Attentato al Nord Stream, e se la colpa fosse tutta dell’Ucraina?

Alessandro Nuzzo

28 Settembre 2024 - 12:41

Nuove rivelazioni proverebbero la responsabilità dell’Ucraina negli attentati ai gasdotti Nord Stream di autunno 2022.

Attentato al Nord Stream, e se la colpa fosse tutta dell’Ucraina?

Ad autunno 2022, nei momenti più caldi della guerra tra Russia e Ucraina, improvvisamente i gasdotti Nord Stream 1 e 2 che portavano gas russo in Germania furono sabotati. Delle esplosioni misero fuori gioco le condutture causando una fuoriuscita di gas nel mare del Nord e costringendo la Russia a chiudere la fornitura.

Le esplosioni avvennero vicino all’isola danese di Bornholm nel Mar Baltico. Il Nord Stream 1 era in funzione e trasportava gas russo in Germania. Il Nord Stream 2 non era ancora in funzione ma sarebbe dovuto entrare a regime a breve. Fin da subito è sembrato chiaro che non si era trattato di un incidente. Ci furono chiare esplosioni con l’intento di sabotare il gasdotto e creare un danno economico alla Russia. È caccia però ai responsabili che ad ora non sono stati ancora trovati. Ad indagare la Procura Generale della Germania ma anche la Svezia ha aperto un fascicolo. Facile puntare il dito contro Stati Uniti e Ucraina, nemici della Russia e nazioni con interessi a creare danni a Vladimir Putin. Le due nazioni hanno sempre negato ogni responsabilità né coinvolgimento nella vicenda. Oggi però nuove rivelazioni fatte dal giornale tedesco Spiegel, proverebbero una responsabilità diretta dell’Ucraina dietro il sabotaggio del gasdotto Nord Stream.

L’Ucraina dietro il sabotaggio del gasdotto Nord Stream

Secondo Spiegel, due anni fa, l’operazione fu autorizzata dal comandante in capo all’Ucraina, Valery Zalushny. L’operazione sarebbe costata 300.000 dollari e sarebbe stata finanziata privatamente. Prima di procedere, Valery Zalushny avrebbe dato la propria autorizzazione. Tuttavia, il presidente Volodymyr Zelenskyj aveva inizialmente approvato il piano, ma avrebbe fatto marcia indietro dopo indicazioni della Cia. Nonostante il rifiuto del presidente, si sarebbe agito contro i suoi ordini.

Il presidente ucraino ha sempre smentito e negato il coinvolgimento del suo governo nelle azioni di sabotaggio. La squadra di sabotaggio era composta da diversi sommozzatori ucraini, forse 6 e tutti civili. A pianificare e guidare l’operazione, poi acconsentita dal comandante Zalushny, fu l’ex agente dei servizi segreti ucraini Roman Tschervinsky. Si starebbero cercando coloro che sono scesi in mare piazzando delle cariche esplosive sulla conduttura facendola esplodere in varie parti. Si tratterebbe di civili. Sarebbero arrivati sul posto con uno yacht a noleggio, uno di loro era una donna per creare una copertura e far sembrare i 6 dei semplici turisti.

A due anni da quell’episodio ancora non è chiara la dinamica né le responsabilità. L’indagine è condotta dalla Procura Federale della Germania. La presidenza ucraina continua a respingere le accuse definendole «assoluta assurdità». «È un’assoluta assurdità. Non c’era alcun senso pratico in tali azioni per l’Ucraina», ha detto all’Agencie France Presse il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak.

«Mi fa sempre ridere quando leggo le speculazioni dei media su qualche grande operazione che coinvolge servizi segreti, sottomarini, droni e satelliti», ha detto un ufficiale coinvolto nel complotto.

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