Bitcoin verso la chiusura mensile migliore da settembre 2021: le aspettative di un rallentamento dei rialzi dei tassi Fed alimentano la propensione al rischio.
Bitcoin verso la chiusura mensile migliore da settembre 2021. L’atteggiamento più morbido della Fed nel processo di rialzo dei tassi verso il 3,25-3,50% entro fine anno alimenta la propensione al rischio.
Molti investitori hanno già approfittato di un rimbalzo di quasi il 30% nel corso del mese: lecito chiedersi se è il momento di comprare o di vendere.
Bitcoin e la crisi del primo semestre 2022
Bitcoin e le altre monete virtuali sono state fortemente penalizzate dalla stretta monetaria - che la Fed ha iniziato a marzo e proseguito a maggio e giugno - ma soprattutto dal collasso degli asset digitali con leva, tra cui quello dell’hedge fund di criptovalute Three Arrows Capital.
La speculazione alimentata dalla Fomo, la paura di restare fuori da un mercato cresciuto a dismisura, l’illusione di ottenere rendimenti superiori a quelli garantiti da strumenti tradizionali, progetti gonfiati e ben proposti in un trend di inclusione finanziaria hanno spazzato via oltre 2.000 miliardi di dollari nel periodo tra novembre 2021 (quando la capitalizzazione totale del mercato ha raggiunto i 3.000 miliardi di dollari) e giugno 2022 (quando la capitalizzazione è scesa sotto i 1.000 miliardi di dollari).
In base alle più recenti previsioni di JP Morgan, la riduzione della leva finanziaria - quella innescata a maggio dal crollo dell’ecosistema Terra - potrebbe essere giunta al termine.
Anche da un punto i vista grafico, il trend ribassista sta progressivamente perdendo momentum lasciando spazio a reazioni.
Bitcoin: è il momento di comprare o vendere?
Bitcoin sta per archiviare il mese di luglio con un progresso di quasi il 30%. Un risultato di tutto rispetto che accende luci di speranza per un ritorno alla crescita nel medio lungo termine.
Tuttavia in molti si chiedono se sia il caso di entrare in corsa dopo un +30%.
Ecco perché non basta guardare solo al ritorno della propensione al rischio e alla creazione di un ambiente più favorevole, negli States, agli investimenti speculativi grazie a una Fed più dovish e determinata a ridurre gli oneri finanziari nel 2023.
Resta infatti sullo sfondo il rischio di recessione economica, per ora smentita da Jerome Powell ma confermata dal dato sul Pil in calo per il secondo mese consecutivo.
Bitcoin e Dollar Spot Index (DXY)
Un altro segnale a favore di un rimbalzo di Bitcoin è dato dal Dollar Spot Index (DXY). L’indice rappresenta il valore del tasso del dollaro rispetto a un paniere di valute e il 14 luglio ha raggiunto un livello record a 109 dollari, per poi avviare una flessione.
Certo il trend del dollaro resta fortissimo e sostenuto da fattori geopolitici e macroeconomici, oltre a riflettere le scelte di politica monetaria della Federal Reserve. Da inizio anno, infatti il dollaro ha continuato ad attirare capitali defluiti dagli asset più rischiosi, tra i quali possiamo annoverare Bitcoin e gli altri crypto asset.
Sebbene non ci siano le condizioni per una inversione di questa tendenza, sul grafico del Dollar Spot Index (DXY) è apparsa una figura di inversione: sul grafico mensile si sta formando una candela di tipo «shooting star». Si tratta di un elemento che compare di norma in prossimità di resistenze rilevanti e che può segnalare un rallentamento dell’uptrend. La perdita dei supporti in area 105 favorirebbe ulteriori cali verso 103,50 poi fino a 101, quota pari al 38,2% di ritracciamento del rialzo in atto da maggio 2021. Questo fattore potrebbe sostenere la corsa di Bitcoin, cui il DXY è inversamente correlato.
I livelli critici di Bitcoin
Dall’analisi del grafico notiamo però che non ci sono ancora le condizioni tecniche perchè questo avvenga. Dal minimo del 18 giugno, i prezzi si muovono all’interno di un canale crescente attualmente compreso tra 20.800 e 24.500 dollari (livello avvicinato proprio nella giornata di oggi, il 29 luglio). Il pennant è una figura di continuazione che interrompe solo temporaneamente il trend precedente, pertanto solo la rottura netta dei 24.500 dollari darebbe valore all’ipotesi di rialzo per target a 26.600, minimo del 12 maggio, e più in alto fino ai 30.000-31.000 dollari.
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