Bonus auto 2023, arriva la beffa per tutti i clienti che non hanno ricevuto l’auto prenotata: se la consegna è in ritardo, niente sconto. Si dovrà pagare un’integrazione.
Un’amara sorpresa per tutti coloro che hanno deciso di acquistare un’automobile approfittando del bonus auto 2023 e rischiano da oggi di perdere lo sconto promesso. In base alla regolamentazione dell’incentivo, infatti, non possono passare più di 180 giorni dalla prenotazione dell’auto e la sua consegna, altrimenti niente sconto.
Paradossalmente, sono i clienti a doverci rimettere, essendo chiamati a rispondere un aumento di prezzo di circa 2.000 euro per le auto a benzina e fino a 5.000 euro per i modelli elettrici, pur non avendo nessuna voce in capitolo sulle tempistiche di consegna.
Tempistiche che, peraltro, ancora risentono della situazione Covid19 e sono sensibilmente rallentate. Insorgono le associazioni di categoria dell’auto, chiedendo di rivedere le misure per tutelare “gli incolpevoli cittadini” dalla beffa del bonus auto 2023, e non causare un disastroso effetto sul volume d’acquisto.
Considerando che l’utilizzo bonus auto è stato attivato dal 10 gennaio, proprio a partire da questi giorni, precisamente dal 7 luglio, potrebbero decadere le prime prenotazioni e iniziare le spiecevoli telefonate da parte delle concessionarie, altrettanto impotenti al riguardo.
Come funziona il bonus auto 2023
Il bonus auto 2023 comprende una serie di incentivi statali volti principalmente alla conversione ecologica. In buona sostanza, tramite il bonus è possibile acquistare automobili elettriche, ibride plug-in, Ice, motocicli, ciclomotori e veicoli commerciali beneficiando di uno sconto, o perlomeno così dovrebbe essere.
Il contributo varia a seconda del veicolo e della categoria, ed è più alto in caso di rottamazione del mezzo precedente. Il bonus, peraltro, è compatibile con i finanziamenti e i pagamenti dilazionati, motivo per cui sono in parecchi ad averci provato.
La prenotazione del bonus, però, è sottoposta alla scadenza di 6 mesi; perciò, tutti coloro che non hanno ancora ricevuto l’automobile ordinata entro questo periodo sono chiamati al pagamento di un’integrazione, corrispondente all’importo teoricamente scalato dal bonus.
Consegna in ritardo uguale niente sconto, la beffa del bonus auto 2023
Le regole sull’utilizzo del bonus auto 2023 impongono l’utilizzo concreto, coincidente con la consegna dell’auto, entro 180 giorni dalla prenotazione. Di fatto sono moltissimi gli italiani che d’ora in poi saranno costretti a rinunciare all’agevolazione, dovendo così sborsare fino a 5.000 euro in più del previsto.
Nonostante qualche miglioramento, infatti, l’industria automobilistica non è ancora tornata ai livelli pre-pandemici, con notevoli ripercussioni sui tempi di trasporto e consegna. I chip sono ancora scarseggianti e la crisi delle forniture di certo non aiuta. Si somma, però, un ulteriore problema che incide direttamente sulla logistica.
Le bisarche, i carri merci necessari per il trasporto delle auto, sono insufficienti rispetto al bisogno. Non si tratta di un problema di mezzi o fondi, a mancare sono gli autisti. La situazione delle consegne risulta quindi particolarmente difficile, impedendo anche a chi avrebbe voluto usufruire dell’incentivo di farlo. Sono infatti in molti ad aver a priori rinunciato al bonus, in particolare per le elettriche, probabilmente a causa delle difficoltà di ricarica e dei relativi costi.
Che la traslazione ecologica richiedesse tempo, anche in merito alle abitudini dei cittadini, non è una novità. Il problema più attuale rimane quindi dar voce alla perdita economica subita dagli acquirenti, peraltro in modo del tutto incolpevole. Sono quindi intervenute le associazioni di categoria dell’auto, comprese Anfia, Federauto e l’Unrae.
Comprensibilmente, l’appello è rivolto all’introduzione di una proroga delle tempistiche per la consegna, passando dai 180 giorni previsti attualmente ad almeno 270 giorni, vale a dire 9 mesi anziché 6. Per essere davvero utile, però, si auspica in una sanatoria retroattiva, affinché i cittadini che hanno richiesto il bonus non debbano perderlo. Anche perché l’Italia è piuttosto indietro sul settore elettrico, come dimostrano le ingenti quantità di fondi ancora inutilizzate. Sono invece finiti gli incentivi stanziati per i veicoli a benzina, con lo scontento dei consumatori.
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