Il rapporto di lavoro che lega badante e anziano assistito subisce uno stop con il decesso di quest’ultimo. Che cosa bisogna sapere e come comportarsi in queste circostanze?
Non di rado le famiglie hanno bisogno di una figura di supporto per assistere un loro caro ormai anziano e non autosufficiente o soltanto in parte. La badante è quella persona che si occupa proprio dell’attività di sostegno, con ad es. la preparazione dei pasti e il supporto per la loro assunzione, la vestizione e cura dell’igiene della persona come pure il supporto nell’assunzione dei farmaci o l’accompagnamento alle visite mediche. Qualora l’assistito abbia bisogno di una presenza continuativa, la badante sarà assunta come convivente.
I dubbi però in queste circostanze non mancano e in particolare ci si potrebbe chiedere che succede al decesso dell’assistito: quali sono le conseguenze nell’ambito del rapporto di lavoro della badante? Vi sono obblighi che ricadono sugli eredi? A queste domande risponderemo di seguito e daremo i chiarimenti utili a capire come comportarsi in caso di morte dell’anziano - e previa assunzione di una badante (convivente o meno). I dettagli.
Badante, che succede alla morte dell’assistito?
- Il rilievo del Ccnl colf e badanti: il rapporto di lavoro cessa in automatico?
- Chi licenzia la badante?
- È sempre necessario il licenziamento?
- Modalità del licenziamento: serve la motivazione?
- Diritto al preavviso
- Diritto a restare nell’abitazione dell’assistito
- I diritti di natura economica della badante
Il rilievo del Ccnl colf e badanti: il rapporto di lavoro cessa in automatico?
Partiamo subito da un dato fondamentale: il contratto collettivo nazionale, relativo al lavoro domestico, indica il complesso dei diritti della badante al decesso della persona di cui si occupava. Ebbene, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il rapporto di lavoro della badante non termina automaticamente - per la scomparsa dell’anziano, non autosufficiente e malato.
Infatti è necessario - comunque - un atto di licenziamento vero e proprio, che dunque dovrà avere forma scritta e non meramente orale. Si tratterà della classica raccomandata a.r. o della lettera consegnata a mani e controfirmata per ricevuta.
Anzi il contratto di lavoro con la badante perdura se le persone preposte a porvi fine, non ne manifesteranno concretamente la volontà. In ogni caso restano in piedi tutti i diritti economici acquisiti, intanto, dalla lavoratrice. Basti pensare alle eventuali mensilità non ancora pagate (compresa la tredicesima) o al Tfr. Pertanto, pur con la morte dell’assistito, la badante avrà tutto il diritto di rivendicarle per sé.
Chi licenzia la badante?
Molto importante chiarire che a licenziare la badante dovranno essere per legge coloro che accetteranno l’eredità della persona deceduta e che, in virtù di questa scelta, subentreranno in tutti i rapporti attivi e passivi di quest’ultimo. Pertanto prenderanno anche il posto del datore di lavoro della badante.
Gli eredi dovranno così rispettare con scrupolosità una serie di obblighi, connessi non soltanto al licenziamento, ma anche al preavviso, alle ferie e al Tfr. Altrimenti la badante avrà tutto il diritto di agire in tribunale - per ottenere il pagamento di quanto ancora dovuto e da saldare.
Tuttavia abbiamo detto che prendono il posto del datore, coloro che hanno accettato l’eredità: ne consegue che la lavoratrice domestica dovrà perciò attenzione ad individuare in modo preciso gli eredi del familiare datore di lavoro. Nella prassi infatti non mancano affatto sentenze di rigetto di azioni intraprese da badanti che avevano fatto causa al figlio/figlia del datore di lavoro, senza sapere in origine che questi ultimi in realtà non avevano accettato l’eredità - e dunque potevano ritenersi pacificamente esclusi da ogni obbligo nei confronti della badante.
È sempre necessario il licenziamento?
Non sempre ricorrono gli estremi per il recesso unilaterale, ovvero il licenziamento. Pensiamo infatti alla situazione, di certo non infrequente, in cui la lavoratrice domestica si occupava di due o più assistiti (ad es. una coppia di coniugi non autosufficienti): ebbene, gli eredi potranno scegliere di mantenere la stessa assistente domestica che continuerà a lavorare, avendo cura dell’assistito o degli assistiti rimasti.
Modalità del licenziamento: serve la motivazione?
