Classifica lavori più prestigiosi del 2017: per gli italiani la professione migliore è il medico. In calo il prestigio degli avvocati, così come il loro reddito.
Qual è il lavoro più prestigioso per gli italiani?
Il rapporto annuale sull’avvocatura realizzato da Censis per la Cassa Forense ci dice che anche se la professione legale continua ad essere vista come “prestigiosa” dagli italiani, nell’ultimo anno c’è stato un calo considerevole.
Tant’è che nella classifica dei lavori più prestigiosi gli avvocati sono stati superati dagli ingegneri e dai consulenti del lavoro. Tra l’altro nei giorni scorsi vi abbiamo parlato di quanto un avvocato oggi guadagni molto meno rispetto al periodo pre-crisi e questo inevitabilmente ha influito sulla notorietà e il prestigio di questa professione.
Nel 2016, ad esempio, quasi la metà dei professionisti ha visto il proprio reddito ridursi notevolmente. Le cause sono diverse: dall’alto numero di iscritti all’ordine, specialmente nel Sud Italia, che porta ad un aumento della concorrenza, fino alle difficoltà economiche dei cittadini.
Quindi, anche se continua ad essere vista come una professione prestigiosa, non si può negare che gli avvocati negli ultimi anni abbiano dovuto fare i conti con diverse difficoltà. Le conseguenze sono molteplici, dalla perdita di prestigio a quella del reddito; ecco perché il rapporto Censis realizzato per la Cassa Forense dovrebbe essere un fattore di riflessione per la stessa Cassa la quale dovrà fare qualcosa per procedere al più presto con un cambio di rotta.
Di seguito trovate la classifica dei lavori più prestigiosi per gli italiani secondo le rivelazioni Censis e tutte le cause che hanno portato alla perdita di prestigio per gli avvocati.
Lavori più prestigiosi del 2017: la classifica Censis
Nel 2017 il medico si conferma come la professione più prestigiosa per gli italiani. Quasi il 60% degli intervistati (il 59,9%) ritiene il lavoro del medico come il più prestigioso tra tutte le altre professioni, seguito dagli ingegneri.
Per quest’ultimi si tratta di un ottimo risultato, perché considerati come un lavoro prestigioso dal 34,7% dei votanti. Buono anche il terzo posto dei consulenti del lavoro (21,4%) mentre gli avvocati si piazzano a metà classifica con il 16%. Un dato che come abbiamo anticipato è piuttosto preoccupante perché in calo del 20% rispetto all’ultima rilevazione.
Se continueranno con questo trend presto gli avvocati saranno scavalcati dai giornalisti, professione prestigiosa per il 15,8% degli italiani che hanno partecipato all’indagine. Completano la classifica i commercialisti (11,2%), gli architetti (8,4%) e i notai (2,9%).
L’avvocato è ancora una professione prestigiosa, ecco perché
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, gli avvocati continuano ad essere visti come una professione prestigiosa. Questo perché per molti italiani questa professione ricopre un ruolo attivo nella diffusione della legalità (24,7%) e nel miglioramento della macchina pubblica (22,1%).
Per il 20,3% degli intervistati, invece, i professionisti legali contribuiscono in maniera importante alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro così come alla tutela dei più deboli (20,1%). E in un Paese divenuto famoso per la lentezza della macchina legislativa gli avvocati hanno un ruolo fondamentale: per il 42,3% degli intervistati, infatti, questi possono contribuire a risolvere il problema dell’eccessiva durata dei processi.
Ma in tema di giustizia gli avvocati non sono la professione più importante, almeno secondo quanto rilevato nel rapporto Censis. Qui infatti il ruolo più importante spetta alle Forze dell’Ordine (40,7%), seguite dai giudici (35,3%) e della magistratura (35,3%). Gli avvocati invece si fermano al 12,1%.
Scende il guadagno degli avvocati
Oltre al prestigio anche il reddito degli avvocati nell’ultimo anno è calato sensibilmente; nel 2016 infatti il 45% dei professionisti ha dovuto fare i conti con un ridimensionamento del reddito.
Il 34,1% degli intervistati invece ha dichiarato di riuscire quantomeno a “sopravvivere” con lo stipendio percepito ad ogni fine anno, mentre per il 33% la situazione è “critica”.
La colpa di questo calo dello stipendio di un avvocato è da attribuire specialmente alla crisi: viste le numerose difficoltà economiche, infatti, gli italiani (precisamente il 31%) hanno rinunciato ad intraprendere un’azione legale per la tutela dei propri diritti.
La crisi economica quindi non ha influito solamente sulla propensione degli italiani a curarsi, ma anche su quella di far valere i propri diritti grazie al supporto di un avvocato. E in tal caso a pagare non sono solo i professionisti legali che devono fare i conti con un calo di stipendio ma gli stessi italiani i quali sono costretti a sottostare ad un sopruso per la paura dei costi necessari per avviare un’azione legale.
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