La riunione della Banca d’Inghilterra del 2 novembre ha deciso di mantenere fermi i tassi di interesse, con l’avvertimento che la politica monetaria deve restare restrittiva ancora per un po’.
Nella riunione di giovedì 2 novembre, la Banca d’Inghilterra ha lasciato i tassi di interesse invariati, ma ha affermato che la politica monetaria probabilmente dovrà rimanere restrittiva per un “lungo periodo di tempo”.
Il Comitato di Politica Monetaria ha votato 6 contro 3 a favore del mantenimento del tasso principale della banca centrale al 5,25%, con tre membri che avrebbero voluto un altro aumento di 25 punti base al 5,5%.
Bank of England è quindi la terza banca centrale, dopo Bce e Fed, a lasciare fermi i tassi in un approccio prudente dinanzi a tante insidie ancora allarmanti. Dalle ultime proiezioni di ottobre, l’inflazione del Regno Unito è scesa al 6,7%, ma rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale. Nel frattempo, l’attività economica si è notevolmente indebolita e il mercato del lavoro ha mostrato segnali di allentamento.
Il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha dichiarato che, nonostante i progressi sull’inflazione, “non c’è assolutamente spazio per l’autocompiacimento” poiché i prezzi restano pericolosamente elevati.
Riunione Bank of England: tassi fermi, ma per i tagli c’è da attendere
Il comitato di politica monetaria della banca centrale ha votato con 6 voti favorevoli e 3 contrari a favore del mantenimento del tasso di riferimento al 5,25%. I dissidenti spingevano per un altro aumento di un quarto di punto per soffocare quelle che vedevano come persistenti pressioni al rialzo sui prezzi, secondo il verbale della decisione pubblicato giovedì.
Bailey e i suoi colleghi politici concordano sul fatto che sarebbe necessaria una politica “restrittiva per un lungo periodo di tempo” per frenare il tasso di inflazione della Gran Bretagna, che rimane il triplo dell’obiettivo e il più alto tra le nazioni del G7. Le osservazioni sembrano mettere in discussione le aspettative degli investitori, secondo cui la BoE potrebbe tagliare i tassi nella seconda metà del prossimo anno, nel periodo in cui si prevede che il primo ministro Rishi Sunak si stia preparando per le elezioni generali.
“È troppo presto per pensare a tagli dei tassi”, ha detto Bailey in una dichiarazione rilasciata con la decisione. “Abbiamo mantenuto i tassi invariati questo mese, ma osserveremo attentamente per vedere se saranno necessari ulteriori aumenti”. La prudenza è in linea con quanto affermato anche da Powell ieri.
Intanto, l’economia del Regno Unito non lascia sperare in una rapida e solida ripresa. Bank of England ha descritto il profilo del Pil come “sostanzialmente piatto” e “sottotono”. Si prevede che il Pil registrerà una crescita pari a zero nel 2024, in calo rispetto all’espansione dello 0,5% precedentemente prevista, e un misero aumento dello 0,25% nel 2025. La crescita quest’anno è stata fissata allo 0,5%, senza alcuna revisione rispetto ad agosto.
Si stima inoltre che la disoccupazione aumenterà più rapidamente, chiudendo quest’anno al 4,3% anziché al 4,1% precedentemente previsto, poiché le imprese effettuano ulteriori tagli per far fronte a tassi più elevati. Entro la fine del 2026, la BoE ritiene che la disoccupazione sarà al 5,1%.
Infine, per l’inflazione, la banca prevede ora che raggiunga una media del 4,75% circa nel quarto trimestre del 2023 prima di scendere a circa il 4,5% nel primo trimestre del prossimo anno e al 3,75% nel secondo trimestre del 2024.
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