Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha recentemente rivelato un dettaglio sorprendente riguardo al suo periodo all’inizio della sua carriera:
Bill Gates, il magnate americano della tecnologia, ha confessato di essersi pentito di aver lasciato la prestigiosa università di Harvard per fondare la sua azienda - Microsoft - e ha voluto condividere il suo stato d’animo in una docuserie della CNBC.
Nel 1975, all’età di 19 anni, Gates ha preso una decisione che avrebbe cambiato il corso della sua vita: lasciare l’università di Harvard per concentrarsi sulla creazione di una compagnia di software, la Microsoft, insieme al suo amico d’infanzia Paul Allen.
Nonostante la sua mossa sia oggi vista come uno dei più grandi successi imprenditoriali della storia, Gates ha rivelato che, nei primi mesi della creazione di Microsoft, non si sentiva del tutto sicuro della sua scelta.
Bill Gates voleva tornare ad Harvard
In un episodio della serie CNBC Make It’s The Moment, in cui personaggi di successo raccontano aneddoti sulla loro vita (imprenditoriali e personali), Gates ha condiviso i suoi dubbi durante il periodo in cui stava decidendo se rimanere ad Harvard o seguire il suo istinto imprenditoriale e fondare Microsoft.
Il giovane Bill amava l’atmosfera intellettuale e stimolante del campus: dalle lezioni che seguiva - psicologia, economia, storia - alle persone che frequentava, molto attive dal punto di vista culturale.
Nonostante la passione per il progetto Microsoft, Gates era profondamente legato alla vita universitaria e al percorso accademico che Harvard gli offriva.
Nel suo racconto, ammette di aver lottato intensamente con la decisione di abbandonare il college, diviso a metà tra la speranza di un nuovo progetto e la volontà di concludere un percorso universitario che lo aveva conquistato.
Durante il suo primo anno con Microsoft, diviso tra Albuquerque, dove l’azienda aveva la sua sede iniziale, e la sua stanza nel dormitorio di Harvard, Gates ha persino provato a gestire l’azienda a distanza, chiedendo ad uno dei primi programmatori di Microsoft, Ric Weiland, di “prendere il comando al suo posto” per potersi dedicare totalmente alla vita universitaria.
Tutto è cambiato con l’Altair 8800
Con il suo amico d’infanzia Paul Allen aveva appena lanciato Microsoft, eppure Gates non riusciva a smettere di pensare a tornare all’università per completare la sua laurea.
La decisione di lanciarsi definitivamente nel mondo dell’imprenditoria è arrivata nel 1974 con la presentazione dell’Altair 8800, il primo kit di minicomputer in grado di competere con i modelli commerciali.
La tecnologia stava entrando in una nuova era, e Gates e Allen l’avevano capito.
Questa scoperta ha dato la spinta ai due imprenditori di dover prendere seriamente in considerazione la loro idea di sviluppo di un software in grado di portare nelle case di tutti gli americani un computer personale, che a distanza di anni sarebbe divenuto realtà.
Bill avrebbe quindi dovuto scegliere definitivamente se impegnarsi a pieno nella nuova azienda o continuare l’università, e sappiamo bene com’è andata a finire.
La scelta si è rivelata un punto di svolta, tanto da far diventare Microsoft una delle aziende più importanti e conosciute del mondo, rivoluzionando il mondo della tecnologia.
La strada per il successo passa inevitabilmente per il rischio
Nonostante la passione per la cultura e per gli studi, Gates ha scelto di lanciarsi nell’ignoto.
Il suo pentimento fa comunque capire quanto l’ambiente universitario ha giocato un ruolo di fondamentale importanza nella sua vita, regalandogli le competenze necessarie per arrivare ad essere uno degli imprenditori più visionari della storia.
Il suo racconto ci dimostra che il mondo del business non è privo di incertezze o dubbi, e che la decisione di lanciarsi nell’ignoto, per quanto possa fare paura, è un rischio che a volte bisogna accettare se si vuole provare a cambiare la propria condizione.
Come ha sottolineato nella sua intervista, la lotta interna che Bill ha dovuto affrontare tra il college e Microsoft è una dimostrazione di come il successo sia una strada piena di compromessi e il coraggio di rischiare può essere decisivo in certe occasioni.
La sua esperienza continua a ispirare generazioni di giovani imprenditori, dando prova che, a volte, un buon risultato arriva nonostante le paure iniziali, e che il rischio calcolato può essere la chiave per realizzare i propri sogni più ambiziosi.
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