L’Australia contro Samsung: bugie sulla resistenza all’acqua degli smartphone

Marco Ciotola

17/07/2019

L’Autorità dei consumatori australiana denuncia Samsung per spot ingannevoli sui telefoni: “Bugie sulla resistenza all’acqua degli smartphone”

L’Australia contro Samsung: bugie sulla resistenza all’acqua degli smartphone

L’Australia contro Samsung. L’insolita telenovela, di scena da meno di 24 ore, vede l’Autorità a tutela dei consumatori di Sidney fare causa al colosso della telefonia.

Il motivo? Mente riguardo alla resistenza all’acqua dei suoi smartphone. È per questo che la Commissione per la concorrenza e i consumatori (Accc) si è scagliata in primis contro le rappresentazioni pubblicitarie diffuse dalla compagnia sudcoreana, etichettate come «false e ingannevoli».

Qui infatti - spiegano dall’ente australiano - si presentano sempre smartphone che tollerano ogni tipo di impatto e confronto con l’acqua, tutti indicabili con la dicitura ipergenerica ’waterproof’.

Gli apparecchi sarebbero addirittura compatibili con acqua contenente cloro e acqua salata; nelle reclame infatti vengono mostrati telefoni utilizzati in piscina e a mare, mentre si fa surf.

L’Australia contro Samsung: bugie sulla resistenza all’acqua

L’Autorità australiana che tutela i consumatori punta l’indice contro 300 spot, trasmessi a partire dal febbraio del 2015 e tutti contenenti cenni a capacità di resistenza che la compagnia sudcoreana non avrebbe mai davvero testato ufficialmente.

La circostanza, che parte dal lancio del Galaxy S7, mette Samsung di fronte al rischio di una multa milionaria.

Secondo l’Associazione infatti​ l’azienda non avrebbe mai provato la tolleranza degli apparecchi ad un’acqua diversa da quella dolce. In più, la garanzia non ha nessuna validità in caso di danni provocati da sostanze liquide, e anche questo costituirebbe un’indicazione ingannevole per gli utenti.

Di fatto è la stessa Samsung che dal suo sito dichiara che gli smartphone non garantiscono resistenza a tutti i tipi di acqua.

Del Galaxy S10 - si legge sul sito della compagnia - “ne è sconsigliato l’utilizzo a mare o in piscina”.

L’Ente ha posto l’accento sul fatto che un eventuale utilizzo dei telefoni condizionato dalle alterate comunicazioni pubblicitarie potrebbe mettere a repentaglio l’integrità degli smartphone, penalizzando così i consumatori.

L’azione legale parte da una lunga serie di segnalazioni arrivate da utenti australiani, che hanno riportato danni ai telefoni dopo il contatto con l’acqua.

La politica di Samsung a riguardo? Nessun risarcimento: ogni problematica derivante da impatto con l’acqua si è sempre scontrata col muro della compagnia.

Ora però - di fronte a un’azione legale che può avere conseguenze milionarie - la replica della società non potrà certo più essere il silenzio.

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