Attenzione alle banconote false in circolazione, arriva l’allarme dai commercianti. È vero che i truffatori le comprano su Temu?
La contraffazione e il riciclaggio di denaro costituiscono un problema importante pressoché in tutto il mondo, che si estende su più livelli. Si va dall’origine del denaro, spesso correlato a grandi azioni criminali, fino al singolo negoziante che lo riceve e subisce così una perdita che fatica a risanare. Proprio per questo motivo ci sono regole molto stringenti sulla produzione, sulla vendita e sulla conservazione di contanti finti. Sostanzialmente, deve trattarsi di un falso palese, come avviene per esempio nei giocattoli per bambini.
Molto difficilmente viene recuperato denaro contraffatto attraverso i canali di vendita tradizionali, siano essi negozi fisici o e-commerce. Con la crescita esponenziale dei canali di vendita e l’aggiornamento continuo degli articoli in catalogo, tuttavia, qualcosa può sfuggire ai controlli. Nelle ultime ore stanno circolando delle notizie alquanto preoccupanti, relative proprio alla circolazione di banconote false.
Secondo quanto riportato dai negozianti che hanno lanciato l’allarme pare che i truffatori le acquistino su Temu, noto e-commerce low cost. Abbiamo quindi approfondito la vicenda, per capire se davvero è così facile reperire denaro falso. Ecco cosa c’è da sapere.
I truffatori comprano le banconote false su Temu?
In gran parte del mondo la circolazione di banconote false sta subendo un picco preoccupante in questo periodo. I venditori stanno così cercando di mettere in guardia i colleghi di tutto il mondo, spesso scottati in prima persona. Alcuni commercianti olandesi, in particolare, stanno raccontando ai media di aver subito una truffa a causa delle banconote false vendute su Temu.
Facendo qualche ricerca tra gli innumerevoli prodotti dell’e-commerce cinese non è affatto difficile trovare riproduzioni di varie valute, compreso appunto l’euro. Chiavi di ricerca come “prop copy euro” o “prop money euro”, che si riferiscono ai soldi finti a scopo cinematografico, generano un volume impressionante di risultati. Tra questi, non mancano anche banconote piuttosto realistiche - quanto meno dalle fotografie - in vari tagli.
Naturalmente nessuno di questi prodotti viene venduto con fini, né tanto meno modalità per quel che si evince, illeciti. Le banconote vengono appunto catalogate come oggetti di scena, adatti magari per fare degli scherzi o far divertire i bambini. Non è tutto, per la maggior parte dei prodotti il falso è evidentemente grossolano, tanto che è difficile pensare possa trarre in errore qualcuno. Sicuramente, chi lo compra sa benissimo che non si tratta di denaro vero, aspetto banale ma determinante.
Oltre alle apposite scritte sulla banconota, come “facsimile”, si parla di colori alterati e dimensioni decisamente differenti da quelle del contante vero. Senza contare che comunque il materiale è diverso e mancano gli elementi anticontraffazione propri di ogni banconota, secondo la legge che la regola. Ciò non toglie che ci sono prodotti davvero ben fatti e non è difficile pensare che qualche malintenzionato possa avvalersene per un profitto.
Non c’è inoltre motivo per dubitare dell’autenticità del racconto dei commercianti olandesi, tenendo però presente alcuni aspetti non secondari della questione:
- oggetti simili sono venduti nella maggior parte degli e-commerce, compresi Amazon, Etsy e AliExpress per esempio;
- non sembrano esserci ragioni per individuare responsabilità in capo ai siti e alle applicazioni in questione;
- eventuali irregolarità dal punto di vista di una possibile contraffazione sarebbero più spesso addebitabili ai produttori e ai venditori terzi che operano attraverso le piattaforme, anche se si ribadisce che non sembra essere questo il caso.
Il problema principale resta chi acquista questo genere di prodotti e decide di usarli per scopi illeciti, appunto spacciandoli per banconote vere a danno di altri soggetti. Come ricordato spesso dalla Corte di Cassazione, la grossolanità del falso non rileva quando il soggetto riesce a convincere l’altra parte. Approfittando di situazioni e contesti particolari anche un falso palese può far scattare il reato e in ogni caso creare grossi problemi a chi lo riceve senza accorgersene nell’immediato.
Per chiarire il concetto, si menziona la sentenza n. 8943/2020 della Cassazione, che ha confermato la condanna a un uomo che ha utilizzato addirittura delle fotocopie delle banconote (non realizzabili nemmeno con le stampanti moderne) tagliate in modo impreciso. Non ci sono dubbi quindi sulla possibile configurazione di un reato, ma ciò che appare più importante è la tutela contro le banconote false in circolazione, soprattutto visto che possono essere acquistate in grandi quantità e molto facilmente.
Trattandosi appunto di falsi del tutto leciti, per così dire, è però anche facile scoprire l’inganno. Nella maggior parte dei casi dare uno sguardo in più e toccare la banconota con mano è più che sufficiente per rendersi conto che si tratta di una riproduzione. Al di là di tutti gli elementi appositamente inseriti per impedire la contraffazione, si ricorda che è possibile acquistare un rilevatore di banconote false, anche portatile, per fugare ogni dubbio. In tal proposito, è bene verificare che il dispositivo sia autorizzato.
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