:

  • variazione della situazione lavorativa ovvero un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo (dichiarato ai fini IRPEF) per uno o più componenti il nucleo familiare;
  • variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nell’ISEE calcolato ordinariamente.

È importante sapere, però, che l’Isee corrente si può presentare solo dopo aver richiesto l’Isee ordinario, in quanto l’Inps deve accertare il peggioramento della condizione reddituale e patrimoniale.

Ciò vale per la parte riferita ai redditi, per la quale non ci sono termini per la presentazione dell’Isee corrente. In tal caso, infatti, la richiesta può essere avanzata già dai primi giorni dell’anno, previa appunto la presentazione di un Isee ordinario.

Discorso differente per la parte riferita ai patrimoni, anche questi molto importanti ai fini del calcolo dell’Isee. Come previsto dalla normativa, l’aggiornamento dei dati patrimoniali può essere effettuato quando sussiste una riduzione superiore al 20% rispetto alla situazione patrimoniale individuata nell’Isee ordinario.

Ma c’è una scadenza ben precisa da considerare: per l’aggiornamento dei patrimoni con Isee corrente bisogna aspettare almeno fino al 1° aprile.

Se dunque nell’ultimo anno avete subito una notevole riduzione del vostro patrimonio, sia mobiliare (vedi le giacenze medie dei conti correnti) che immobiliare (ad esempio se hai venduto una casa), siete perfettamente nei tempi per aggiornare il valore Isee così da ridurlo e aumentare l’importo dei vari bonus erogati dallo Stato, assegno unico compreso.

Come l’Isee corrente aumenta l’importo dell’assegno unico

Come visto sopra, l’Isee corrente si può richiedere solamente in caso di peggioramento sostanziale sella situazione reddituale o patrimoniale. È ovvio, dunque, che l’indicatore che ne risulterà avrà un valore inferiore a quello indicato nell’Isee ordinario.

Una riduzione dell’Isee potrebbe avere vantaggi per l’importo dell’assegno unico: come da regola generale, infatti, il calcolo tiene conto del valore Isee, tant’è che il massimo dell’importo può essere riconosciuto solo a chi ha un indicatore che non supera i 15.000 euro.

Quindi, se avete un Isee ordinario già inferiore a tale soglia è inutile richiedere un Isee corrente visto che l’assegno unico non può aumentare ancora.

Discorso differente per chi supera questa soglia, in quanto l’importo ne può solo beneficiare. Pensiamo, ad esempio, a una famiglia con due figli di 5 e 7 anni e un Isee ordinario di 35.000 euro: questa ha diritto a un assegno unico d’importo base di 74,50 euro per figlio, quindi 149 euro totali.

Con la richiesta dell’Isee corrente l’indicatore si riduce a 22.000 euro: di conseguenza, anche l’assegno unico aumenta, passando a un importo base di 124,50 euro, 249 euro complessivi. Senza contare che anche eventuali maggiorazioni aumentano, come quella riconosciuta nel caso in cui entrambi i genitori abbiano un reddito (che passa da 5,90 a 17,90 euro per figlio).

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