Come accennato, il rapporto di lavoro domestico può essere terminato dopo la morte del datore di lavoro. Vero è che il Ccnl colf e badanti esclude, in linea generale, l’obbligo di dare motivazioni in merito al licenziamento (cd. licenziamento ad nutum) - come invece previsto per gli altri lavoratori.
Certamente il datore di lavoro - in questo caso l’erede o gli eredi - è agevolato dal non dover motivare il licenziamento e ciò per la caratteristica tipica del rapporto di lavoro domestico, che si svolge tipicamente in un ambiente riservato, ovvero presso l’abitazione del datore di lavoro (o dei suoi eredi).
Diritto al preavviso
La badante, oltre ai diritti di natura economica, ha anche diritto al preavviso: infatti chi rende noto il licenziamento alla lavoratrice domestica deve rispettare il relativo termine, come indicato dal Ccnl colf e badanti. In concreto il preavviso cambia sulla scorta del numero di ore settimanali di lavoro e dell’anzianità di servizio, infatti in linea generale:
- per rapporti di lavoro uguali o sopra le 25 ore settimanali fino a 5 anni di anzianità, sussiste un preavviso di 15 giorni e invece, con oltre 5 anni di anzianità, sussiste un preavviso di 30 giorni;
- per rapporti al di sotto delle 25 ore settimanali e fino a 2 anni di anzianità di servizio, sussiste un preavviso uguale a 8 giorni mentre, con oltre 2 anni di anzianità, il preavviso è pari a 15 giorni.
Il dettaglio sul preavviso deve essere incluso nella lettera di licenziamento.
Ebbene, nel caso che qui interessa - ovvero il decesso del datore di lavoro / assistito - le regole sul preavviso varranno comunque e, pertanto, se gli eredi decideranno di non rispettare il preavviso - dando luogo ad un licenziamento in tronco e con effetto da subito, saranno comunque tenuti a pagare alla badante la cd. indennità sostitutiva del preavviso. Il valore di quest’ultima è uguale alla retribuzione corrispondente al periodo di preavviso non dato.
Come è noto il preavviso ha la finalità di garantire al lavoratore o alla lavoratrice, per un certo lasso di tempo, una continuità nell’ottenimento del reddito - in modo da coprire il periodo di ricerca di una nuova occupazione.
Diritto a restare nell’abitazione dell’assistito
Il caso della convivenza della badante porta a chiedersi anche se c’è un diritto della lavoratrice a rimanere nell’abitazione della persona deceduta, per la durata del periodo di preavviso. La risposta è positiva - e la badante potrà essere adibita ad altre mansioni- ma attenzione: quando scadrà il preavviso, la lavoratrici dovrà abbandonare l’immobile e dovrà portare con sé ogni eventuale oggetto di sua proprietà.
In altre parole, salvo il caso del licenziamento in tronco, gli eredi non avranno diritto ad allontanare la donna il giorno stesso della morte del loro familiare, o nei giorni immediatamente successivi, dovendo ’sostenere’ la sua presenza per tutto il preavviso. La badante, se convivente e con residenza presso l’assistito, dovrà segnalare il cambio della stessa all’ufficio anagrafe.
I diritti di natura economica della badante
Sopra abbiamo accennato al fatto che la badante può reclamare quanto gli spetta in forza del suo contratto di lavoro. Pertanto alla lavoratrice domestica licenziata per decesso dell’anziano non autosufficiente andranno versati:
- la quota parte dell’ultimo stipendio relativo al mese in cui è deceduto l’assistito. Di conseguenza la retribuzione andrà proporzionata sulla scorta dei giorni lavorati. Se del caso andranno corrisposte eventuali mensilità arretrate, non ancora versate;
- il trattamento di fine rapporto, ovvero il Tfr;
- i ratei della tredicesima conseguita e la liquidazione delle ferie e dei permessi maturati e non sfruttati.
A seguito del licenziamento, ovviamente gli eredi dovranno comunicare il recesso all’Inail, alla sezione circoscrizionale per l’impiego (Sci) e provvedere al versamento dei contributi Inps del periodo finale. Nello stesso bollettino di versamento, inoltre, andrà indicata la data della chiusura del rapporto di lavoro.
Concludendo, è chiaro dunque che i diritti della badante e gli obblighi dei familiari vanno inquadrati con precisione alla morte dell’assistito e proprio per questo, se sei una badante, non dimenticare di rivendicare quanto ti spetta nei confronti degli eredi del datore di lavoro.
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