Se Biden «ispira» Wikipedia nel ridefinire la recessione. Che per l’Economist è bella

Mauro Bottarelli

31 Luglio 2022 - 06:30

L’Enciclopedia on-line cambia la descrizione, mette in guardia dalla precedente e blocca la possibilità di contribuire. E se il settimanale inglese benedice la crisi, ora spunta anche la guerra green

Se Biden «ispira» Wikipedia nel ridefinire la recessione. Che per l’Economist è bella

La pratica non è nuova. Anzi. Se esiste un metodo consolidato con cui governi, controllori e istituzioni finanziarie evitano sistematicamente guai è il cambio in corsa delle regole del gioco. Che si tratti di un campione demoscopico, un collegio elettorale o il paniere di una rilevazione statistica, poco cambia, Se si teme che la realtà possa intralciare i piani, la si cambia.

Ed ecco che l’America, immersa fino al collo nell’allarme inflazionistico, ora si trova costretta a fare i conti con un problema semantico: come ridefinire la recessione, al fine di evitarne l’ingresso nel palazzo della quotidianità prima del tempo? Con l’aumento dei prezzi, la strategia fu basica ma efficace: per mesi interi, gli aumenti erano legati a dinamiche transitorie. La speculazione, il lockdown, la supply chain globale, persino le condizioni atmosferiche. Alla fine, quando il bilancio della Fed stava per esplodere e la liquidità del Qe cominciava pericolosamente a esondare dal vaso poco comunicante di Wall Street, si decise che l’inflazione era strutturale. E via con il rialzo dei tassi.

La recessione serve per l’intento opposto: fermare l’aumento dei tassi troppo spedito innescato dalla Fed, prima che la medesima Wall Street da salvare passi da un eccesso di leverage a una disidratazione di liquidità. Il timing sarebbe perfetto, stante il filotto di rialzi già messo a segno dalla Banca centrale, tale da aver spinto Jerome Powell a non anticipare più alcuna forma di guidance rispetto all’entità del prossimo ritocco. Ma ci sono le elezioni di mid-term a inizio novembre. E un presidente che, fra una stretta di mano all’amico immaginario e una medaglia appuntata sulla schiena di un veterano, deve fare i conti con indici di gradimento ai minimi storici assoluti.

Tanto da aver spinto quello che viene definito il blog ufficiale della Casa Bianca (Written Materials) a pubblicare un’analisi dal titolo apparentemente accademico e molto cerebrale: How do economists determine whether the economy is in a recession? Era il 21 luglio. L’ufficializzazione dell’entrata in recessione tecnica dell’economia Usa si è avuta solo il 28 luglio. Sunto dell’intervento? Di fatto, la messa in discussione della storica definizione di recessione come configurarsi di due trimestri consecutivi di Pil reale in negativo. Qualcosa cominciava a preoccupare Pennsylvania Avenue in vista della pubblicazione del dato del secondo trimestre. Quindi occorreva muovere le pedine in anticipo.

Ed ecco che questa immagine

La pagina modificata di Wikipedia dedicata al termine «recessione» La pagina modificata di Wikipedia dedicata al termine «recessione» Fonte: Wikipedia

mostra plasticamente come Wikipedia abbia preso molto sul serio la riflessione della Casa Bianca, poiché non solo il 25 luglio ha rimosso la menzione dei due trimestri consecutivi di contrazione dalla definizione di recessione ma ha anche pubblicato un desclaimer nel quale metteva in guardia - ohibò! - dall’enorme diffusione di cui aveva goduto nel tempo la definizione precedente. Inoltre, ecco scattare la tagliola: come si nota in alto a destra nell’immagine, l’Enciclopedia della Rete ha bloccato la possibilità di contribuire degli utenti. La recessione è quella che stabilisce la Casa Bianca, punto e basta. E a mostrare come certi estremi rimedi siano tutt’altro che fuori luogo, se valutati dal punto di vista di un Presidente in difficoltà e in prospettiva del mid-term, ci pensa la copertina del New York Post del 29 luglio,

Prima pagina del New York Post del 29 luglio 2022 Prima pagina del New York Post del 29 luglio 2022 Fonte: New York Post

sufficientemente esplicita nel contrapporre la propria versione del fatti - ovvero, quella generalmente riconosciuta come valida da sempre e che fa bella mostra di sé su migliaia di testi - alla narrativa interessatamente revisionista di Joe Biden.

Insomma, pur non scomodando paragoni con la censura putiniana e il pensiero unico della autocrazie, diciamo che il tempismo con cui Wikipedia ha deciso di sposare in pieno la crociata del presidente Usa fa emergere qualche lievissimo dubbio sulla sua imparzialità. Ma non basta. Perché varcato l’Atlantico, c’è anche di meglio. Come mostra questa immagine,

Editoriale sull'ultimo numero dell'Economist dedicato alla recessione Editoriale sull’ultimo numero dell’Economist dedicato alla recessione Fonte: The Economist

l’ultimo numero dell’Economist ci tiene a tranquillizzare i propri lettori in vista delle meritate vacanze: la recessione c’è ma ha dei lati positivi. Anzi, molto positivi. Tanto da spingere il settimanale di casa Exor a sentenziare che una breve contrazione globale è un prezzo che il mondo deve pagare volentieri in cambio di un raffreddamento dell’inflazione e del ritorno dell’agenda green, dopo mesi e mesi di controffensiva selvaggia di petrolio, gas e carbone sulla scena globale.

E in tal senso, quasi in un simbolico ping pong fra le sue sponde dell’oceano, ecco che il Detroit Free Press rendeva noto come l’esercito Usa, sempre in ossequio al desiderata presidenziale di un comparto bellico più ambientalmente sostenibile come annunciato per l’Earth Day (22 aprile), abbia confermato l’acquisto di un Hummer elettrico prodotto dalla General Motors Defense per la cifra di 108.700 dollari. Utilità? Pressoché zero a livello operativo, poiché ancora mancano campi di battaglia attrezzati con apposite colonnine per la ricarica e quindi il mezzo pare destinato a far parte della cosiddetta flotta non-tattica. In compenso, il comparto bellico-industriale già fiuta l’affare del green warfare. In attesa che Wikipedia, magari, cambi anche la definizione di guerra. In senso ESG. Non stessimo emulando gli equilibristi di fronte a un burrone, quasi fossimo il Cirque du Soleil del monetarismo, ci sarebbe persino da ridere.

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