Lagarde conferma tassi in aumento a luglio per spezzare una «inflazione ancora troppo alta e per troppo tempo». L’attività economica europea rallenta e aumenta il rischio recessione. Cosa succede.
Lagarde annuncia nuovi rialzi dei tassi a luglio e probabilmente anche a settembre e ottobre per spezzare l’inflazione persistente. Ma per il ministro degli Esteri Tajani e il capoeconomista europeo di S&P Global Ratings avvertono: sale il rischio recessione.
Nessuna reazione sui mercati: i rendimenti dei titoli di Stato europei sono rimasti invariati. Del resto Lagarde aveva già confermato la linea dura contro l’inflazione e il rialzo di 25 punti base a luglio è già scontato nei prezzi dei mercati finanziari.
Dunque perchè si teme che l’Italia (e l’Europa) cada in recessione?
Lagarde prosegue con la stretta monetaria
In un discorso a una conferenza delle banche centrali in Portogallo, la presidente della Bce ha dunque confermato tutta la sua linea: continuerà ad aumentare i tassi fino a quando l’inflazione di base (al netto dei prezzi dell’energia) non sarà riportata ai livelli di riferimento del 2%. La BCE è determinata a mantenere una politica restrittiva a causa dell’elevata e persistente inflazione nell’area dell’euro. Nonostante i cali iniziali, la trasmissione degli shock inflazionistici continua, ritardando la riduzione dell’inflazione.
Dopo la pandemia, l’economia dell’area dell’euro ha affrontato una serie di shock inflazionistici che hanno innalzato i prezzi dell’11% e causato un trasferimento di oltre 200 miliardi di euro al resto del mondo. Questi shock hanno portato gli operatori economici a cercare di trasferire gli aumenti dei prezzi ad altri attori.
Le imprese hanno reagito aumentando i prezzi per difendere i loro margini, determinando l’aumento dei prezzi nel 2022 e probabilmente anche nel 2023, a meno che le imprese non siano costrette ad assorbire l’aumento dei salari, ha sottolineato Lagarde.
Tuttavia, la dinamica inflazionistica sta diminuendo, anche a causa del calo dei prezzi dell’energia. L’inflazione elevata ha ridotto la domanda interna e l’effetto dell’eccesso di risparmio, mentre l’inasprimento della politica monetaria sta già avendo effetti sui settori sensibili ai tassi di interesse.
Secondo la presidente Bce, i lavoratori dovrebbero recuperare il valore dei loro salari pre-pandemia nei prossimi due anni, ma se le aziende trasmettessero questi aumenti ai consumatori attraverso prezzi più alti, l’inflazione persisterebbe più a lungo di quanto attualmente previsto e rimanere al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce.
Tuttavia, senza un cambiamento nel comportamento aziendale, i tassi di interesse rimarranno più alti per un periodo più lungo di quanto previsto in precedenza, ha affermato Lagarde.
Sostenitori e detrattori di Lagarde
Gita Gopinath, ex economista capo del FMI, ha sottolineato l’importanza per la Bce e le altre banche centrali di essere pronte a reagire con determinazione all’inflazione persistente, nonostante i timori riguardo all’aumento dei costi dell’indebitamento che potrebbero portare a disoccupazione e recessione in molti paesi. Uno studio del FMI sull’inflazione nei paesi europei ha evidenziato il ruolo significativo dei profitti aziendali nell’impulsare l’aumento dell’inflazione in tutta Europa, confermando le preoccupazioni espresse da Lagarde.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invece criticato la decisione della Bce di alzare ancora i tassi sottolineando come questa decisione colpisca pesantemente famiglie e imprese e non favorisca la crescita: «Non credo che vada in direzione della crescita continuare ad aumentare i tassi di interesse, soprattutto non condivido gli annunci fatti in largo anticipo come fatto oggi da Lagarde. Noi soffriamo di un’inflazione diversa dagli Usa, è provocata dal costo delle materie prime a causa della guerra, oggi aumentare il costo del denaro significa mettere le imprese in difficoltà. Con i tassi troppo alti si rischia la recessione», ha spiegato al congresso del sindacato Confsal.
Gli va a ruota Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che accusa Christine Lagarde di fare scelte «insensate e dannose». «Lagarde sa di quanto stanno aumentando le rate dei mutui variabili? A chi fanno comodo queste decisioni assurde?» aggiunge Salvini, annunciando che richiederà un incontro con il rappresentante italiano nel board della Bce per discutere il problema e analizzare soluzioni.
Rialzi dei tassi: Italia verso la recessione?
«Tassi di interesse più elevati, l’aumento del costo della vita, tutto comincia a farsi sentire» spiega Chris Williamson, capo economista aziendale di S&P Global Market Intelligence.
Gli ultimi dati macroeconomici sulla crescita dell’attività commerciale in Europa sono preoccupanti: l’indice flash composito dei responsabili degli acquisti della zona euro è sceso a 50,3 punti a giugno da 52,8 del mese precedente, risultando inferiore al 52,5 previsto dagli analisti. Un dato sotto 50 punti segna una contrazione e l’ultima lettura è molto vicina al tasso di equilibrio.
Secondo S&P Global, questo indica una debolezza dell’economia dopo una breve ripresa in primavera, con crescenti preoccupazioni sulla domanda e l’impatto dei tassi di interesse più elevati. La politica restrittiva della Bce può dunque diventare un freno alla produzione a causa dei maggiori costi per le aziende nell’intera regione.
Dunque l’Italia rischia una recessione? Secondo i dati di FactSet, che raccoglie le stime di diversi broker, l’Italia segnerà una lieve crescita nel 2023. La produzione industriale sar negativa, al pari di altri paesi europei.
L’Eurozona è entrata in recessione tecnica nel primo trimestre 2023, dopo due trimestri consecutivi di calo del Pil, trascinata al ribasso dalla Germania. Secondo Standard & Poor’s il rischio di contrazione economica raggiungerà il culmine tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, ma non cadrà in una recessione profonda, anche grazie alla resilienza del mercato del lavoro e al supporto fiscale del NextGenEU. Per l’Italia Istat stima ancora una crescita per il 2023: +1,2%.
Ancora più ottimista l’agenzia di rating Fitch che qualche giorno fa ha raddoppiato l’outlook sul Pil italiano 2023 al’1,1% (dal +0,5% di marzo).
Per concludere, i tassi di interesse potrebbero continuare a salire per adeguarsi alle attuali circostanze, senza però generare il panico di una recessione imminente.
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