Bonus 200 euro beffa per gli insegnanti che dovranno restituirlo: cosa è successo

Giorgia Bonamoneta

27/02/2023

100 mila insegnanti dovranno restituire in piccole rate il bonus 200 euro. Ecco costa sta succedendo.

Bonus 200 euro beffa per gli insegnanti che dovranno restituirlo: cosa è successo

Il bonus di 200 euro distribuito ai lavoratori dipendenti dal governo Draghi oggi viene restituito a rate da 25 euro mensili sullo stipendio. Si tratta del bonus da 200 euro per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo fino a 35.000 euro lordi. La beffa sta nel fatto che alcune categorie, come gli insegnanti, a dicembre hanno avuto in busta paga gli arretrati previsti dal contratto già scaduto e hanno così superato il reddito annuo previsto per il bonus 200 euro.

Sono circa 100.000 i lavoratori scolastici, coloro che percepivano un reddito annuo intorno ai 33-34.000 euro, che dovranno restituire il bonus. Le organizzazioni sindacali hanno sempre giudicato male i bonus di questo tipo, perché la loro utilità è ridotta rispetto ad altre riforme sui contratti e posso capitare simili beffe.

Il fatto è che a luglio erano molti gli insegnanti che attendevano il bonus da 200 euro, sintomo che gli stipendi non sono adeguati al costo della vita e togliere questo bonus è deleterio per le tasche delle famiglie di almeno 100.000 dipendenti del settore scolastico.

Situazione simile anche per dipendenti pubblici che devo restituire il bonus Renzi che hanno ricevuto come bonus in busta paga a gennaio e febbraio 2022, mentre il limite di reddito è passato da 28.00 a 15.000 euro soltanto a marzo. In pratica Noipa ha continuato a erogare il bonus anche ai non aventi diritto e tutti coloro che sono risultati con un reddito superiore a 15.000 euro, ma inferiore a 28.000 euro, dovranno restituire una somma totale di 200 euro in piccole rate mensili.

Ecco cosa sta succedendo con il recupero dei bonus economici dei dipendenti pubblici.

Bonus beffa: governo si riprende il bonus 200 euro degli insegnanti

Secondo la Flc Cgil sono circa 100.000 i docenti che dovranno restituire il bonus da 200 euro. La platea non è affatto ristretta, perché coinvolge tutte persone con uno stipendio intorno ai 33-34.000 euro annui. Si tratta di platea prevedibile proprio per lo stipendio che, gonfiato degli arretrati in busta paga arrivati a dicembre e dalle attività eccedenti l’orario scolastico regolare, ha visto superare lo scaglione previsto dal decreto Aiuti bis.

L’aumento si è tradotto in una richiesta di restituzione che avverrà automaticamente dopo l’erogazione a luglio dei 200 euro. Secondo la segretaria nazionale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, la politica dei bonus è asfittica e va superata. Le retribuzioni non possono essere ossigenate dai bonus ed evidente che un aumento sistematico è necessario.

Si tratta, secondo Barbacci, di un segnale di allarme che si registra non solo nella scuola, ma più in generale nei contratti di lavoro. È il pesante fardello della mancanza di un aumento di stipendio dei dipendenti pubblici; servirebbe infatti un aumento adeguato e non in ritardo, per garantisce una vita dignitosa all’aumentare del costo della vita. Barbacci conclude raccontando di come in decenni di carriera non ha mai percepito tanta attesa come per il bonus di 200 euro e che ora sarà deleterio per moltissimi dipendenti del settore scolastico vedersi tolti quei fondi.

Bonus 200 euro: la restituzione in piccole rate e (s)comode rate

Sulla questione dei bonus la pensa così anche la segretaria nazionale della Flc Cgil. La questione dei bonus è sempre stata controversa, ma come ha sottolineato Anna Maria Santoro i bonus non andrebbero mai tolti ai lavoratori perché le loro buste paga sono già poco trasparenti e non è sempre chiaro il motivo della sottrazione dei soldi avuti.

Come per altri dipendenti pubblici che hanno superato lo scaglione, la restituzione del bonus è previsto in piccole, ma non così comode rate. È stata infatti deliberata non un’unica soluzione, ma 8 rate mensili del valore di 25 euro l’una. Il recupero del bonus 200 euro partirà con lo stipendio di febbraio 2023, sul quale risulterà la trattenuta di un importo di 25 euro netti e le rate proseguiranno fino allo stipendio di settembre 2023.

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