Attenzione, l’inflazione è sottovalutata. Parola del falco Bce

Violetta Silvestri

29 Giugno 2024 - 15:17

Dal falco Bce Holzmann è arrivato un segnale di allarme: l’inflazione è sottovalutata, per quale motivo? L’avvertimento su tagli dei tassi troppo precipitosi è chiaro.

Attenzione, l’inflazione è sottovalutata. Parola del falco Bce

La Bce ha tagliato i tassi, ma la prudenza sull’inflazione domina il sentiment a Francoforte.

A rendere ancora più incerta la traiettoria dei prezzi nei prossimi mesi - nonostante l’evidente raffreddamento con un +2,7% a maggio in Ue - è una specifica caratteristica dell’inflazione che la stessa Eurotower starebbe attualmente sottovalutando.

A confessarlo è stato l’ultimo falco della banca centrale, Robert Holzmann, membro del Consiglio direttivo e l’unico ad aver votato contro la diminuzione del costo del denaro nella riunione Bce di giugno.

Il banchiere centrale dell’Austria ha giustificato questa sua posizione affermando che se la strategia politica scelta è quella di essere dipendente dai dati, allora bisognava aderire ai segnali provenienti dai dati economici in arrivo. Non a caso, nella conferenza stampa subito dopo la decisione del taglio dei tassi, Lagarde ha preferito mantenere un tono prudente sulle prossime mosse. Servizi, salari e shock geopolitici ancora possono surriscaldare i prezzi.

Perché c’è ancora un rischio inflazione (che la Bce sottovaluta)

“Credo fermamente che si stia sottovalutando quanto sia rigida l’inflazione: questo il monito di Holzmann a tutto il Consiglio direttivo Bce. Il riferimento è, in parole semplici, alla mancanza di elasticità - e quindi di adattabilità - dei prezzi alle dinamiche di politica monetaria.

“Abbiamo due possibilità principali per il movimento e gli errori: ci muoviamo troppo presto o ci muoviamo troppo tardi”, ha detto Holzmann a un giornale cileno durante una conferenza nel Paese latino-americano. “E la domanda è quali rischi sono coinvolti, e la mia sensazione è che muoversi troppo presto crei rischi maggiori che muoversi troppo tardi”.

Abbassare i tassi di interesse troppo lentamente può creare un tasso di crescita temporaneo leggermente più basso, ma se “ci si muove troppo presto e poi si crea nuova inflazione, allora probabilmente si dovrà aumentare di nuovo il tasso”, ha spiegato.

Questo è un pericolo che l’Eurozona sta rischiando. Il rebus della politica monetaria continua a farsi complicato. Con un altro avvertimento sul divario tra Bce e Fed:

“se assumiamo che potremmo avere altre tre mosse prima che la Fed si muova, ciò crea una distanza molto maggiore tra noi e gli Stati Uniti, ed è quindi molto probabile che abbia effetti sul tasso di cambio e, di conseguenza, sul tasso di inflazione”, ha allertato Holzmann.

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