La banca finita nel mirino di UniCredit ha messo in evidenza che il boom degli ordini ha consentito la l’emissione di un bond con spread più contenuto di sempre.
Banco BPM, la banca italiana guidata dal CEO Carlo Messina finita preda delle mire di UniCredit, ha annunciato di aver emesso con successo un nuovo bond Social Senior Preferred, con scadenza cinque anni per un ammontare pari a 500 milioni di euro, a fronte di un boom di richieste.
“Gli ordini, provenienti da oltre 150 investitori hanno raggiunto al picco i 2,4 miliardi di euro ed hanno consentito la realizzazione dell’operazione con lo spread più contenuto di sempre dalla nascita del Gruppo”.
La banca guidata dal CEO Giuseppe Castagna ha precisato che circa la metà degli ordini è arrivata da investitori con un forte focus ESG.
Banco BPM, successo dell’emissione del bond: la cedola fissa
Il bond di Banco BPM è stato emesso ad un prezzo pari a 99,607%, con cedola fissa pari al 3,375%.
L’obbligazione, riservata agli investitori istituzionali, è stata emessa a valere sul Programma Euro Medium Term Notes dell’emittente e ha un rating atteso di Baa2/BBB/BBB/BBB (Moody’s/S&P/Fitch/DBRS).
L’istituto di credito guidato da Castagna ha affermato che si tratta del suo primo Social Bond italiano del 2025 emesso nell’ambito del Green, Social and Sustainability Bonds Framework che porta il totale delle emissioni ESG di Banco BPM a 6,25 miliardi di euro.
A cosa saranno destinati i proventi e chi ha fatto incetta dei bond
I proventi, ha precisato l’istituto di credito, saranno destinati al rifinanziamento di Eligible Social Loans, come definiti nel Framework della Banca, pubblicato il 7 novembre 2023.
Per la precisione, sottolinea il comunicato di BAMI, la raccolta sarà finalizzata al rifinanziamento di prestiti erogati a PMI italiane, localizzate in aree economicamente svantaggiate.
Il Framework si integra nella strategia ESG di Banco BPM e rappresenta la concreta realizzazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale che sempre più indirizzano e caratterizzano le diverse aree di business della Banca.
Gli investitori che hanno partecipato all’operazione sono principalmente asset manager (49%), official institution (20%) e banche (19%), con una spiccata presenza di investitori esteri, tra cui la Francia col 37%, il Benelux con il 13%,l’Irlanda e Regno Unito con l’8%), ma anche dell’Italia, con una incidenza pari al 35%.
Hanno agito in qualità di Joint Bookrunners Banca Akros (parte correlata dell’emittente), BNP Paribas, Crédit Agricole CIB, Deutsche Bank, Goldman Sachs, J.P. Morgan e Banco Santander. Credit Agricole CIB ha altresì operato quale Green and Social Structuring Advisor.
Le azioni del Banco rimangono sotto il radar degli investitori, in vista della prossima ed eventuale mossa di UniCredit, banca guidata dal banchiere Andrea Orcel, che potrebbe decidere se e quando rilanciare l’OPS presentata alla fine di novembre per conquistare Piazza Meda.
Diverse le ipotesi sullo spazio che UniCredit avrebbe a disposizione per alzare la posta, formulate tra gli altri anche dagli analisti di JP Morgan.
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