Bollettino Bce: tassi più alti di 50 pb a marzo, ma Panetta frena. Cosa accadrà?

Violetta Silvestri

16/02/2023

Il bollettino economico Bce conferma il rialzo dei tassi di interesse di 50 pb a marzo. Intanto Fabio Panetta esprime un tono più cauto sulla politica restrittiva. Cosa sta per accadere in Eurozona?

Bollettino Bce: tassi più alti di 50 pb a marzo, ma Panetta frena. Cosa accadrà?

Il bollettino economico Bce non ha svelato grandi sorprese: i tassi di interesse continueranno a essere aumentati nella lotta determinata dell’Eurotower nei confronti dell’elevata inflazione.

“Mantenere i tassi di interesse a livelli restrittivi ridurrà nel tempo l’inflazione frenando la domanda e proteggerà anche dal rischio di un persistente spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione, si legge nel documento ufficiale, che ribadisce così quanto già esplicito nella riunione del 2 febbraio e nella stessa conferenza stampa di Lagarde.

Tuttavia, c’è un alone di incertezza intorno alla Bce e alle sue mosse successive. Se da una parte il rialzo del costo di indebitamento di altri 50 punti base il 16 marzo sembra inevitabile, dall’altra non è chiaro fino a quando e con quale ritmo proseguirà la politica monetaria aggressiva in Eurozona.

A testimonianza anche di vedute con diverse sfumature, il membro della banca centrale europea Panetta ha appena manifestato un tono più cauto sulle prossime decisioni Bce. Cosa sta davvero per accadere? L’Eurozona attende una primavera “calda”?

Bollettino Bce: in arrivo tassi più alti di 50 pb a marzo. E poi?

Nessuna sorpresa nel bollettino economico della Bce: “Alla luce delle sottostanti pressioni inflazionistiche, il Consiglio direttivo intende aumentare i tassi di interesse di altri 50 punti base alla prossima riunione di politica monetaria di marzo e valuterà quindi il successivo percorso della sua politica monetaria.”

Una conferma, quindi, della determinazione della banca centrale europea a far tornare l’indice dei prezzi al target fissato del 2%. Sullo sfondo, si ribadisce anche come l’Eurozona rimanga in bilico tra luci e ombre per quanto riguarda la ripresa.

“La modesta attività globale e l’elevata incertezza geopolitica, soprattutto a causa della guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il suo popolo, continuano a ostacolare la crescita dell’area dell’euro. Insieme all’inflazione elevata e alle condizioni di finanziamento più restrittive, questi venti contrari frenano la spesa e la produzione, soprattutto nel settore manifatturiero.”, si legge nel bollettino.

Di contro, strozzature delle catene di approvvigionamento globale in diminuzione, stoccaggi di gas in Europa ben equipaggiati, la ripresa dei servizi e, in generale, una certa resilienza della crescita in Eurozona stanno attutendo l’incertezza.

L’inflazione è guidata al ribasso da un calo recente dei prezzi energetici. Ma attenzione: il ribasso non è ancora completamente arrivato nella componente di fondo. Inoltre, per la Bce, i rischi al rialzo dei prezzi sono guidati dalla ripresa della domanda in Cina, dall’incertezza sulla guerra in Ucraina, da una possibile dinamica in alto dei salari.

In questo contesto, la Banca centrale europea ha finora azzardato l’anticipo della mossa da 50 punti base di rialzo dei tassi di marzo. Cosa accadrà dopo? Se lo chiedono analisti, mercati, politici dei Paesi a moneta unica. La valutazione sul dopo-marzo è stata rimandata in base ai dati, ma si sta già profilando una lotta tra falchi e colombe.

Perché Panetta ha un tono più cauto sui tassi?

Proprio mentre il bollettino Bce conferma la politica dei tassi di interesse più alti, si diffonde il tono cauto di Panetta, membro del Comitato esecutivo della banca.

Il suo intervento è chiaro: “sosterrò che la Bce non dovrebbe pre-impegnarsi incondizionatamente a future mosse politiche. Al contrario, dobbiamo calibrare la nostra politica monetaria in modo che sia dipendente dai dati, lungimirante e adattabile ai mutevoli sviluppi.”

Tradotto: annunciare prossimi aumenti dei tassi di interesse in anticipo, in nome della lotta all’inflazione, non è auspicabile e questo perché, secondo Panetta, gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse si vedranno pienamente solo nei prossimi mesi. C’è, quindi, la necessità di un maggiore approccio attendista per vedere come reagiranno tutti gli ambiti macro, finanziari, economici.

La ricetta di Panetta è la prudenza e l’attenta valutazione, riunione per riunione, dei dati:

“con i tassi che ora si spostano in territorio restrittivo, sono l’estensione e la durata della restrizione della politica monetaria che contano. Agendo sui nostri rialzi dei tassi ufficiali, ovvero muovendoci a piccoli passi, possiamo garantire di calibrare entrambi gli elementi in modo più preciso alla luce delle informazioni in arrivo e della nostra funzione di reazione. Questo quadro ci consentirà di tornare al nostro obiettivo senza indebiti ritardi. E ci consentirà di farlo con un costo minimo per l’economia e l’occupazione, riducendo il rischio di stringere troppo.”

C’è un avvertimento nel ragionamento di Panetta: non occorre già ora prevedere passi troppo in avanti nella politica monetaria. Farlo, “equivarrebbe a legarsi le mani in un momento in cui le prospettive dell’inflazione possono cambiare rapidamente.”

La sua valutazione si aggiunge a toni più cauti anche di altri esponenti, come il governatore Visco qualche giorno fa. Il pericolo, in sostanza, è che si corra troppo velocemente con i tassi alti senza valutare attentamente tutti gli effetti. Bce avvisata?

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