Attenzione a cosa compri nel supermercato: “L’80% dei cibi è così ma la gente non se ne rende conto”

Maria Paola Pizzonia

24/05/2024

Vai al supermercato preparato: la maggior parte dei cibi che compri probabilmente è ultraprocessata. Sai cosa significa?

Attenzione a cosa compri nel supermercato: “L’80% dei cibi è così ma la gente non se ne rende conto”

Di solito costano di meno, ma se vai a vedere la lista degli ingredienti sono decisamente più di quanti ti aspetti e tra questi molti sono additivi. I cibi ultraprocessati non aiutano la nostra salute ed è importante imparare a riconoscerli quando si fa la spesa.

Cosa sono i cibi ultraprocessati: il marcatore di ultra-trasformazione

I cibi ultraprocessati sono alimenti che subiscono numerose trasformazioni industriali prima di arrivare al consumatore, con sostanze non naturali. Esse modificano la conservazione, il sapore e l’aroma dei cibi. Sono diffusissimi nei nostri scaffali, a tal punto che la maggior parte di ciò che vediamo nei supermercati probabilmente fa parte di questo gruppo di alimenti.

La classificazione NOVA è un sistema che ordina gli alimenti per intensità di trasformazione cui sono sottoposti. Nasce da un gruppo di studio in Brasile ed è un sistema particolarmente utile per distinguere e conoscere la qualità dei cibi. La caratteristica che secondo la classificazione NOVA li accomuna tutti è proprio una massiccia dose di additivi (ovvero anche aromi, stabilizzanti ed edulcoranti).

Sylvie Davidou, direttrice del comitato scientifico di Siga, conosce molto bene l’argomento. Nei suoi studi approccia al tema con un approccio differente, ma il risultato è lo stesso. I cibi ultraprocessati sono quelli che contengono almeno un ingrediente che non esiste in natura né tantomeno nelle nostre dispense, chiamato marcatore di ultratrasformazione (MUT).

Esiste un metodo veloce e intuitivo per riconoscerli. Basti pensare che questi alimenti spesso hanno liste di ingredienti lunghe, proprio per quanto detto finora: perciò potresti leggere componenti dai nomi difficili o sconosciuti.

Le conseguenze sulla salute

Dalle numerose ricerche è emerso che gli additivi (di cui ricordiamo fanno parte anche conservanti, coloranti ed esaltatori di sapidità) non andrebbero consumati in grandi quantità. Ma non solo: questi alimenti sono spesso ricchi di zuccheri, grassi e sale. Parliamo di nutrienti fondamentali per il nostro organismo, ma di certo non se consumati in eccessiva quantità e in seguito a eccessivi processi di trasformazione.

Un’alimentazione poco sana contribuisce all’aumento di peso, all’obesità e a vari problemi di salute metabolica. I cibi ultraprocessati sono generalmente poveri di nutrienti essenziali e fibre, e quindi paradossalmente insufficienti a soddisfare il fabbisogno nutrizionale giornaliero. In poche parole: sono un cibo che ingrassa ma non nutre.

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal, condotto da ricercatori di diverse università del mondo, tra cui la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e l’Università della Sorbona, ha lavorato a lungo sull’argomento. Lo studio ha identificato 32 effetti dannosi associati al consumo di cibi ultra-processati. Inoltre ha riscontrato collegamenti diretti tra il consumo di questi alimenti e vari parametri di salute, tra cui mortalità, cancro, problemi di salute mentale, respiratoria, cardiovascolare e metabolica.

Le patologie correlate ai cibi ultraprocessati

Scendendo più nel particolare, l’analisi di 45 studi aggregati con i dati di quasi 10 milioni di persone ha rivelato che un’alimentazione ricca di cibi ultra-processati aumenta:

  • del 50% il rischio di morire per problemi cardiovascolari
  • del 48-53% il rischio di sviluppare ansia e altri disturbi mentali
  • il rischio di diabete di tipo 2 di più del 12%

Questi risultati sono particolarmente rilevanti nei paesi ad alto reddito, dove fino al 58% dell’apporto calorico giornaliero proviene da cibi ultra-processati. In Italia, questa percentuale varia tra il 10% e il 25%, mentre in paesi come l’Australia e gli Stati Uniti è molto più alta. Diventa quindi importante limitare il loro uso e scegliere alimenti con un minimo grado di trasformazione.

Come riconoscerli

Ricapitolando. per riconoscere i cibi ultraprocessati, bisogna prestare attenzione a sei aspetti:

  1. Se l’elenco degli ingredienti è lungo (più di 5), c’è una probabilità del 75% che il cibo faccia parte della categoria.
  2. Se il numero di additivi e MUT è alto abbiamo un altro segnale di allarme: sono spesso indicati con la lettera E.
  3. Se percepite che gli ingredienti abbiano “nomi difficili” o sconosciuti potrebbe essere un altro indizio.
  4. Attenzione ai cibi ingannevoli. Alcuni alimenti con icone e simboli “green”: anche le etichette che indicano «a basso contenuto di zucchero» o «ricco di fibre» possono nascondere sostituti come maltodestrine o dolcificanti che non fanno bene alla salute.
  5. Le confezioni molto colorate o rivolte ai bambini, specialmente per i prodotti dolci, sono un possibile indizio. Ma in questo caso è da applicare in linea di massima, perché è sempre consigliato andare a controllare gli ingredienti e non fermarsi al packaging.
  6. Purtroppo per le nostre tasche, un prezzo basso può indicare l’uso di ingredienti artificiali e additivi per mantenere i costi ridotti

Anche se i cibi ultraprocessati sono così tanto diffusi e spesso convenienti, il loro impatto sulla salute è significativamente negativo. La loro composizione li rende una scelta alimentare dannosa, associata a un aumento del rischio di varie malattie già citate. Quindi, anche se sono buoni o economici, ricordiamoci che consumarli in eccesso può compromettere la nostra salute a lungo termine. Ecco perché è importante limitarne il consumo e preferire alimenti più nutrienti e naturali per promuovere il benessere generale.

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