La violenta carica di sell delle ultime sedute successiva all’annuncio di maxi dazi di Trump ha mandato al tappeto tutti gli asset. E questi ormai non sono più sicuri.
La fase di panico scattata sui mercati finanziari di tutto il mondo si è tradotta in una fuga da diversi asset: nelle ultime sessioni, è crollato praticamente tutto, in primis le azioni, come hanno ben confermato i trend di Wall Street, di Piazza Affari e dell’azionario globale.
A picco non solo andate tuttavia soltanto le azioni. Gli smobilizzi sono stati generalizzati, innescando una grande fuga perfino dagli asset considerati sicuri, i cosiddetti safe asset, o anche beni rifugio. Tutta colpa dei dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, annunciati nel giorno da lui stesso definito “Liberation Day”, mercoledì scorso, 2 aprile 2025. Un giorno che rimarrà sicuramente nella storia dell’economia, della finanza e delle relazioni commerciali tra gli USA e il resto del mondo.
Quei dazi avranno effetti sull’economia, sull’inflazione e sulla direzione dei tassi di interesse delle economie globali, al momento tuttora difficili da calcolare. Sta di fatto che la loro imposizione, oltre a innescare una carica di sell record sulle piazze finanziarie globali, sta scardinando diversi paradigmi, portando gli investitori del pianeta a chiedersi se e come modificare i portafogli di investimento. A essere messa in dubbio è soprattutto la sicurezza di alcuni asset, che con Trump non vengono considerati più ancore di salvataggio come un tempo. Tutt’altro. E non si tratta di azioni. Fortunatamente, le alternative a questi asset sono state già individuate. [...]
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