Bonus benzina introdotto dal governo Meloni, ma in alcuni casi andrà anche a chi non ha esigenza di fare carburante (e per questo potrà spendere i soldi per fare la spesa).
Con il via libera del Consiglio dei ministri al nuovo Decreto energia, viene introdotto quello che noi stessi abbiamo descritto come un bonus benzina, un contributo economico (dal valore di circa 80 euro, ma la cifra esatta verrà definita nelle prossime settimane) da utilizzare per fare carburante.
Tuttavia, leggendo quanto scritto nel provvedimento e analizzando quelli che di fatto saranno i beneficiari della misura, ci rendiamo conto che non si tratta di un vero e proprio bonus benzina in quanto il contributo può essere utilizzato anche per altre necessità.
E paradossalmente, potrebbe succedere che a godere del bonus benzina siano anche quelle famiglie che non fanno carburante in quanto non dispongono di autoveicoli o motocicli.
Come funziona il bonus benzina
Con il Decreto energia che ha ottenuto il via libera del governo Meloni nel pomeriggio di lunedì 25 settembre, il governo ha aumentato di 100 milioni di euro il tesoretto di 500 milioni stanziato per riconoscere a 1 milione e 300 mila famiglie la carta acquisti Dedicata a te, utilizzata per l’acquisto di beni di genere alimentare di prima necessità (qui l’elenco completo).
Di conseguenza, per queste famiglie arriverà presto una nuova ricarica che si aggiunge ai 382,50 euro già accreditati sulla carta al momento della consegna: considerando che si tratta di 100 milioni per 1 milione e 300 mila famiglie, dovrebbe trattarsi di un importo vicino agli 80 euro (76 euro all’incirca).
L’altra novità è che la carta acquisti Dedicata a te potrà essere utilizzata anche per fare carburante (non solo benzina quindi, ma anche gasolio, metano, gpl); e ciò vale non solo per l’importo che arriverà con la nuova ricarica, ma anche per le somme ancora residue sulla carta.
Per il momento, però, bisognerà attendere poiché sarà un decreto del ministro delle Imprese e del made in Italy, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze e del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, a stabilire l’ammontare del beneficio nonché gli altri dettagli sul funzionamento della misura.
Perché non si può parlare di bonus benzina
Come anticipato, non è detto che tutti i nuclei familiari che hanno beneficiato della carta Dedicata a te abbiano effettivamente esigenza di fare benzina. Potrebbero non disporre di un auto, utilizzando perlopiù i mezzi pubblici per spostarsi, anche perché bisogna considerare che stiamo parlando di famiglie meno abbienti che potrebbero non avere la disponibilità economica per acquistarla.
E non a caso il governo ha stabilito che il nuovo contributo potrà essere utilizzato anche per fare carburante, lasciando aperta la possibilità di spendere i soldi accreditati per fare la spesa al supermercato come successo nella prima tranche di pagamento.
Quindi, se con il bonus benzina si voleva riconoscere un contributo a coloro che fanno più uso di carburante perché, ad esempio, si spostano in auto per andare al lavoro, non era questo il modo poiché c’è il rischio di aver lasciato fuori persone comunque con un reddito basso ma che per una serie di circostanze non sono riuscite ad avere accesso alla carta acquisti (per la quale si è data la precedenza alle famiglie numerose e con figli più piccoli, escludendo poi chi già percepisce altri sostegni economici), includendo invece chi è vero che si trova in uno stato di bisogno economico ma che non avendo necessità di fare benzina non sta pagando le conseguenze del caro prezzi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA