La proposta di compressione dell’orario, per ridurre la settimana lavorativa a quattro i giorni con le stesse ore.
Diminuire i giorni lavorativi da cinque a quattro, allungando contemporaneamente le singole giornate di lavoro. È l’idea del governo belga che approda nel pacchetto di proposte per la riforma del mercato del lavoro. Si tratta di una misura lanciata dal partito liberale Open-Vld del premier Alexander de Croo. In sostanza, i giorni di lavoro scenderebbero a quattro, con un giorno libero in più. Le ore di lavoro non sarebbero ridotte, ma verrebbero «spalmate» sulla settimana corta, aumentando da 7 ore e mezzo al giorno a 9 e mezzo.
Settimana corta al lavoro, i sostenitori in Belgio
La proposta del partito liberale fa discutere e divide lo stesso governo belga. Scettici sia i datori di lavoro e che i sindacati con i quali poi l’esecutivo dovrebbe trattare nel momento in cui la misura diventasse ufficiale. Tra i suoi sostenitori, i liberali francofoni del Mr, secondo cui la settimana corta consentirebbe una migliore conciliazione tra vita professionale e privata. Una giornata libera in più, secondo i liberali, ridurrebbe il rischio di problemi mentali associati al lavoro come il «burn out» e sarebbe anche eco-friendly riducendo il pendolarismo.
Settimana corta in Belgio, sindacati contrari
Secondo i sindacati, una riforma che non diminuisce il numero delle ore ma ne cambia la distribuzione non solo non migliora la vita dei lavoratori, ma può aumentare il rischio di incidenti sul lavoro. Non è tutto. Tra le criticità evidenziate dalle associazioni di categoria, anche un peggioramento della vita per i genitori con i figli in età scolare, che trascorrerebbero tutta la giornata fuori casa. Inoltre, sottolineano i sindacati, nove ore e mezzo è un orario molto più lungo di quello indicato dalle convenzioni internazionali.
Settimana corta, ecco dove in Europa
Il Belgio è solo l’ultimo di una serie di paesi in Europa in cui si è iniziato a parlare di settimana corta. Da anni, i «quattro giorni» si sperimentano in Spagna e Irlanda, ma con una conseguente riduzione d’orario. Non solo. La settimana di quattro giorni lavorativi (e meno ore lavorate) è un successo in Islanda.
A Reykjavík le prove fatte hanno portato molti lavoratori della pubblica amministrazione a diminuire le ore di lavoro tra il 2015 e il 2019. In questo arco di tempo, i lavoratori sono stati pagati allo stesso modo, lavorando meno ore e la produttività è aumentata nella maggior parte dei luoghi di lavoro.
In Spagna è in corso un progetto pilota a cui partecipano 200 aziende, che per tre anni sperimenteranno la settimana di quattro giorni. In tutti questi casi, però, con l’accorciamento della settimana diminuisce il numero delle ore lavorate. Per molti esperti, la riduzione della settimana lavorativa e delle ore di lavoro è l’unico modo per migliorare davvero la vita dei lavoratori. Da alcuni studi emerge che molti impiegati sarebbero perfino disposti a tagliarsi lo stipendio pur di lavorare meno ore. L’azienda spagnola Desigual ha annunciato che l’86% dei lavoratori ha detto sì a un referendum sulla settimana lavorativa di quattro giorni, di cui tre in presenza e uno in smart working. Con una riduzione dell’orario del 13,5% e un taglio sul compenso del 6,5%.
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