Nuove opportunità per gli agricoltori, fino a 600 euro per ettaro di terreno se si lasciano a riposo. Nuovi incentivi per la tutela della biodiversità.
Lasciare i terreni a riposo può portare contributi economici importanti, in particolare si possono ottenere fino a circa 600 euro per ettaro di terreno. Ecco come.
La PAC, Politica Agricola Comune, prevede diversi aiuti per le aziende agricole. Gli aiuti stessi sono però condizionati dal rispetto di alcuni requisiti. Tra questi vi sono le condizioni della Bcaa8. Questa prevede l’obbligo, per accedere agli aiuti di lasciare incolti terreni pari al 4% dell’intera superficie per la quale si richiede il bonus agricolo.
L’obiettivo è tutelare la biodiversità, ma ecco nel dettaglio cosa prevede questa misura e come gli agricoltori possono ricevere contributi per lasciare i terreni a riposo.
Bonus agricoltura per i terreni a riposo, ecco perché
Rispettare le condizionalità è necessario per accedere ai pagamenti base della PAC che sono la parte più consistente degli aiuti previsti.
La Bcaa 8 prevede tre impegni:
- percentuale minima della superficie agricola destinata a superfici o elementi non produttivi;
- mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio;
- divieto di potare le siepi e gli alberi nella stagione della riproduzione e della nidificazione degli uccelli.
La prima condizione è sicuramente la più importante, è necessaria al fine di preservare la biodiversità attraverso protezione degli uccelli e degli impollinatori e richiede che almeno il 4% dei terreni resti a riposo, cioè non sia coltivata.
La percentuale del 4% può essere raggiunta anche con superfici non produttive permanenti presenti in azienda.
Si possono, inoltre, creare fasce tampone e inerbite. Per fascia inerbita si intende si intende una sezione del terreno ad andamento trasversale rispetto alla massima pendenza, realizzata sui seminativi oltre il 10% di pendenza media.
Per fasce tampone si intendono fasce di almeno 5 metri di larghezza vicino a torrenti, fiumi o altri apparati idrici.
Chiariti i limiti del 4% della superficie a riposo, deve essere ricordato che il Reg. 2024/1468 del 14 maggio 2024 ha tolto tale l’obbligo. Per i coltivatori si tratta di un vantaggio perché diventa più facile accedere ai contributi PAC e perché non si perdono quote di terreni da coltivare e quindi non c’è perdita di raccolto.
Incentivi per chi lascia i terreni a riposo
Al fine però di incentivare la creazione di tali percentuali di terreno a riposo, che come detto hanno la funzione di tutelare la biodiversità, sono stati introdotti degli incentivi per chi decide comunque di mantenere tale condizione. In cosa consistono? Per indurre gli agricoltori a lasciare a riposo i terreni nasce l’Ecoschema 5 che ha 2 livelli.
Nel livello 1 sono previsti sostegni economici per chi lascia superfici improduttive. In alternativa, dal 1° gennaio 2025 è possibile accedere agli aiuti installando stagni, boschetti, fasce alberate e alberi isolati, siepi e filari, muretti a secco, terrazzamenti, sistemazioni idraulico agrarie caratteristiche, margini dei campi, alberi monumentali. Tali elementi, una volta costituiti, sono soggetti all’obbligo di non eliminazione ai sensi della Bcaa 8. Per il livello 1 è previsto un fondo di 10,2 milioni di euro.
Sulla base delle domande pervenute agli Organismi pagatori, Agea ha calcolato un importo di pagamento di 85 €/ha, aumentato a 102 €/ha per le Zone Vulnerabili da Nitrati (Zvn) e per le aree Natura 2000.
Nel livello 2 sono previsti incentivi per chi non solo lascia terreni incolti, ma si occupa del mantenimento di una copertura dedicata con piante di interesse apistico (nettarifere e pollinifere) a perdere, spontanee o seminate, nelle superfici con colture arboree o a seminativo. Le colture di interesse apistico devono essere presenti in miscugli.
Per chi aderisce al livello 2 è prevista la possibilità di cumulare i titoli base con l’ecoschema 4 che prevede ulteriori sostegni economici. L’ecoschema 4 prevede aiuti per chi effettua la rotazione delle colture, in particolare si possono ottenere fino a 77,20 €/ha per l’avvicendamento delle colture.
Si sommano i 500 €/ha per ettaro di terreno per chi semina specie nettarifere e pollinifere utili alle api e agli impollinatori.
Ma per poter avere i contributi non si può seminare cosa e come si vuole, ma è necessario scegliere da una lista ben precisa di piante e coltivarle seguendo delle indicazioni e delle condizioni specifiche. Tra le coltivazioni ammesse vi sono: basilico, calendula officinale, 3 varietà di girasole (varietà Elena, Peredovick e Peredovick Open Pollinated), grano saraceno, erba medica, colza, trifoglio.
Come presentare domanda per accedere ai contributi per terreni incolti
Per il 2025 gli importi riconosciuti saranno probabilmente simili. La domanda deve essere presentata ogni anno entro il 15 maggio, questo è il termine ordinario. La domanda può essere presentata anche nei 25 giorni seguenti rispetto alla scadenza, ma con una riduzione dell’1% degli importi per ogni giorno di ritardo.
La domanda può essere presentata presso gli uffici della Regione se sono stati istituiti. In alternativa può essere presentata attraverso Agea e, infine, attraverso i CAA. Per il 2024 i termini sono stati più volte prorogati, ma non è detto che lo stesso avvenga anche nella campagna 2025.
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