Assolta Virginia Raggi: quali erano le accuse?

Marco Ciotola

19/12/2020

La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta anche in appello e ha parlato di “vittoria personale”. Ma quali erano precisamente le accuse?

Assolta Virginia Raggi: quali erano le accuse?

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha parlato di “vittoria personale” appena poche ore fa, all’uscita dal tribunale dopo essere stata assolta anche in appello.

Il suo tono sollevato non ha però risparmiato frecciate per i suoi detrattori e accusatori, invitati a riflettere e farlo a partire dal suo stesso partito, il Movimento 5 stelle:

“Questa è una vittoria mia e del mio staff, così come di tutte quelle persone che mi sono state vicino in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo che siano in tanti quelli che devono riflettere, anche e soprattutto all’interno del M5s”,

ha dichiarato la sindaca pochi minuti dopo la sentenza.

L’assoluzione in appello è di fatto una conferma della sentenza già emessa in primo grado, nell’ambito della cosiddetta inchiesta sulle nomine. Vediamo allora nel dettaglio di cosa si tratta e di cos’era accusata Virginia Raggi.

Assolta Virginia Raggi: quali erano le accuse?

Virginia Raggi è stata assolta in appello oggi, con una sentenza che ha confermato quanto già concluso in primo grado.

L’accusa mirava a presunte false dichiarazioni della sindaca nell’ambito della nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele Marra, all’epoca molto vicino alla Raggi nell’attività di lavoro quotidiana nella capitale.

La sindaca avrebbe dato consapevolmente false informazioni alla responsabile anticorruzione del comune di Roma, Maria Rosa Turchi. Il tutto per favorire l’inserimento di Renato Marra alla guida del Dipartimento turismo, con un notevole aumento di stipendio.

Questo sarebbe avvenuto - è la tesi dell’accusa - su spinta dello stesso Raffaele Marra, che avrebbe sfruttato la sua vicinanza con la Sindaca per agevolare la circostanza grazie a procedure di favore.

In particolare, si puntava a diverse conversazioni private da cui erano tratti stralci di dialoghi che potevano far pensare a un coinvolgimento diretto. Ma quanto già sentenziato al termine del primo grado, nell’autunno del 2018, è stato di fatto confermato in mattinata con l’assoluzione.

Uscendo dal tribunale, dopo pochi minuti dalla sentenza, la sindaca non ha risparmiato diverse frecciate ai suoi detrattori, parlando di “mia vittoria” e invitando a non salire sul carro dei vincitori ora:

“Ora è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenda per queste parole ma tanti altri, almeno oggi, abbiano la decenza di tacere”.

Già a inizio dicembre la sindaca aveva dato un segnale forte e per molti versi controverso - viste anche le linee guida del suo stesso partito - annunciando la sua intenzione di correre per un secondo mandato alle elezioni amministrative del 2021 anche se fosse arrivata per lei una condanna.

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