Bonus caregiver, tutte le agevolazioni per chi assiste disabili

Patrizia Del Pidio

4 Dicembre 2024 - 08:04

Cosa spetta a chi assiste un familiare disabile? Oltre a permessi retribuiti, congedo straordinario e misure di pensionamento anticipato, le tutele per i caregivers sono delegate alle Regioni.

Bonus caregiver, tutte le agevolazioni per chi assiste disabili

Quali sono le agevolazioni e i bonus caregiversprevisti per chi assiste disabili o anziani non autosufficienti? Qualche anno fa l’Inail pubblicò al riguardo una guida abbastanza dettagliata, ma la normativa da allora è mutata e la guida non rispecchia più quelle che sono le misure attualmente in vigore per i caregivers.

I lavoratori che, oltre a svolgere la propria professione, prestano assistenza continua ai familiari disabili, si fanno carico anche di un compito che spetterebbe allo Stato e proprio per questo per la loro tutela sono state istituite determinate agevolazioni anche se sui bonus previsti si è creata notevole confusione negli ultimi anni.

La Legge di Bilancio 2018 (L. n. 205/2017) all’art. 1, co. 254 ha istituito un Fondo statale per il “caregiver familiare”. A tal fine, infatti, sono stati dedicati 20 milioni di euro, per un totale di 60 milioni di euro per tre anni fino al 2020.

Ma quali sono le agevolazioni per chi assiste disabili? Ecco una panoramica generale su misure per agevolazioni sul lavoro e sul pensionamento, con un approfondimento anche per quel che riguarda l’assegno di cura.

L’assegno di cura per chi assiste disabili

La misura forse più importante per le famiglie che si prendono cura di un anziano invalido o disabile è l’assegno di cura, un sostegno economico dedicato a chi si prende cura di un disabile o di un anziano non autosufficiente assistendolo in casa propria.

Anche se è regolato da una normativa nazionale, la determinazione dei criteri generali per l’utilizzo delle risorse stanziate spetta alla Regione. Sono gli enti locali, infatti, che erogano l’assegno sulla base di valutazioni svolte dai servizi territoriali.
L’assegno, a scelta, può essere erogato o alla persona che ha bisogno di elevato sostegno e che decide di rimanere nel proprio domicilio finanziandosi cure e assistenza, o alla famiglia che se ne prende cura.

I requisiti per poter richiedere il beneficio variano da Regione a Regione. È l’ente locale che stabilisce i limiti reddituali e sanitari per poterne beneficiare. Va sottolineato che non tutti le realtà locali prevedono questo beneficio che, deve attivo, è riservato alle famiglie con disabili o anziani non autosufficienti che rispettino requisiti:

  • reddituali basati sull’Isee (importo massimo stabilito dalla Regione);
  • attestazione della non autosufficienza tramite certificato medico.

Il dettaglio dei requisiti necessari, in ogni caso, si possono conoscere chiedendo informazioni a un Caf o un Patronato territoriale.

L’importo dell’assegno di cura varia in base al luogo di residenza anche se esiste un importo minimo (50 euro) e uno massimo deciso singolarmente dalla Regione. In ogni caso a determinare l’importo spettante sono l’Isee, la presenza o meno di un collaboratore domestico, la patologia del soggetto da assistere, i patrimoni mobiliari e immobiliari.

Bonus caregiver: quando spettano i permessi mensili

All’art. 33 della Legge 104/1992 sono previsti tre giorni di permesso mensile retribuito, anche continuativi e coperti da contribuzione figurativa, in favore del familiare che assiste il disabile.

Per avere diritto ai tre giorni di permesso è necessario soddisfare delle pre-condizioni, che possono essere sintetizzati nella seguente maniera:

  • la persona disabile deve essere stata riconosciuta portatrice di handicap in situazione di gravità, ai sensi dell’art. 3, co .3 della L. n. 104/1992;
  • la persona disabile non deve essere ricoverata a tempo pieno;
  • il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che l’assiste deve essere coniuge, parente o affine entro il secondo grado. Il caregiver può anche essere un parente entro il terzo grado, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Si specifica, al riguardo, che se la persona disabile lavora può fruire per se stessa dei permessi e, oltre la propria persona, può scegliere ai fini dell’assistenza solo un lavoratore.

Al lavoratore dipendente, invece, è consentito:

  • assistere più persone disabili in situazione di gravità e di usufruire di tre giorni (anche continuativi) di permesso mensile per ciascuna di esse;
  • non svolgere lavoro notturno;
  • scegliere eventualmente la sede di lavoro se disponibile e/o non essere trasferito senza il suo consenso.

Bonus caregiver, quanto spetta di congedo straordinario

Altra importante agevolazione per i caregivers è contenuta nell’art. 42, co. 5 del D.Lgs. n. 151/2001, denominata “congedo straordinario”. Si tratta di un periodo di congedo della durata massima di 2 due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa, anche in modo frazionato nel tempo, indipendentemente dal numero di persone disabili che assiste.

L’indennità corrisponde alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo e il tetto massimo complessivo dell’indennità per congedo straordinario e del relativo accredito figurativo è rivalutato annualmente secondo gli indici Istat.

I periodi di congedo non sono computati ai fini della maturazione di ferie, tredicesima e TFR ma, essendo coperti da contribuzione figurativa, sono validi ai fini del calcolo dell’anzianità assicurativa.

Bonus caregiver, accesso all’Ape sociale

Secondo la vigente normativa, il caregivers possono accedere anche all’Ape sociale, cioè l’anticipo pensionistico riconosciuto a chi versa in condizioni particolari. Tale strumento permette di anticipare la pensione di 3 anni e 7 mesi rispetto alla pensione di vecchiaia, in quanto bisogna avere almeno 63 anni e 5 mesi per accedere. Inoltre è necessario aver maturato un’anzianità contributiva versata o accreditata di almeno 30 anni.

Quindi, l’INPS si fa carico della retribuzione fino all’effettiva data di accesso alla pensione di vecchiaia. L’indennità è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, ma con un tetto massimo di 1.500 euro mensili.

L’Opzione donna per le caregivers

Un’altra misura destinata in particolare a chi assiste un familiare con handicap grave è l’Opzione donna (che possono richiedere anche invalide e disoccupate). La prestazione previdenziale è accessibile alla maturazione di 35 anni di contributi e al compimento di:

  • 59 anni se la caregiver ha almeno 2 figli;
  • 60 anni se la caregiver ha almeno 1 figlio;
  • 61 anni se la lavoratrice non ha figli.

Per accedere alla misura, che comporta un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno e che richiede una finestra di 12 mesi per la decorrenza, nel 2024 è necessario aver raggiunto tutti i requisiti entro il 31 dicembre 2023, per chi accede nel 2025, invece, è necessario averli soddisfatti entro la fine del 2024.

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