Bitcoin è al palo ma non è una cattiva notizia: mentre la maggior parte delle asset class crolla al peggiorare del contesto macro, la criptovaluta si dimostra resiliente. Ecco cosa aspettarsi.
Bitcoin è al palo mentre le altre asset class crollano al peggiorare del contesto macro e sulle prospettive di una imminente recessione globale. La criptovaluta più nota al mondo si dimostra resiliente e si svincola dalla forte correlazione con i titoli tech: la tempesta valutaria che si è abbattuta sulla sterlina inglese ha fatto crescere del 1.150% il volume di trading di GBP/BTC.
Questo significa che Bitcoin potrebbe diventare un asset rifugio in tempo di crisi? Ecco cosa aspettarsi nei prossimi mesi.
Bitcoin e la correlazione con il Nasdaq
Dal 21 settembre Bitcoin ha guadagnato quasi 6 punti percentuali, l’indice Nasdaq Composite ha perso il 7%. Quella correlazione vista da inizio anno tra la valuta digitale e i titoli tecnologici sembra svanita nelle ultime settimane. Non va dimenticato però che da inizio anno Bitcoin ha perso il 58% del suo valore mentre il Nasdaq il 27%, confermando la natura altamente speculativa dell’asset digitale.
Da un punto di vista grafico entrambi i prodotti finanziari si trovano al di sopra di importantissimi supporti di medio termine e sopra i minimi di metà giugno: Bitcoin sopra area 17.500 e il Nasdaq sopra 10.500 punti. Non sembrano dunque esserci valide motivazioni per cui da ora in avanti Bitcoin possa sovraperformare il Nasdaq.
A meno che non si generi una nuova «bull run» di Bitcoin grazie allo sviluppo della tecnologia.
Previsioni al rialzo per Bitcoin: a quali condizioni
Il prossimo rally di Bitcoin sarà generato da un’innovazione nella sua tecnologia e non sulla speculazione. Questa è l’opinione di Mike Novogratz, CEO di Galaxy Digital, che fa notare come la corsa del 2017 - tra le più impressionanti nella storia della criptovaluta - è da attribuire alla speculazione e al forte desiderio della Gen Z e dei Millennial di ribellarsi alla eccessiva centralizzazione dei governi (a livello mondiale).
L’altro rally significativo è stato quello di fine 2021 che ha portato Bitcoin al test del record a 69.000 dollari: in questo caso la causa scatenante è stata la narrativa di una crescente digitalizzazione della società durante la pandemia di Covid-19. Anche in questo caso sono state le aspettative a guidare il rialzo.
Secondo Novogratz, la futura bull run di Bitcoin sarà determinata al 50% da ragioni più legate a una maggiore utilità della criptovaluta e solo al 50% dalla speculazione.
Bitcoin potrebbe scomparire: la visione nefasta del Nobel Taleb
Il premio Nobel Nassim Nicholas Taleb è di tutt’altra opinione. Da sostenitore di Bitcoin e delle criptovalute, Taleb ne è diventato un acerrimo detrattore, arrivando a sostenere che sia un «tumore» e un meccanismo con le caratteristiche di uno schema Ponzi aperto.
Secondo Taleb l’adozione di massa di Bitcoin è stata fatta da una generazione, sotto i 40 anni, che non ha minimamente idea di come funzioni realmente l’economia: Bitcoin è nato e si è sviluppato in una fase in cui i mercati erano drogati dai tassi a zero delle banche centrali.
«I tassi di interesse zero per un lungo periodo di tempo, danneggiano l’economia, creano bolle, creano tumori come Bitcoin», ha dichiarato Taleb.
Secondo l’autore, l’esperienza e la competenza di chi ha investito con un tasso di sconto prossimo allo zero sono pari a quelle di chi ha studiato fisica senza gravità. Per questo Bitcoin è destinato a implodere.
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