Il figlio del leader di partito più colpito dall’inchiesta Mani Pulite accusa il magistrato appena deceduto di aver guidato un golpe
Il magistrato Francesco Saverio Borrelli si è spento questa mattina a Milano, nell’hospice Floriani dell’Istituto dei Tumori dove era ricoverato. Aveva 89 anni, era nato a Napoli nell’aprile 1930 ed era entrato in magistratura nel 1955.
Una vita nelle aule di tribunale, principalmente a Milano, poi alla Corte d’Appello quando pronunciò nel 2002 il famoso discorso “Resistere, resistere, resistere, come sulla linea del Piave” in appello all’indipendenza della magistratura, il suo nome rimarrà per sempre legato al pool di Mani Pulite, che lui guidò, e all’inchiesta che segnò la fine della Prima Repubblica. Insieme alle espressioni di cordoglio da tutto il mondo politico e istituzionale, ne arriva una fuori dal coro: quella di Bobo Craxi, figlio dell’ex leader socialista Bettino, che descrive Borrelli praticamente come un golpista, che capitanò “un sovvertimento istituzionale”.
Morto Borrelli, guidò il pool di Mani Pulite
Nei primi Anni ‘90, il pool di Mani Pulite guidato da Borrelli e composto anche da Antonio Di Pietro, Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, sconvolse la politica italiana mettendo in luce corruzione e connivenze fra quest’ultima e il mondo dell’imprenditoria.
La DC e il PSI, i partiti più coinvolti dalle indagini, praticamente scomparvero. Craxi, leader del partito socialista che vide molti membri in carcere o spinti al suicidio, venne esposto al famoso “lancio delle monetine” da parte della folla all’uscita dell’Hotel Raphael.
Le parole di Craxi su Borrelli
Questa la lettura odierna di Bobo Craxi: “Ebbe la funzione di guidare un sovvertimento istituzionale da parte di un corpo dello Stato nei confronti di un altro. Non è una mia opinione personale, i giuristi lo chiamano colpo di Stato”. Una visione non originale, perché i pm del pool sono stati oggetto di pesanti attacchi sin dall’alba dell’inchiesta.
Anche per questo oggi Francesco Greco, attuale capo della procura milanese e allievo di Borrelli, lo ricorda così: “Francesco Saverio Borrelli era un capo che sapeva proteggere i suoi uomini, una persona che ha fatto la storia d’Italia”.
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