Bloomberg può vincere le primarie democratiche USA?

Violetta Silvestri

21/02/2020

Bloomberg può vincere le primarie democratiche USA? Il quesito è di stretta attualità ora che si avvicina il debutto alle elezioni per le nomination del miliardario. Ecco quali potrebbero essere i suoi punti di forza.

Bloomberg può vincere le primarie democratiche USA?

Non sarà di scena nelle primarie USA del Nevada, ma Bloomberg sembra essere il vero protagonista della scena politica statunitense.

Nel fervore della campagna elettorale per la nomination democratica, il partito contro Trump sta ancora cercando il suo vero leader che possa sconfiggere - almeno potenzialmente - l’attuale inquilino della Casa Bianca.

Nel primo dibattito TV che ha visto partecipare il miliardario ex sindaco di New York contro i suoi sfidanti dem, gli occhi sono stati tutti puntati su Bloomberg. Contro di lui sono piovute critiche feroci sul suo passato tutt’altro che democratico, soprattutto dall’invettiva di Sanders - che avanza nei sondaggi - e della Warren.

Per molti analisti l’interesse verso il magnate sta crescendo, così come l’appoggio degli elettori ad una sua nomination. La domanda, quindi, è più che pertinente: Bloomberg può davvero vincere le primarie democratiche USA?

Bloomberg e primarie democratiche USA: ecco perché potrebbe vincere

Non è di certo il candidato più ortodosso del partito democratico o dell’elettorato di riferimento, ma Bloomberg possiede alcune potenzialità che secondo diversi osservatori dovrebbero essere attentamente presi in considerazione.

Dalla questione della sua ricchezza personale, alle ingenti somme spese per la campagna elettorale fino al suo confronto con gli altri candidati democratici, Bloomberg potrebbe sfoderare armi tutt’altro che deboli.

L’attuale scenario tra gli aspiranti rivali di Trump, inoltre, sembra frammentato, sebbene Sanders stia trascinando elettori entusiasti sulla sua proposta politica. La posizione così marcatamente socialista, però, lascia ancora parecchie perplessità. Dall’altra parte, i candidati più moderati, quali Biden e Buttigieg, ancora non hanno davvero convinto.

Bloomberg, quindi, può avere più di una chance per dominare nelle primarie democratiche USA. I motivi sono almeno 4.

1. Ricchezza personale

La questione del patrimonio personale di Bloomberg ha una duplice valutazione. Se, infatti, da una parte suscita feroci critiche - soprattutto da Sanders - perché lo avvicina ai magnati di Wall Street, allontanandolo dalla gente comune, dall’altra potrebbe essere vantaggiosa.

I 50 miliardi di fortuna che il candidato ha a disposizione lo mettono sullo stesso piano proprio del suo rivale Trump, colpendo il nemico con lo stesso strumento da lui utilizzato: i soldi.

2. Campagna elettorale

Negli ultimi mesi Bloomberg ha assunto personale a un ritmo sorprendente per far fronte alla campagna elettorale. La sua offerta di salari è allettante e il suo appetito di assunzione è stato così vorace che altri candidati stanno lottando per aumentare le persone a disposizione nei propri uffici.

Il punto di forza della macchina organizzativa per la campagna elettorale di Bloomberg è che non ci sono soltanto agenti politici. Il magnate possiede una società di media e ha accesso a tutti i tipi di talenti del marketing. Sta già utilizzando influencer di Instagram e altre star dei social media in una spinta molto moderna per influenzare gli elettori.

3. Abilità politica

Bloomberg ha vinto tre elezioni da sindaco prima come repubblicano e poi come indipendente in una città che è democratica in proporzione 5 a 1. Non è certo considerato un politico che si fa indietro al primo ostacolo.

Anzi, la sua caparbietà potrebbe aiutarlo. Come candidato sindaco era perfettamente felice di sostenere politiche impopolari. Anche se adesso i suoi avversari politici gli hanno chiesto spiegazioni su alcune controverse decisioni nei tempi passati - Bloomberg ha dichiarato le scuse su determinati comportamenti passati - la sua caparbietà nell’andare avanti con leggi poco gradite potrebbe essere positiva. Sarebbe il segnale, per molti, che non è un politico che vuole soltanto abbindolare gli elettori.

4. Consenso in crescita

Bloomberg ancora non ha partecipato alle elezioni per le primarie democratiche. Il suo debutto ci sarà nel Super Tuesday di marzo. La popolarità, però, sta già crescendo e secondo la media degli ultimi sondaggi, il consenso sul miliardario è cresciuta in modo importante, portandolo al terzo posto, con il 15,9% delle preferenze.

L’ingresso ufficiale in partita, quindi, ha molte potenzialità di farlo salire ancora nelle stime di voto. In più, il sostegno finanziario di Bloomberg alla campagna Mayors Against Illegal Guns, con lo scopo di combattere la violenza armata, gli ha portato l’approvazione di 23 sindaci, più di ogni altro candidato. Ciò può avere un impatto enorme sugli sforzi di voto in quelle città.

Da queste considerazioni, quindi, emerge che il gioco è ancora aperto per la nomination democratica, con Bloomberg che potrebbe vincere le primarie USA.

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