Attenti a Wall Street: rendimenti Treasury a 10 anni a un passo dalla soglia pericolo di Goldman Sachs

Laura Naka Antonelli

29/10/2024

Nuovo scatto per i rendimenti dei Treasury, che si sono avvicinati alla soglia che secondo Goldman Sachs farebbe scattare l’avversione al rischio.

Attenti a Wall Street: rendimenti Treasury a 10 anni a un passo dalla soglia pericolo di Goldman Sachs

Nuovi sell sui Treasury e, di conseguenza, nuovo rialzo dei rendimenti Usa, che si sono avvicinati nella sessione di ieri a quella che gli analisti di Goldman Sachs hanno individuato come soglia di pericolo per Wall Street.

I rendimenti dei titoli di stato Usa a 10 anni sono balzati ieri di 5,6 punti base, fino al 4,286%, al record dallo scorso 10 luglio scorso, e un soffio dal 4,3%, livello che secondo la divisione di ricerca di Goldman Sachs potrebbe scatenare l’avversione al rischio da parte degli investitori, penalizzando di conseguenza l’azionario Usa.

Scatto al rialzo, nella seduta di ieri, anche per i rendimenti dei Treasury a 30 anni, che sono saliti fino al 4,524%, anch’essi ai valori dagli inizi di luglio, così come hanno toccato il massimo degli ultimi tre mesi i rendimenti a 5 anni, balzati di 5,3 punti al 4,105%.

L’ennesimo sell che ha colpito i titoli di stato Usa si spiega con l’esito deludente delle aste di Treasury, con cui sono stati piazzati bond a 2 e a 5 anni, e con l’attesa di nuovi collocamenti che avverranno nei prossimi giorni, in un momento in cui gli investitori guardano con preoccupazione crescente alla traiettoria rialzista del deficit degli Stati Uniti.

C’è chi cita anche i “bond vigilantes”, riferendosi agli investitori soliti smobilizzare titoli di stato per protestare contro le spese federali sempre più fuori controllo, come Greg Faranello, responsabile della divisione di strategia sui tassi Usa di AmeriVet Securities che, contattato da Reuters, ha sottolineato che “i bond vigilantes si sono ripresentati di nuovo, così come hanno fatto nell’ottobre del 2023”.

Di fatto, gli investitori preferiscono non posizionarsi sul mercato dei Treasury, sia per l’outlook incerto sui prossimi tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, che per il timore che il Tesoro Usa sia costretto a lanciare grandi emissioni di titoli di stato, per rifinanziare il debito.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg Television l’economista Edward Yardeni ha confermato la cautela degli investitori verso i Treasury con le imminenti elezioni presidenziali Usa del prossimo 5 novembre, dal momento che né il candidato repubblicano Donald Trump né la candidata democratica Kamala Harris hanno presentato proposte credibili per affrontare la spina del deficit degli Stati Uniti.

Gli ultimi dati sul bilancio federale degli Stati Uniti hanno acuito i timori sul trend del deficit che, nell’anno fiscale 2024, ha segnato un nuovo rialzo.

Dai numeri annunciati dal dipartimento del Tesoro, è emerso infatti che il deficit complessivo è ammontato nel periodo a $1,833 trilioni, valore in crescita di $138 miliardi su base annua, pari a uno scatto su base percentuale di oltre l’8%.

Il risultato è che il rapporto deficit-PIL degli Stati Uniti è salito ulteriormente, dal 6,2% dell’anno fiscale 2023 al 6,4%.

Nella sessione di ieri, l’ennesimo balzo dei rendimenti dei Treasury non ha pesato su Wall Street, che ha chiuso in territorio positivo.

Lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,27% a 5.823,52 punti, il Dow Jones Industrial Average è salito di 273,17 punti, 0,65%, a 42.387,57 e il Nasdaq ha messo a segno un rialzo dello 0,26%, a quota 18.56,19.

Ma l’alert di Goldman Sachs è chiaro: superata la soglia del 4,3%, il trend dei Treasury Usa potrebbe far scattare l’avversione al rischio: non sarebbe la prima volta, visto che a frenare diverse volte il rally dell’azionario Usa sono stati proprio gli scatti al rialzo dei rendimenti dei titoli di stato americani.

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