La riunione Bce di luglio probabilmente lascerà i tassi fermi. Troppe le incertezze politiche ed economiche per Lagarde. Cosa teme l’Eurotower?
Si avvicina la riunione Bce del 18 luglio con una certezza: nulla cambierà sul fronte tassi di interesse, che molto probabilmente rimarranno fermi al 4,25%.
Dopo la svolta a giugno con il taglio del costo del denaro di 25 punti base, l’Eurotower sembra già intenzionata a fermare l’allentamento della politica monetaria. Troppa incertezza sull’andamento dell’inflazione nel breve termine e sulle turbolenze politiche in Europa e nel mondo.
Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg tra gli analisti, infatti, la Banca centrale europea sarà prudente nei prossimi incontri, poiché i rivolgimenti politici aprono una serie di rischi al ritorno dell’inflazione al 2%.
Una solida maggioranza di economisti intervistati da Reuters ritiene che settembre e dicembre saranno i mesi scelti per un taglio dei tassi da 25 punti base, con un
Le previsioni, quindi, richiamano alla cautela. La Bce si trova in uno stallo dominato da incertezze economiche e politiche. Cosa sta allertando Lagarde e i suoi membri?
Bce, a luglio nessun taglio. Il motivo è il caos politico?
I tagli riprenderanno di nuovo a settembre, una volta al trimestre, finché il tasso di deposito non raggiungerà il 2,5% un anno dopo: questa la previsione degli economisti di Bloomberg.
La graduale inversione di tendenza di un inasprimento monetario senza precedenti riflette la crescente difficoltà nel valutare le insidie economiche future per la zona euro a 20 nazioni. Le pressioni inflazionistiche rimangono forti e la ripresa da mesi di stagnazione potrebbe già esaurirsi. Nel frattempo, le elezioni, soprattutto oltre Atlantico, stanno costringendo gli investitori a riconsiderare tutto, dalla spesa pubblica al commercio.
Gli analisti ora classificano il voto Usa di novembre e la minaccia di un altro mandato per Donald Trump come il pericolo più grande per l’economia della regione, mentre i disordini in Francia hanno risvegliato i ricordi della crisi del debito sovrano europeo dell’ultimo decennio.
Di fronte a tale incertezza, i funzionari guidati dalla presidente Christine Lagarde non si stanno impegnando in anticipo per un percorso per i tassi, promettendo di decidere man mano che arrivano i dati. Il capo economista Philip Lane è tra coloro che affermano che luglio offre principalmente l’opportunità di fare il punto della situazione.
I fattori politici stanno gettando un’ombra sempre più lunga. Negli Stati Uniti, la minaccia rappresentata da Trump è aggravata dalla confusione sul fatto che affronterà il presidente Joe Biden o un altro candidato democratico. In patria, le elezioni anticipate in Francia hanno scosso gli investitori, anche se la situazione si è in qualche modo stabilizzata dopo lo shock iniziale. Tuttavia, il parlamento francese è ora i stallo.
I rischi di un terremoto finanziario dovuto alla politica in realtà non impensieriscono poi molto gli analisti, anche se mantengono alta l’allerta. La stragrande maggioranza degli analisti afferma che la Bce non cambierà rotta a causa delle elezioni francesi. Solo uno dei 29 intervistati si aspetta che i funzionari modifichino i loro piani di Quantitative-Tighting. Solo due li vedono orientare i restanti reinvestimenti verso la Francia.
Tutte le incertezze economiche che scuotono la Bce
Se da una parte le valutazioni politiche suscitano preoccupazione, dall’altra sono le incertezze economiche a impensierire soprattutto la Bce.
Un numero significativo di economisti teme che la crescita economica potrebbe essere più debole e l’inflazione più forte di quanto previsto dalla Bce a giugno. I costi dei servizi, in particolare, sono ancora una grande preoccupazione, spinti in parte dagli aumenti salariali che dovrebbero rimanere forti.
“Le aziende del settore dei servizi segnalano che fattori di offerta, non una mancanza di domanda, stanno impedendo loro di aumentare la produzione”, ha affermato Andrzej Szczepaniak, economista europeo senior presso Nomura. “Quindi, la carenza di manodopera ancora acuta e la domanda di servizi resiliente rischiano di mantenere elevate le pressioni inflazionistiche del settore dei servizi nel breve e medio termine”.
Secondo lui, la riunione della prossima settimana dovrebbe essere “senza eventi”, con l’attenzione rivolta alla possibilità che la Bce prepari settembre per un altro taglio.
Bas van Geffen, stratega macro senior di Rabobank, ha spiegato che “l’inflazione è più rigida di quanto previsto attualmente dai modelli della Bce... Ciò significa che tenderanno a tagliare gradualmente i tassi, a meno che le loro previsioni non cambino sostanzialmente o i dati concreti non gettino ulteriori dubbi sulle prospettive.”
Se nella riunione di luglio la Bce è quasi certa di non muovere i tassi, tutto può ancora accadere a fine anno. Troppi fattori politici ed economici destabilizzano gli scenari futuri europei.
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