La tecnologia blockchain potrebbe presto rivoluzionare il sistema pensionistico mondiale, ma in che modo?
Pensioni e blockchain: la relazione tra due mondi apparentemente distanti potrebbe rivelarsi più forte del previsto.
Non soltanto in Italia, ma praticamente ovunque nel mondo quello delle pensioni rappresenta spesso un elemento di grande preoccupazione per i cittadini, e questo soprattutto in un’epoca piuttosto complicata, nella quale governi, forze di maggioranza e opposizione stanno lavorando per tracciare una strada sostenibile, efficace e meno gravosa.
Secondo una recente indagine di Mercer, le pensioni rappresentano oggi il principale timore finanziario per un quinto degli americani della classe media e, purtroppo, sembra che ci siano più motivi che mai per essere preoccupati, con enormi deficit pensionistici ormai evidenti in tutto il mondo.
Opinione ormai largamente condivisa è quella per cui la tecnologia blockchain sarà in grado di rivoluzionare questo settore, permettendo (tramite i suoi innovativi strumenti) di costruire un’infrastruttura di pensioni molto più robusta.
I problemi del settore pensionistico mondiale
Secondo un report di Citi del 2016, i 20 maggiori Paesi dell’OCSE hanno un deficit combinato di 78 trilioni di dollari nel finanziamento delle pensioni pubbliche. Una cifra imponente che, tuttavia, sta continuando a crescere: si stima che 8 delle maggiori economie globali fronteggeranno un deficit combinato di $400 trilioni entro il 2050 (5 volte l’odierna taglia dell’economia mondiale).
L’aumento dell’aspettativa di vita e il minor numero di figli concepiti dalle famiglie sono soltanto le due ciliegine sulla torta.
Secondo parte degli osservatori, la tecnologia blockchain sarà in grado di risolvere parte degli attuali problemi del settore pensioni. L’obiettivo è uno: creare un sistema più controllato e fidato che potrebbe trovare ragion d’essere nella decentralizzazione.
Salviamo le pensioni con blockchain
L’idea di rivoluzionare il sistema pensionistico tramite la tecnologia blockchain è stata fatta propria da diverse startup tra cui Acropolis, che ha dato vita ad una piattaforma trasparente, poco esposta alla corruzione e perfettamente in grado di immagazzinare i dati degli utenti.
Un sistema, questo, in grado di guadagnarsi molta più fiducia rispetto ai classici istituti di previdenza incaricati di gestire e provvedere alle pensioni.
Traslare l’innovazione blockchain nel ramo pensioni potrebbe comportare diversi benefici per i cittadini di tutto il mondo: maggiore trasparenza, fiducia, chiarezza, precisione nella definizione dei termini e delle norme dell’intero sistema e, ovviamente, maggiore comprensione di quest’ultimo.
Come nel caso di Acropolis, poi, si potrebbero anche introdurre incentivi per i performer più affidabili oltre che premi per gli informatori che espongono pratiche illegali. L’obiettivo della tecnologia nel settore pensioni dovrebbe essere quello di creare un ecosistema fiduciario, sicuro e affidabile.
La blockchain, in altre parole, potrebbe presto configurarsi come la risposta ai problemi del sistema pensionistico globale.
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