BCE presenta impatti spesa PNRR su PIL al 2026 e debito Italia (se Governo Meloni si muove)

Laura Naka Antonelli

07/01/2025

PNRR: le stime della BCE sugli effetti delle misure di spesa sulla crescita del PIL dell’Italia fino al 2026. E sulle risorse RFF sul debito-PIL.

BCE presenta impatti spesa PNRR su PIL al 2026 e debito Italia (se Governo Meloni si muove)

La BCE ha presentato oggi l’impatto che le misure di spesa lanciate attraverso l’attuazione del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza con cui il governo sta gestendo i fondi del Next generation EU (NextGenEU) avrebbero sul PIL dell’Italia e sulla crescita di tutte le economie che hanno ricevuto e continueranno a ricevere i fondi stanziati dall’Unione europea.

Vale la pena di ricordare che il Next Generation EU, definito un vero e proprio bazooka fiscale se non manna dal cielo, o meglio da Bruxelles, è un “un pacchetto di stimolo senza precedenti”, come lo ha definito la stessa Commissione europea, che è stato concepito per lanciare investimenti da oltre 800 miliardi di euro in Europa.

PNRR: cos’è la manna dal cielo ricevuta dall’Italia. Il valore tra sovvenzioni e prestiti

Grande beneficiaria con risorse per un valore di 191,5 miliardi di euro è stata proprio l’Italia, grazie alla decisione del Consiglio europeo del 13 luglio 2021 di finanziare il PNRR italiano con fondi UE, composti da 68,9 miliardi costituiti da sovvenzioni a fondo perduto (grants) e 122,6 mld di euro di prestiti (loans).

L’8 dicembre 2023, il Consiglio europeo ha deciso successivamente di dare l’ok alla proposta di decisione avanzata dalla Commissione di apportare cambiamenti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, aggiungendo così un nuovo capitolo dedicato a REPowerEU.

L’ammontare complessivo del piano PNRR attuale ammonta così oggi a 194,4 miliardi di euro, di cui 122,6 miliardi sono sotto forma di prestiti e 71,8 miliardi in sovvenzioni.

Il contributo che le misure di spesa del PNRR potrebbero dare al PIL dell’Italia

Oggi, 7 gennaio 2025, la Banca centrale europea ha fatto il punto della situazione pubblicando il rapporto “Four years into the Next Generation EU programme: an updated preliminary evaluation of its economic impact”: si tratta di una valutazione previsionale che l’Eurotower ha elaborato a quattro anni dal lancio di Next Generation EU, analizzando l’impatto che l’utilizzo corretto ed efficiente dei fondi avrebbe sulla crescita dei Paesi europei a favore dei quali sono state stanziate le risorse.

Il tutto è avvenuto attraverso alcune simulazioni macroeconomiche, che hanno indicato che gli stimoli fiscali legati al piano NGEU potrebbero generare guadagni significativi per il PIL dell’area euro: guadagni che potrebbero oscillare tra il +0,3% e il +0,8% entro il 2026, ovvero fino all’ultimo anno di attuazione del programma, e che potrebbero avere conseguenze durature comprese tra il +0,2% e il +0,6% entro il 2031.

Questo ultimo impatto duraturo”, ha precisato tuttavia la BCE, “riflette la natura durevole di progetti di investimenti del NGEU, soprattutto attraverso investimenti centrati da parte dei governi, e contribuiscono a una capacità produttiva di lungo termine”.

La Banca centrale europea ha precisato che le conseguenze sarebbero “particolarmente pronunciate nei Paesi principali beneficiari, che includono l’Italia e la Spagna, in cui i guadagni sarebbero di due-tre volte più alti rispetto alla media dell’area euro”.

Focalizzandosi in particolare sull’Italia, dal rapporto della BCE è emerso che, grazie all’utilizzo efficiente delle risorse del Next Generation EU, dunque a un alto assorbimento dei fondi, e alle misure di spesa delle risorse medesime, nell’arco temporale compreso tra l’inizio del piano e il 2026, l’impatto sul PIL dell’Italia potrebbe essere di una crescita fino a +1,9%.

Dovrebbero essere in tutto soddisfatte alcune condizioni, dunque un elevato assorbimento dei fondi e una produttività media della spesa supportata dal PNRR.

Nella stima media, l’avverarsi di queste condizioni potrebbe tradursi in una espansione del PIL dell’Italia pari a +1,4%, mentre nel worst case scenario l’impatto sarebbe di una espansione pari al +0,9%.

PNRR: l’effetto sul rapporto debito-PIL. Cali più consistenti per l’Italia e la Spagna

L’effetto positivo dell’attuazione del PNRR si produrrebbe secondo le stime della BCE anche sui rapporti debito-PIL dei Paesi europei.

La BCE cita espressamente i casi dell’Italia e della Spagna, scrivendo che, complessivamente, l’effetto delle risorse RFF, (acronimo di dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), lo strumento temporaneo su cui si incentra il NextGenerationEU), sarebbe pari a un calo di 7-8 punti percentuali nello scenario centrale basato sulla produttività media.

La Banca centrale europea ha precisato che “l’impatto complessivo sul debito non cambierebbe in modo significativo presupponendo una elevata o una bassa produttività”.

L’effetto delle risorse del NextGEU sarebbe “favorevole” anche per il rapporto debito-PIL dell’“intera area euro”.

L'effetto dell'attuazione del PNRR sui rapporti debito-PIL dell'Italia, della Spagna e dell'area euro L’effetto dell’attuazione del PNRR sui rapporti debito-PIL dell’Italia, della Spagna e dell’area euro La BCE (Banca centrale europea) ha pubblicato oggi le previsioni sulle conseguenze che l'utilizzo dei fondi NextGEU avrebbe sul PIL e sui rapporti debito-PIL dei Paesi europei beneficiari.

PNRR: la Relazione della Corte dei Conti e il commento di Openpolis

Da segnalare che lo scorso 9 dicembre 2024 la Corte dei Conti ha pubblicato la Relazione semestrale sul PNRR del primo e secondo semestre del 2024 scrivendo che, “il livello della spesa ha superato i 57,7 miliardi, il 30% delle risorse del Piano e circa il 66% di quelle che erano programmate entro il 2024”.

In particolare, l’incremento registrato nel corso dei primi 9 mesi del 2024 è di 12,6 miliardi, il 30% di quanto previsto per l’anno nel cronoprogramma finanziario e circa il 60% delle stime più contenute del DPB di ottobre 2024”.

Il nodo, per l’Italia, rimane la difficoltà nel riuscire a spendere le risorse ricevute con il Next Generation EU.

Un articolo di OpenPolis ha confermato di fatto che gli ultimi dati sulla spesa dei fondi PNRR hanno confermato che “molti interventi sono in ritardo e che c’è bisogno di recuperare il tempo perso”.

È stato fatto notare che è pari al 57% il totale delle misure del PNRR con una dotazione finanziaria il cui livello di spesa già sostenuta è inferiore al 10%.

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