Benzina e carburanti: la prossima settimana scendono i prezzi?

Maria Paola Pizzonia

6 Aprile 2025 - 18:38

Nonostante il calo record del petrolio Brent sotto i 70 dollari, i prezzi alla pompa restano fermi. Perché?

Benzina e carburanti: la prossima settimana scendono i prezzi?

Il prezzo del petrolio Brent è sceso sotto la soglia dei 70 dollari al barile, toccando il punto più basso degli ultimi quattro anni. Un crollo così netto sembrerebbe destinato a produrre un calo immediato anche nei prezzi dei carburanti, ma invece non è andata così: la benzina e il gasolio, almeno in Italia, restano fermi.

I dati aggiornati confermano una sostanziale stabilità, nonostante la dinamica internazionale del greggio. Andiamo insieme a fondo alla faccenda.

Cosa ha provocato il calo del Brent? Cosa significa?

Per chi non lo sapesse, il Brent è un tipo di petrolio greggio estratto principalmente nel Mare del Nord.

È uno dei principali benchmark internazionali usati per fissare il prezzo del petrolio sul mercato globale, insieme al WTI (West Texas Intermediate). Quindi, la frase “il Brent è sceso sotto i 70 dollari” significa che il prezzo di riferimento del petrolio a livello mondiale è diminuito. Ma come mai? Ci sono due fattori principali che hanno contribuito al ribasso della quotazione del petrolio. Il primo è rappresentato dai dazi imposti dagli Stati Uniti. Siamo in una nuova fase della politica commerciale che si collega alle logiche aggressive dell’era Trump. Le tariffe hanno generato effetti a catena sull’intera economia globale, influenzando anche il mercato energetico.

Il secondo elemento è la decisione dell’OpecPlus – il cartello dei 22 Paesi esportatori di petrolio – di aumentare la produzione. Una mossa inaspettata, che ha spiazzato gli osservatori e spinto ulteriormente verso il basso il prezzo del Brent.

Tuttavia, il ribasso delle quotazioni non si è riflesso sul costo dei carburanti. Al contrario, come mostra l’ultima rilevazione dell’Osservatorio prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, elaborata da Staffetta Quotidiana, al 4 aprile i prezzi sono rimasti stabili, con scostamenti nell’ordine di un millesimo di euro.

La situazione alla pompa di benzina

Nello specifico, la benzina in modalità self service si attesta a 1,769 euro al litro, con una media di 1,774 presso le compagnie e 1,757 nelle cosiddette “pompe bianche”. Il gasolio è fermo a 1,667 euro/litro (1,674 compagnie, 1,653 pompe bianche). Per quanto riguarda il rifornimento servito, i dati indicano un prezzo medio di 1,910 euro per la benzina e 1,810 per il gasolio, anche in questo caso con differenze minime tra compagnie e distributori indipendenti. L’unico segno negativo si registra sul GPL, in calo di un millesimo a 0,737 euro/litro. Il metano resta invariato a 1,513 euro/kg.

Gattei, Eni: nessun impatto diretto dai dazi

Per capire questo scollamento tra il mercato del petrolio e quello dei carburanti, bisogna considerare le parole di Francesco Gattei, Chief Transition & Financial Officer di Eni, intervenuto al workshop Ambrosetti. Secondo Gattei, le società petrolifere non subiscono direttamente l’impatto dei dazi statunitensi, ma sono influenzate più in generale dal rallentamento dell’economia mondiale. La dinamica dei prezzi, spiega il dirigente, è legata alla contrazione degli scambi globali e al contesto macroeconomico.

Quanto all’aumento della produzione deciso dall’OpecPlus, previsto a partire da maggio, Gattei sottolinea che il dato (oltre 400.000 barili in più) potrebbe non essere così rilevante come appare. La crescita dell’offerta potrebbe essere bilanciata dal calo di produzione in altri Paesi, come il Venezuela, sotto embargo, o il Kazakistan, dove l’oleodotto CPC è interessato da problemi tecnici. Di conseguenza, l’incremento effettivo di petrolio disponibile potrebbe essere molto inferiore alle attese.

Il calo arriverà sì o no?

Tirando le somme, possiamo dire che il crollo del Brent è un indicatore importante, ma al momento non si traduce in un beneficio per i consumatori. Il prezzo alla pompa è bloccato da una combinazione di fattori strutturali, commerciali e politici, che sono stati precedentemente analizzati. Questo insieme di fattori, in parole povere, tende a rallentare la trasmissione delle fluttuazioni del mercato internazionale sul costo finale del carburante. Quindi, per chi spera in un ribasso già nei prossimi giorni, è ancora tutto da vedere. A oggi, il calo del petrolio c’è stato, ma (purtroppo) il prezzo del pieno resta lo stesso.

Argomenti

Iscriviti a Money.it