Dal primo gennaio del 2023 potrebbero aumentare le tariffe per i pedaggi autostradali: quali sono le richieste delle società e di quanto potrebbero salire i costi per gli automobilisti?
Pedaggi autostradali in aumento nel 2023. Con la fine dell’anno è atteso il decreto ministeriale che fisserà gli incrementi su tutta la rete autostradale italiana a partire dal primo gennaio del 2023. In realtà l’aumento dei pedaggi non è certo, il governo potrebbe anche decidere di evitare i rincari, come avvenuto lo scorso anno.
Nel 2022, infatti, non ci furono aumenti su ben il 98% della rete - più di 6mila chilometri - con qualche piccola eccezione come sulla tratta A21 Piacenza-Brescia. Negli anni passati l’incremento dei pedaggi è sempre stato praticamente automatico, ma dopo il crollo del Ponte Morandi, nell’agosto del 2018, le tariffe sono state congelate per quattro anni.
Per il momento, come spiega Il Sole 24 Ore, le società concessionarie non si sbilanciano e aspettano che siano i ministeri - delle Infrastrutture e dell’Economia - ad autorizzare le richieste di aumento che verranno presentate dalle aziende. A decidere, dunque, saranno i ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, con la decisione finale che passerà anche sul tavolo della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
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Autostrade, quanto aumenteranno i pedaggi?
Tra le richieste di aumento ci sono quelle di Autostrade per l’Italia (Aspi), ovvero il gestore di circa il 50% della rete soggetta a pedaggio. Il suo amministratore delegato, Roberto Tomasi, aveva chiesto al governo di autorizzare un aumento dell’1,5% sull’intera rete.
Per Aspi si prevede una spesa da 21,5 miliardi per ammodernare la rete, di cui una gran parte nei prossimi dieci anni: si tratta di 7 miliardi per la manutenzione e 14,5 miliardi per la realizzazione di nuove opere, tra cui rientrano anche la gronda di Genova, il passante di Bologna e la costruzione di nuove corsie (terza e quarta in alcuni casi).
Altra richiesta è quella del gruppo Gavio, il secondo gestore nazionale per rete interessata. Anche in questo caso la richiesta ha riguardato tutte le autostrade in concessione, con l’obiettivo di aumentare le tariffe sia per i contratti già esistenti che per quelli che devono essere adeguati.
In questo caso gli investimenti nel 2022 sono stati pari a 360 milioni nel primo semestre dell’anno, con la realizzazione di nuove opere. A fine anno la spesa totale dovrebbe raggiungere i 700 milioni di euro. Per quanto riguarda la richiesta di aumenti, però, Gavio non indica a quanto potrebbe ammontare, anche perché le richieste saranno diverse in base alle tratte. Tra le altre richieste c’è quella della Teem (Tangenziale est esterna di Milano) che punta a un +3,5%.
Cosa farà il governo sui pedaggi autostradali
Il governo valuterà le richieste analizzando anche i Pef delle singole società, ovvero i piano economico-finanziari che si basano soprattutto sul piano di investimenti previsto. Secondo quanto riporta ancora il Sole 24 Ore, le richieste delle concessionarie italiane sarebbero più basse rispetto a quelle concesse in altri Paesi in cui vigono sistemi simili: +4,7% in Francia, +4% in Spagna. Una decisione dell’esecutivo sul tema delle tariffe autostradali, comunque, è attesa entro la fine dell’anno.
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