Il missile è stato usato per la prima volta lo scorso 21 novembre in Ucraina e sarebbe prodotto con macchine occidentali.
Lo scorso 21 novembre la Russia ha usato per la prima volta nel corso del conflitto in Ucraina una nuova tipologia di missile, denominato Oreshnik. L’attacco è avvenuto sulla città di Dnipro e il missile è partito dalla base ubicata nella regione di Astrakhan, lontana da Dnipro oltre mille chilometri. Per arrivare all’obiettivo ci ha impiegato 15 minuti. Si tratta di un missile ipersonico a lungo raggio capace di viaggiare ad una velocità di 3,6 chilometri al secondo e per questo riesce a perforare le difese anti-aeree. Si tratta quindi di un missile che non può essere intercettato dai nemici e non corre il rischio di essere distrutto dagli attuali sistemi antimissile.
È in grado di trasportare fino a 6 testate nucleare o convenzionali e renderebbe per questo le bombe atomiche inutili. Se dotate di testate nucleari indipendenti, ciascuna con una capacità di 0,3 megatoni (300 chilotoni), queste armi sarebbero circa 18 volte più potenti della bomba sganciata su Hiroshima, che aveva una forza distruttiva di 16 chilotoni. Con una gittata di 6.000 chilometri, potrebbero colpire paesi europei in pochi minuti, rappresentando una minaccia immediata e di vasta portata.
Secondo il Financial Times, il paradosso è che per costruire i missili Oreshnik, la Russia utilizza macchinari occidentali. I servizi segreti ucraini indicano che l’Oreshnik è creato dalla Sozvezdie, il principale produttore russo di attrezzature militari, in collaborazione con l’Istituto di Tecnologia Termica di Mosca (MITT), un centro leader nello sviluppo di missili balistici.
Macchinari occidentali per costruire il missile Oreshnik
Il Financial Times andando a spulciare le offerte di lavoro attive ha scoperto che l’istituto è alla ricerca di tecnici in grado di lavorare con macchine occidentali. Una delle descrizioni del lavoro afferma che la Russia utilizza apparecchiature dei marchi Fanuc, Siemens e Heidenhain. Fanuc è un’azienda giapponese attiva in Europa e negli Stati Uniti. Siemens e Heidenhain sono entrambe tedesche.
Anche la Sozvezdie nei suoi annunci di lavoro cerca personale capace di usare macchinari occidentali prodotti dalle stesse 3 aziende sopra menzionate. Inoltre un video pubblicato qualche mese fa dalla Titan-Barrikady, una società di difesa russa che si occupa della costruzione di una parte del missile Oreshnik, si vede un lavoratore manovrare un macchinario prodotto dalla Fanuc.
Secondo il Financial Times la dipendenza della Russia dalle macchine occidentali è particolarmente pronunciata nel settore del controllo computerizzato delle macchine. Una tecnologia fondamentale per la costruzione del missile ipersonico russo.
«Lo sviluppo dell’Oreshnik mostra quanto la Russia dipenda ancora dalle attrezzature occidentali di alta qualità», ha affermato Denis Gutik, direttore esecutivo del Consiglio di sicurezza economica dell’Ucraina. Per Gutik l’occidente dovrebbe vietare l’esportazione di macchinari verso la Russia, sapendo che questi vengono usati per produrre un’arma già utilizzata in Ucraina che è particolarmente minacciosa per tutti i paesi in caso di escalation.
Certamente le esportazioni verso la Russia dallo scoppio della guerra sono rallentate ma sempre il Financial Times ha scoperto che nel 2024 sono stati inviati a Mosca ancora dispositivi per un valore di 3 milioni di dollari.
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