È ufficiale chiamare qualcuno «bimbominkia» online è reato di diffamazione. Lo ha stabilito la corte di Cassazione: ecco cosa significa e cosa rischia chi lo pronuncia.
Bisogna fare attenzione all’uso delle parole: scrivere “bimbominkia” sui social è ormai ufficialmente reato di diffamazione. A stabilirlo è stata la sentenza della Corte di Cassazione. Inoltre se qualcuno adopera la parola, appartenente a un uso gergale giovanile, in un gruppo Facebook con oltre 2000 iscritti può essere punibile di diffamazione aggravata.
La sentenza della Cassazione arriva in seguito al processo nato da una querela di Enrico Rizzi, esponente del partito animalista, che è stato insultato e definito “bimbominkia” su una pagina Facebook da un’amica dell’allora presidente del consiglio regionale del Trentino Diego Moltrer.
La Cassazione mette quindi in guardia chi si esprime in modo offensivo sui social invocando il diritto di critica, un diritto che di certo non può giustificare espressione lesive. Purtroppo non tutti gli utenti sono consapevoli che vi sono delle regole ben specifiche nell’utilizzare correttamente i social. Lo spazio virtuale, come la realtà fuori dagli schermi, non tollera offese e insulti e un commento su una pagina o un gruppo con migliaia di iscritti ha la stessa valenza di una diffamazione o diffamazione aggravata. Ecco cosa significa la parola “bimbominkia” e cosa rischia chi la adopera sui social.
Bimbominkia: cosa significa?
Bisogna fare molta attenzione alle parole che si utilizzano sia in spazi virtuali che nella realtà di tutti i giorni. Utilizzando la parola “bimbominkia” su social si rischia di essere denunciati per diffamazione. Prima di capire il perché della sentenza e cosa rischia chi adopera tale parole, è opportuno sapere cosa significa.
Il termine - registrato la prima volta nel 2007 nel dizionario Zingarelli - è ormai entrato a far parte del vocabolario Treccani che definisce così la parola:
Nel gergo della Rete, giovane utente dei siti di relazione sociale che si caratterizza, spesso in un quadro di precaria competenza linguistica e scarso spessore culturale, per un uso marcato di elementi tipici della scrittura enfatica, espressiva e ludica.
Così dall’uso gergale giovanile, rivolgendosi ai compagni di classe che intervengono senza senso interferendo con il dibattito, la parola bimbominkia si carica di una valenza estremamente offensiva diventando a tutti gli effetti un reato.
Bimbominkia: perché è reato di diffamazione?
La Cassazione ha quindi bandito dagli spazi social la parola “bimbominkia”. La sentenza è giunta con il processo di Enrico Rizzi, in qualità di persona offesa e diffamata.
Infatti l’animalista trapanese, che si era trovato a sua volta in giudizio in qualità di condannato per diffamazione per aver offeso la memoria del presidente del consiglio regionale Diego Moltrer, all’indomani della sua morte, ha denunciato un’amica di Moltrer che lo aveva insultato in un gruppo Facebook con oltre 2000 iscritti, appellandolo appunto “bimbominkia”.
L’iter processuale si è concluso qualche giorno fa quando la Corte ha stabilito con la sentenza 12826 che questa parola non è coperta dal diritto di critica (a differenza di quello che potrebbero credere alcuni utenti che si appellavano a tale diritto), in quanto il termine significa “persona con un quoziente intellettivo limitato”.
Bimbominkia: cosa rischia chi utilizza questa parola?
Chi adopera la parola “bimbominkia” sui social commette reato di diffamazione. Come stabilito dalla Cassazione con la sentenza 12826 del 2022: chi utilizza questa parola rischia non solo una multa ma può ricevere anche una condanna di reclusione.
La sentenza ricorda infatti che è previsto un minimo di 516 euro di multa e fino a 3 anni di reclusione per l’utente che diffonde insulti su Facebook. I giudici hanno spiegato che il reato costituisce diffamazione aggravata (articolo 595 del codice penale) se si adopera questa parola in gruppi con più di 2000 iscritti.
Dall’uso gergale la parola bimbominkia è diventata a tutti gli effetti un reato, aggravato se si utilizza in un social network, che ne amplifica la portata offensiva.
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