Bonus baby sitter, cos’è e chi può beneficiarne

Patrizia Del Pidio

22 Settembre 2023 - 16:49

Anche se il bonus baby sitter non è stato prolungato nel 2023, le famiglie possono contare su una importante agevolazione. Vediamo di cosa si tratta e quanto fa risparmiare.

Bonus baby sitter, cos’è e chi può beneficiarne

Quando di parla di bonus baby sitter si pensa subito al contributo erogato fino al 2022 per pagare il servizio di baby sitting. Nel 2023 questo beneficio non è stato replicato e attualmente l’unico aiuto su cui possono contare le famiglie per l’assistenza e la cura dei figli da parte di una baby sitter è legato alle deduzioni fiscali.

Vediamo in cosa consiste, attualmente, l’aiuto stata per chi deve affidarsi ai servizi di cura di una baby sitter per accudire i figli. Iniziamo con il dire che si tratta di un beneficio cui è possibile fruire solo nel caso che la collaboratrice sia in regola, perché si applica sui contributi previdenziali che si versano in qualità di datore di lavoro.

Deduzioni contributi baby sitter

Con l’introduzione dell’Assegno unico universale per i figli a carico ha accorpato moltissime misure per il sostegno della genitorialità in una sola. Tra le misure accorpate troviamo anche il bonus baby sitter come lo conoscevamo fino allo scorso anno, ovvero il contributo per sostenere le spese di pagamento della collaboratrice familiare.

A oggi il datore di lavoro/genitore può contare soltanto sulla deduzione dei contributi versati. Si possono portare in deduzione dal reddito imponibile i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro fino a un limite massimo di 1.549,37 euro l’anno. La deduzione può essere fruita sia con il modello 730 che con il modello Redditi Pf per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Quanto costano i contributi previdenziali

L’importo dei contributi che si versano per la baby sitter varia in base al profilo orario settimanale e alla retribuzione pattuita con la collaboratrice che lavora fino a 24 ore settimanali. Dalle 25 ore, invece, il calcolo diventa forfettario e non cambia più in base alla retribuzione ma solo in base alle ore contrattualizzate e lavorate.

Per la deduzione dei contributi, è da ricordare, vale ilprincipio di cassa e, quindi, nel 2023 è stato possibile portare in deduzione quanto versato effettivamente nel 2022, ovvero:

  • l’ultimo trimestre del 2021 versato a gennaio 2022;
  • i contributi dei primi tre trimestri del 2022 versati ad aprile, luglio e ottobre 2022.

Perché conviene mettere in regola la baby sitter?

Anche se le alte spese che si devono versare, molto spesso scoraggiano le famiglie dal mettere in regola la baby sitter preferendo il lavoro nero, è bene dire che anche se quest’ultimo fa risparmiare nell’immediato, espone a grossi rischi.

Una collaboratrice in regola è tutelata e coperta assicurativamente in caso di infortunio sul lavoro. Inoltre se si versano i regolari contributi alla tata e si instaura un rapporto di lavoro regolare, non si rischia, in futuro, di vedersi chiamare a rispondere a una denuncia della lavoratrice all’ispettorato del lavoro al fine di ottenere quanto non pagato fino a quel momento. A questo punto il datore di lavoro si vedrà costretto a pagare contributi, ferie, tredicesima, permessi e trattamento di fine rapporto oltre a dover saldare una duplice sanzione che potrebbe essere anche molto salata ( arriva fino a 12.000 euro per ogni lavoratore in nero).

Come si può assumere una baby sitter?

Non c’è solo il contratto di assunzione per regolarizzare il lavoro della baby sitter di famiglia. Infatti esistono diverse opzioni per assumere regolarmente la tata dei bambini e nello specifico:

  • l’assunzione a tempo determinato o indeterminato, part time o full time, con il Contratto Collettivo Nazionale del lavoro domestico;
  • se la tata non serve regolarmente ma viene chiamata solo alcune volte, all’occorrenza, il lavoro costante e non continuativo può essere regolarizzato con il libretto famiglia dell’Inps che è previsto, appositamente, per rapporti di lavoro occasionali e può essere utilizzato solo da datori di lavoro che sono persone fisiche;
  • ci si può rivolgere, infine, alle agenzie specializzate in questa tipologia di servizi che penseranno ad assumere la tata al posto della famiglia. Il servizio di baby sitting viene, in questo caso, pagato all’agenzia e non alla lavoratrice, che percepirà un stipendio direttamente dall’agenzia.

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