Bancomat obbligatorio, verso l’abolizione dei costi di commissione del POS?

Rosaria Imparato

16 Settembre 2019 - 18:30

Tra le varie novità del piano anti-evasione del MEF c’è una misura che riguarda strettamente il POS: azzerare i costi di commissione i pagamenti con bancomat e sanzionare gli esercenti che li rifiutano.

Bancomat obbligatorio, verso l’abolizione dei costi di commissione del POS?

Pagamenti col bancomat, tra le ipotesi che rientrano nel capitolo della lotta all’evasione, è nei piani del MEF l’ipotesi di azzerare le commissioni per i commercianti dotati di POS.

In parallelo, potrebbe vedere la luce nel 2020 la disciplina delle sanzioni per chi rifiuta i pagamenti col bancomat, in modo da rendere finalmente effettiva l’obbligatorietà del POS, prevista dal 2014.

Ma come mai sono ancora così tanti gli esercenti non dotati di POS, obbligatorio da anni?

La causa principale è da rilevarsi proprio nei costi delle commissioni, che non sempre sono vantaggiosi per i commercianti, ma non è l’unica: i costi legati al POS, vari e dispendiosi, lo rendono nemico del negoziante.

Bancomat obbligatorio, verso l’abolizione dei costi di commissioni del POS?

Il nuovo Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri persevera con misure per la lotta all’evasione. Secondo alcune ipotesi, in particolare ci si potrebbe concentrare sull’incentivare i pagamenti con bancomat e, di conseguenza, dire addio al contante.

Tra le ipotesi finalizzate a promuovere l’uso del bancomat c’è l’abolizione delle commissioni per i pagamenti elettronici che rientrano sotto una certa soglia, ancora non stabilita con precisione, ma che dovrebbe coinvolgere i pagamenti da 5 a 25 euro.

A rendere tutto più difficile, però, la situazione “di fatto” per cui l’obbligatorietà del POS, teoricamente in vigore dal 2014, non viene rispettata da tutti i commercianti, visto che non sono previste sanzioni per chi rifiuta i pagamenti col bancomat.

Da parte del MEF è necessaria un’azione su due fronti: da un lato favorire gli esercenti azzerando le commissioni dovute alle banche, dall’altro prevedere e applicare delle sanzioni per chi non rispetta l’obbligo.

Sono sempre di più gli italiani che preferiscono pagare col bancomat, per praticità o perché non amano spostarsi, soprattutto nelle grandi città, con molti contanti in tasca, e sono tutti potenziali clienti.

Come mai allora non è affatto raro trovare esercenti privi di POS?

Bancomat, quanto costano le commissioni del POS?

Il primo grande disincentivo all’uso del POS sono proprio le commissioni che gli esercenti si trovano a dover pagare ad ogni transazione effettuata.

Nonostante il POS sia obbligatorio dal 2014, sono molti i commercianti che ancora non l’hanno installato proprio a causa del costo delle commissioni.

L’obbligo di fatto per ora non sussiste, perché non sono mai state previste delle sanzioni per chi rifiuta i pagamenti col bancomat.

Come viene evidenziato dalla CGIA di Mestre, i costi di commissione vanno a incidere in modo particolarmente pesante sui guadagni delle piccole attività, come bar, edicole, panettieri, calzolai.

Il pericolo quindi è che i piccoli commercianti alzino il prezzo di vendita dei loro prodotti per compensare i costi di commissione.

La percentuale di commissione pagata varia in base al tipo di contratto che l’esercente ha stipulato con la banca che gli ha installato il POS.

Può trovarsi a pagare un costo fisso per transazione, che di solito non supera i 10 centesimi per ogni operazione eseguita. Ovviamente un costo del genere diventa considerevole se applicato a un importo minimo: pensiamo, ad esempio, alla colazione al bar.

L’alternativa è pagare un costo percentuale per transazione, cioè l’esercente paga una commissione percentuale che dipende da vari fattori, come il circuito e il tipo di carta (business o consumer, di credito o di debito).

Vanno considerate, tra le altre spese del commerciante, anche il canone mensile, una spesa fissa con cui l’esercente paga il comodato d’uso del POS, e naturalmente il costo di installazione a domicilio (e il conseguente costo di disinstallazione).

Per evitare le spese di installazione, molti commercianti si affidano al POS mobile, che in genere ha dei costi minori sia considerando le commissioni di transazione che per le spese di gestione.

I costi di transizione possono essere fissi o variabili anche per il POS mobile, a cui però vanno aggiunte le spese fisse, come il canone di noleggio.

Sono molti i commercianti che usufruiscono della scappatoia attualmente possibile: da un lato è un atteggiamento comprensibile per quanto riguarda i costi di commissione, che diventano una spesa consistente da sostenere, dall’altro però è senza dubbio un modo per non mettersi totalmente in regola e riuscire a evadere, anche in minima parte, il Fisco.

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