Tassi fermi anche in Regno Unito, con Bank of England che decide di mantenere il costo del denaro al 4,50% pressata da incertezza economica e tensioni globali.
Bank of England non sorprende i mercati e lascia i tassi di interesse invariati a 4,50%.
Come già accaduto ieri nell’incontro Fed, la prudenza sta prendendo il sopravvento e il percorso di allentamento della politica monetaria è in frenata. L’economia del Regno Unito si confronta con l’incertezza sul commercio globale e con l’imminente stagnazione interna.
La decisione, ampiamente attesa, arriva in un momento segnato da potenziali venti economici contrari all’estero e in patria. A livello globale, ciò include i frequenti cambiamenti, la mancanza di chiarezza e il conflitto che ruotano attorno alle tariffe commerciali di Trump, insieme al loro potenziale impatto sull’inflazione e sulla crescita economica anche del Regno Unito.
Prendendo atto dell’escalation di queste tensioni economiche, il Comitato di politica monetaria ha votato 8-1 per mantenere i tassi invariati, con l’unico membro esterno Swati Dhingra che ha votato per un taglio di un quarto di punto.
Troppa incertezza, nessun taglio ai tassi per il Regno Unito
“Al momento c’è molta incertezza economica”: queste le parole del governatore Andrew Bailey per spiegare la decisione di lasciare invariato il costo del denaro.
La BoE ritiene ancora che i tassi siano su un percorso di graduale declino, ma che “esaminerà molto attentamente l’evoluzione delle economie globali e nazionali in ciascuna delle nostre riunioni semestrali di definizione dei tassi”. Il Comitato per la politica monetaria ha affermato di aspettarsi comunque che le pressioni inflazionistiche continuino ad allentarsi, ma “non vi è alcuna presunzione che la politica monetaria sia su un percorso predefinito nelle prossime riunioni”.
Intanto, il malcontento arriva anche dalle scelte politiche tutte interne al Regno Unito. L’imminente aumento delle tasse per i datori di lavoro è stato probabilmente la causa degli aumenti dei prezzi nel settore dei servizi, ha affermato il comitato, che ha anche rilevato sondaggi che suggeriscono una debolezza nelle intenzioni di assunzione da parte delle aziende.
La BoE ha leggermente rivisto al rialzo le sue previsioni di picco dell’inflazione quest’anno, attestandosi al 3,75% nel terzo trimestre, in lieve aumento rispetto alla stima di febbraio del 3,7%.
Con l’inflazione nel Regno Unito saldamente al di sopra del suo obiettivo del 2% (è salita al 3% a gennaio), la BoE ha tagliato i costi di indebitamento in misura inferiore rispetto alla Banca centrale europea e alla Fed dall’estate scorsa, contribuendo al lento tasso di crescita del Paese. La banca centrale ha anche aumentato la sua stima per la crescita economica della Gran Bretagna nei primi tre mesi del 2025, portandola allo 0,25%, rispetto alla precedente proiezione di un aumento dello 0,1%.
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