Assenti per Covid, non sempre l’Inps paga la malattia: sindacati in protesta, ecco perché

Alessandro Nuzzo

6 Agosto 2022 - 12:15

Cgil, Cisl e Uil hanno segnalato diversi casi di mancato pagamento dell’indennità di malattia a chi è risultato positivo al covid. Ecco per quale motivo.

Assenti per Covid, non sempre l’Inps paga la malattia: sindacati in protesta, ecco perché

Se si risulta essere positivi al covid e per questo in isolamento domiciliare, è automatico l’impossibilità a recarsi sul posto di lavoro e il conseguente diritto a percepire l’indennità di malattia da parte dell’Inps. Ma a quanto pare non è sempre così.

Sono numerose le segnalazioni avanzate da diversi cittadini che si sono visti non erogare l’indennità di malattia a causa della positività al covid. Una circostanza criticata duramente da parte delle principali sigle sindacali italiane CGIL,CISL e UIL che hanno chiesto chiarezza all’Istituto di previdenza. Ecco cosa sta accadendo e soprattutto in base a quale criterio l’Inps sta decidendo di non erogare l’indennità di malattia.

Inps non eroga la malattia in caso di positività asintomatica

La vicenda riguarda diversi casi di lavoratori privati che si sono visti negare l’indennità di malattia perché positivi al covid ma in modo asintomatico. Tutto questo a quanto pare è iniziato a partire da gennaio di quest’anno. Da quel momento l’assenza dal lavoro per quarantena anche dei lavoratori risultati positivi al Covid-19 ma asintomatici non è più equiparata dall’Inps alla malattia ordinaria. Per questo non viene indennizzata.

L’Inps batte molto anche sulla causa indicata dal medico di famiglia sul certificato di malattia. Secondo l’istituto l’indicazione “Isolamento da Covid” non può essere più equiparata alla malattia ordinaria perché le disposizioni sulla quarantena contenute all’articolo 26, comma 1 del c.d. Cura Italia che indicano proprio l’equiparazione è scaduto lo scorso 31 dicembre.

Un paradosso considerato che la legge ancora oggi impone l’isolamento per motivi cautelari a chi ha effettuato un test molecolare o antigenico, con risultato positivo.

CGIL,CISL e UIL sono già scese in campo a difesa di questi lavoratori chiedendo a gran voce all’Inps delucidazioni e il ritorno al pagamento dell’indennità di malattia a tutti coloro che sono risultati positivi al covid a prescindere dai sintomi o meno.

Per far valere le proprie ragioni CGIL,CISL e UIL si sono collegate all’articolo 4 del Decreto legge 24 marzo 2022 n. 24 convertito in legge 19 maggio 2022 n. 52 e alla Circolare del Ministero della Salute n. 19680 del 30 marzo 2022. Questo impone ancora oggi l’isolamento ai soggetti contagiati dal covid-19 e risultati positivi ad un tampone antigenico.

Per i sindacati il mancato versamento dell’indennità è un fatto di assoluta gravità visto che per legge si è costretti a restare a casa con o senza sintomi a prescindere da quanto scritto dal medico sul certificato di malattia.

Per questo la malattia da covid va trattata ancora oggi come qualsiasi altra malattia. «Non possiamo assolutamente permettere che ai lavoratori e alle lavoratrici, sottoposti al regime di isolamento, perché affetti da Covid-19, venga decurtato il loro stipendio. Chiediamo all’INPS di fare chiarezza e di porre rimedio urgente a quanto sta avvenendo in merito al riconoscimento dei certificati di malattia Covid-19» - si legge nella nota pubblicata sul sito della CGIL.

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