Il bonus P.IVA e liberi professionisti a maggio sale a 1.000 euro: per richiederlo, però, bisognerà dimostrare una riduzione del fatturato per le mensilità di marzo e aprile.
Il bonus per i lavoratori autonomi e liberi professionisti a maggio sale a 1.000 euro; tuttavia non sarà facile riceverlo.
A differenza del bonus di 600 euro riconosciuto ad aprile, infatti, per ricevere l’indennità una tantum di 1.000 euro nel mese di maggio servirà dimostrare di aver subito una riduzione significativa del fatturato rispetto all’anno precedente.
Quindi, il bonus 1.000 euro di maggio non sarà per tutti, ma solamente per coloro che effettivamente sono stati penalizzati dal lockdown.
A tal proposito, i lavoratori autonomi - su consiglio dei loro commercialisti e consulenti fiscali - stanno cominciando ad organizzarsi per essere pronti una volta che verrà data la possibilità di richiedere il bonus 1.000€, ovvero cominciando a preparare fatture e corrispettivi necessari per dimostrare una riduzione del fatturato.
Se pensate di richiedere il bonus di 1.000€ - riconosciuto esclusivamente per il mese di maggio - potete cominciare anche voi ad organizzarvi così da avere tutto pronto una volta che questo contributo sarà operativo.
Bonus 1.000 euro di maggio per lavoratori autonomi: chi può ottenerlo
Il bonus di 600 euro riconosciuto ai lavoratori autonomi dall’articolo 27 del Decreto Legge 18/2020 verrà rinnovato automaticamente per il mese di aprile. Quindi, chi ne ha beneficiato a marzo lo otterrà anche per aprile (una volta che il Decreto Maggio verrà approvato), ma non per maggio quando il contributo sale a 1.000 euro e nel contempo prevede dei requisiti ulteriori.
Nel dettaglio, nel testo del Decreto Rilancio, si legge che per ottenere l’indennità di 1.000 euro bisognerà dimostrare che per far fronte all’emergenza la propria attività è cessata, o anche è stata sospesa. In alternativa si dovrà dimostrare di aver subito una riduzione di almeno il 33% del fatturato per il secondo bimestre del 2020 (rispetto al secondo bimestre del 2019), ovvero nei mesi di marzo e aprile.
Questo non vale per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’AGO (esclusi dalla possibilità di richiedere questo bonus), ma solo per i liberi professionisti titolari di Partita Iva attiva iscritti alla Gestione separata dell’INPS.
Bonus 1.000 euro di maggio: come ottenerlo
Per accertare un’eventuale perdita di fatturato bisogna preparare le fatture di marzo e aprile del 2020 e quelle relative allo stesso bimestre del 2019.
Nel dettaglio, per calcolare la perdita del fatturato, il reddito va individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute in quel determinato periodo, in cui andranno comprese eventuali quote di ammortamento.
Come prima cosa, quindi, il soggetto dovrà verificare fatturati del 2019 e del 2020 e capire se è nella condizione di ottenere il bonus. Una volta avuta la certezza, il soggetto che intende richiedere il bonus dovrà presentare la domanda all’INPS nella quale andrà ad autocertificare il possesso di tali requisiti.
Il controllo avverrà ex post, con l’INPS che andrà ad informare l’Agenzia delle Entrate riguardo ai dati identificativi dei soggetti che lo hanno richiesto, così da verificare se ci sono persone che ne hanno fatto domanda pur non avendone i requisiti. Sarà l’Agenzia a comunicare all’INPS l’esito dei riscontri effettuati.
Bonus 1.000 euro di maggio: a chi spetta senza dimostrare il fatturato
Ci sono altre categorie che potranno accedere all’indennità di 1.000 euro prevista per il mese di maggio 2020 senza dover dimostrare una riduzione del fatturato.
Nel dettaglio, questo vale per i lavoratori titolari di rapporti di Co.Co.Co. iscritti alla Gestione separata. L’importante è che per questi la durata del rapporto di collaborazione non si protragga oltre il 31 dicembre 2020.
Lo stesso vale per i lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto.
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