Il Governo deve fare marcia indietro, molti datori di lavoro perdono il bonus assunzioni giovani, nel tentativo di aiutare il Mezzogiorno, molti sono stati danneggiati per errori di valutazione.
La beffa del bonus assunzioni giovani under 35 e donne: i datori di lavoro del Sud perdono gran parte delle agevolazioni riconosciute dal decreto Coesione (Decreto Legge 60 del 2024)
Il Decreto Legge Coesione, anche conosciuto come Decreto Legge Primo maggio, a quasi un anno dalla sua introduzione approda alla sottoscrizione dei decreti attuativi, ma la misura sembra essere ridotta rispetto alle iniziali previsioni.
Con un Comunicato del Ministero del lavoro del 14 aprile 2025 è stato confermato il bonus assunzioni giovani e donne del Decreto Legge 60 del 2024, ma lo sgravio prende il via dal 31 gennaio 2025 e non dal 1° settembre 2024 per i datori di lavoro già svantaggiati.
Ecco perché molti datori di lavoro perdono gran parte delle agevolazioni previste dal Bonus assunzioni.
Bonus assunzioni, il pasticcio per i datori di lavoro del Sud
Si ricorda brevemente che il Bonus assunzioni under 35 e donne prevede agevolazioni per le imprese che assumono giovani di età inferiore a 35 anni (articolo 22 Decreto Legge 60 del 2024) e donne (articolo 23).
Le agevolazioni consistono nell’esonero contributivo fino al 100% nel limite massimo di 500 euro mensili e per 2 anni, per ogni assunzione a tempo indeterminato (o per trasformazione da tempo determinato) di giovani sotto i 35 anni d’età e mai impiegati a tempo indeterminato e donne. Limite che sale a 650 euro per le assunzioni effettuate nelle regioni del Mezzogiorno ( ZES Unica). Proprio per le assunzioni nelle Regioni Zes Unica arriva il pasticcio.
Come anticipato nell’articolo “Bonus assunzioni under 35, che fine ha fatto” c’è stato un disguido normativo perché il decreto Coesione prevede all’articolo 22 uno sgravio contributivo per le imprese che assumono a partire a partire dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025.
La misura è stata poi sottoposta al vaglio dell’Unione europea e in seguito è stato pubblicato il decreto attuativo che appunto prevedeva lo sgravio a partire dal 31 gennaio 2025 data in cui è arrivata l’autorizzazione Ue per la maggiorazione dello sgravio prevista per le regioni della ZES Unica (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna).
Il tutto ha generato panico nelle imprese che avevano assunto da settembre ritenendo di poter accedere all’agevolazione e che, invece, si sono trovate escluse. A pochi giorni dalla pubblicazione, il decreto attuativo sparisce dal sito del Ministero. Fino a ieri 14 aprile.
Purtroppo però da quanto si evince effettivamente la misura del Bonus assunzione under 35 e donne prende il via a partire dal 31 gennaio 2025 per le assunzioni nel Mezzogiorno.
Il comunicato: chi ha assunto nelle regioni del Sud non può avere l’agevolazione dal 1° settembre 2024
Si legge nel comunicato:
Entrambe le misure, finanziate dal Programma giovani, donne, lavoro 2021-2027 prevedono un doppio binario di attuazione poiché sottoposte in parte alla necessaria autorizzazione Ue. Grazie a un’intensa attività di confronto con la Commissione Europea infatti è stato possibile svincolare la richiesta di bonus valida per tutto il territorio nazionale da quella “speciale” per le aree ZES (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), dando ai datori di lavoro privati che abbiano assunto dal primo settembre 2024, la possibilità di accedere al beneficio per le assunzioni a tempo indeterminato di under 35 (massimo 500 euro al mese per 2 anni) o di donne disoccupate da oltre 24 mesi (massimo 650 euro per 2 anni), ovunque residenti.
Per i contratti nella Zona Economica Speciale, che si avvalgono di condizioni di favore, l’esonero maggiorato segue invece la disciplina europea che prevede la possibilità di effettuare domanda dopo l’Autorizzazione della Commissione (31 gennaio 2025) e ne definisce rigidamente l’iter.
Si evince dal comunicato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, firmato dalla Ministra Calderone, che quella che voleva essere un’ulteriore agevolazione per i datori di lavoro con imprese localizzate in zone svantaggiate economicamente, si traduce in una vera discriminazione per i datori di lavoro e per i lavoratori. Chi facendo affidamento sul decreto Coesione ( decreto legge 60 del 2024) aveva assunto nel periodo intercorrente dal 1° settembre 2024 al 30 gennaio 2025 perde l’agevolazione.
Colpa dell’Unione europea e delle sue rigide regole? Probabile, ma di fatto il legislatore sapeva ( o era tenuto a sapere) che per le maggiorazioni previste per la Zes Unica c’era necessità di autorizzazione Ue e, di conseguenza, doveva fin da subito essere previsto lo slittamento dell’entrata in vigore evitando danni a chi ha assunto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA