Banche europee, Deutsche Bank apre la stagione delle trimestrali con 1,7 miliardi di utile

Claudia Cervi

23/10/2024

La banca tedesca torna in profitto grazie al rilascio delle riserve accantonate per l’acquisizione di Postbank nel 2010, ma gli analisti sono delusi. Ecco perché.

Banche europee, Deutsche Bank apre la stagione delle trimestrali con 1,7 miliardi di utile

Banche europee, Deutsche Bank apre la stagione delle trimestrali con 1,7 miliardi di utile, in crescita del 39% rispetto a un anno fa. Seguiranno i risultati finanziari di Lloyds Banking Group, Barclays il 24 ottobre, HSBC il 29 ottobre, UBS il 30 ottobre, Intesa Sanpaolo, BBVA il 31 ottobre e Unicredit il 6 novembre.

Nel secondo trimestre la banca tedesca aveva registrato una perdita di 143 milioni di euro a causa dell’accantonamento di 1,3 miliardi di euro per cause legali relative all’acquisizione di Postbank del 2010. Il rilascio di 440 milioni di euro di tali accantonamenti ha permesso alla banca di tornare all’utile.

Nonostante i profitti, gli analisti sono rimasti delusi dai risultati e temono conseguenze per il titolo i Borsa e per gli investitori. Il titolo perde attualmente il 3,29% a 15,78 euro.

Grafico a 1h azioni Deutsche Bank Grafico a 1h azioni Deutsche Bank Fonte Tradingview

Trimestrale Deutsche Bank

Vediamo nel dettaglio i risultati finanziari di Deutsche nel terzo trimestre 2024:

  • i ricavi per 7,50 miliardi, +5,2% anno su anno, sono risultati superiori alle attese di 7,31 miliardi;
  • Nello specifico:
    • i ricavi da trading, per 2,1 miliardi, sono sopra la attese (2,01 miliardi di euro, Bloomberg Consensus),
    • i ricavi da asset management per 660 milioni (+11% annuale) si confrontano con 644,2 milioni delle aspettative degli analisti
    • i ricavi dell’investment banking sono cresciuti a 2,52 miliardi di ricavi (+11%) a fronte di stime di 2,42 miliardi,
    • i ricavi del Private Bank 2,32 miliardi (-0,9%), poco sopra le stime,
    • i ricavi della Corporate Bank 1,84 miliardi (-2,6%).
  • i profitti si sono attestati a 1,46 miliardi, in crescita del 42% rispetto al 2023
  • Il ratio Common equity Tier 1 sulla solidità patrimoniale è pari al 13,8% al 30 settembre, contro 13,9% di un anno fa, ma sopra una stima del 13,7%.

A deludere gli analisti sono soprattutto gli accantonamenti, raddoppiati rispetto a un anno fa: gli accantonamenti per perdite su crediti sono saliti a 494 milioni da 245 milioni di un anno fa e sopra le attese (431,4 milioni). Il rapporto fra costi e ricavi è sceso al 63% contro il 72% anno su anno e sotto le stime per il 66,8%.

Il ceo Christian Sewing ha richiesto l’autorizzazione per effettuare il buyback dopo la sospensione a luglio, in seguito alla perdita del secondo trimestre: “In questi tre mesi abbiamo fatto importanti progressi nel porre in essere il contenzioso pregresso alle nostre spalle, producendo allo stesso tempo un profitto record - spiega l’ad di Deutsche Bank - Questo riflette il nostro forte franchise, lo slancio positivo in tutte le nostre attività e la duratura disciplina dei costi. La nostra Global Hausbank è nella posizione ideale per aiutare i clienti a orientarsi tra le incertezze del contesto odierno, e questo rafforza la nostra fiducia. Continueremo nel nostro percorso di crescita e supereremo i nostri obiettivi originali di distribuzione di capitale agli azionisti. Ora abbiamo chiesto l’autorizzazione per ulteriori condividere i riacquisti”.

Analisti delusi

Gli analisti sono delusi dai risultati di Deutsche Bank per diversi motivi.
1) Accantonamenti: gli accantonamenti per perdite sono stati più alti del previsto, il che ha influito negativamente sui profitti. Citi ha evidenziato che, escludendo alcuni risultati, l’utile prima delle imposte è inferiore del 5% rispetto alle aspettative del mercato, definendo i risultati complessivi come un “mix deludente”.

2) Dati finanziari di bassa qualità: secondo gli esperti di KBW, gli utili della banca sono meno solidi di quanto sperato, con un margine di interesse deludente, che potrebbe influire negativamente sul prezzo delle azioni.

3) Buyback a rischio: l’incertezza sul programma di riacquisto delle azioni previsto per il 2025, di cui non si conosce ancora l’ammontare, potrebbe preoccupare ulteriormente gli investitori.

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