Adatti ad un investimento di medio-lungo periodo, i nuovi Bonus Cap Certificates di Banca IMI assicurano guadagni all’investitore in caso di stabilità, rialzo o limitato ribasso del prezzo dell’azione sottostante
Banca IMI amplia la propria gamma di Investment Certificates con un’emissione di 30 nuovi Bonus Cap Certificates su azioni italiane, europee e statunitensi.
I nuovi prodotti della banca del gruppo di investimento Intesa Sanpaolo sono quotati da oggi, 5 luglio 2019, sul mercato SeDeX di Borsa Italiana. Con questi strumenti, gli investitori potranno ottenere dei guadagni in caso di rialzo, moderato ribasso o stabilità del valore dell’azione sottostante.
Certificati Bonus Cap di Banca IMI: come funzionano
I Certificati Bonus Cap di Banca IMI appartengono alla categoria ACEPI dei certificati a capitale condizionatamente protetto e permettono all’investitore di ottenere un premio a scadenza (il Bonus) qualora l’attività finanziaria sottostante, alla data di rilevazione finale, abbia un valore maggiore o uguale al Livello Barriera.
In particolare, tutti i certificati Bonus Cap quotati il 5 luglio hanno le seguenti caratteristiche:
- Prezzo di emissione uguale a 100 euro;
- Importi Bonus che vanno dal 6,9% al 18,4% del Prezzo di Emissione del Certificato;
- Livelli Barriera che vanno dal 60% all’85% del valore iniziale del sottostante;
- Scadenze che vanno dai 9 ai 18 mesi e Barriere osservate unicamente a scadenza (di tipo Europeo).
Certificati Bonus Cap di Banca IMI: un esempio pratico
A titolo di esempio, vediamo in dettaglio il funzionamento del Bonus Cap Certificate su Tesla (ISIN: IT0005378424).
Il certificato pagherà l’importo bonus a scadenza di 118,40 euro (+18,40% rispetto al Prezzo di Emissione) se nel giorno di rilevazione finale il prezzo del sottostante dovesse essere pari o superiore al Livello Barriera pari a 168,4125 euro (ovvero se l’azione di Tesla non perde più del 25% rispetto al Valore Iniziale pari a 224,5500).
Al contrario, se il valore del sottostante dovesse essere minore del Livello Barriera (pari al 75% del Valore Iniziale del sottostante) l’investitore subirà una perdita commisurata a quella che avrebbe ottenuto investendo direttamente nell’azione sottostante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA