Bonus auto e colonnine, in arrivo gli incentivi del governo Meloni: “Novità dal 2023”

Giacomo Andreoli

05/12/2022

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, spiega che il governo Meloni sta pensando a nuovi incentivi per auto e moto elettriche nel 2023, ma prima ci sarà un bonus per installare le colonnine.

Bonus auto e colonnine, in arrivo gli incentivi del governo Meloni: “Novità dal 2023”

Il governo Meloni vuole proporre il prossimo anno nuovi incentivi per comprare auto e moto elettriche e da subito un bonus per le colonnine. A rivelarlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un’intervista a Repubblica.

Nella stessa intervista il rappresentante dell’esecutivo chiarisce che l’obiettivo della maggioranza è favorire la transizione ecologica. Tuttavia aggiunge che il governo è convinto che “non si realizzi solo con il passaggio all’elettrico, in un arco temporale così breve” come quello previsto dal pacchetto Fift for 55 della Commissione europea, già approvato una prima volta al Parlamento europeo, per lo stop alla vendita di auto a diesel e benzina nel 2035.

Nelle prossime ore sarà convocato un tavolo sull’automotive al ministero per discutere del futuro del settore. In ogni caso l’esecutivo vuole “supportare la riconversione e il consolidamento della filiera nazionale, per garantirne la sostenibilità ambientale, così come quella economico e sociale”.

Come rilanciare il settore dell’auto?

Per il settore il governo Draghi ha creato un fondo automotive da 8,7 miliardi di euro fino al 2030. Questi soldi, spiega Urso, si sommano ad altri fondi per 14 miliardi complessivi, tra risorse nazionali, Pnrr e Ipcei, sempre fino al 2030. Per il ministro “vanno spesi bene con un’adeguata visione industriale”.

Il primo intervento dell’esecutivo sarà rivolto all’offerta, finanziato con 750 milioni dal fondo automotive, per riaprire sportelli dei contratti di sviluppo e degli accordi di innovazione così da “favorire lo sviluppo della filiera, promuovendo l’insediamento, la riconversione e la riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili”.

L’obiettivo è aumentare la produzione nazionale, oggi ferma a 450mila autovetture, un terzo del mercato interno. Per farlo, secondo il ministro, si devono creare le condizioni affinché “cresca l’industria italiana anche attraverso l’insediamento di altre case automobilistiche internazionali, in grado di soddisfare la domanda e le esigenze di transizione”.

Stop ad auto e moto a benzina, lo scontro Meloni-Ue

Quanto allo stop previsto dall’Ue della vendita di auto a benzina e diesel nel 2035, secondo il ministro è necessaria una “clausola di revisione al 2026, momento in cui la Commissione valuterà i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti del 100%, nonché la necessità di rivedere tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici e dell’importanza di una transizione sostenibile e socialmente equa”. Della serie: vediamo come procede l’economia e il mercato da qui al 2026 senza “una visione ideologica”.

Auto e moto elettriche, i nuovi incentivi nel 2023

Lato domanda, poi, per rendere l’auto e la moto elettrica più accessibile, il governo pensa a rimodulare gli incentivi sull’acquisto. Ad oggi più di 250 milioni stanziati per il 2022, infatti, non sono stati ancora utilizzati. Al momento è previsto un contributo aggiuntivo per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi plug-in per le persone con Isee al di sotto dei 30mila euro e un contributo per le attività di autonoleggio. Secondo Urso, però, prima di ripensare questi incentivi devono aumentare le colonnine di ricarica.

Bonus colonnine 2023, come funziona

Per farlo il governo ha a disposizione un fondo di 40 milioni che “assicurerà un’accelerazione alle infrastrutture”. Ad oggi i fondi sono a valere sul 2022, ma presto, secondo il ministro, la misura verrà prorogata fino al 31 dicembre 2023.

Ci sarà quindi nel 2023 un bonus per coprire l’80% delle spese per l’acquisto e la posa delle colonnine, con un tetto massimo di 1.500 euro per richiedente, alzato a 8mila euro in caso di parti comuni degli edifici condominiali.

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