Colf e badanti, arriva il bonus contributi per chi ha fatto rientro dalla maternità entro il 31 dicembre 2023. Le istruzioni Inps per la richiesta.
Mentre nel Decreto lavoro è saltata la misura che elevava da 1.500 a 3.000 euro il limite di deducibilità per i contributi di colf e badanti, l’Inps ufficializza il nuovo bonus di cui potranno godere direttamente le lavoratrici.
Lo fa con il messaggio 1552/2023 con il quale viene esteso anche alle colf e alle badanti il diritto all’esonero contributivo del 50% introdotto dall’articolo 1, comma 137, della legge n. 234 del 2021 in favore di quelle lavoratrici che fanno rientro dalla maternità.
Di fatto, l’Inps fornisce le istruzioni per far sì che anche le lavoratrici domestiche possano avere diritto a tale sgravio, meritando così la restituzione di una parte dei contributi versati negli ultimi mesi. A doverne fare richiesta sarà però il datore di lavoro, il quale avrà l’obbligo di restituire alla colf o alla badante il rimborso ricevuto.
Cos’è il bonus colf e badanti
Da non confondere con la possibilità di dedurre dai redditi i contributi versati per conto di colf e badante entro il limite di 1.500 euro annui, il bonus in oggetto interessa direttamente le lavoratrici che hanno fatto rientro dalla maternità.
Nel dettaglio, la legge n. 234 del 2021 ha introdotto uno sgravio contributivo del 50% per le lavoratrici dipendenti che tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 hanno fatto rientro al lavoro al termine del congedo obbligatorio di maternità. Ciò permette di tagliare della metà i contributi a carico della lavoratrice, senza impatti sulla pensione visto che è l’Inps a farsi carico dell’altro 50%, per un periodo di 1 anno.
Ebbene, tale sgravio spetta anche alle lavoratrici domestiche per le quali però fino a oggi non erano note le modalità per farne richiesta. Ciò significa che si potrà chiedere all’Inps il rimborso del 50% dei contributi versati nei 12 mesi successivi al rientro dalla maternità, i quali spettano direttamente alla lavoratrice.
A quanto ammonta il bonus colf e badanti
Di fatto le lavoratrici andranno a recuperare il 50% dei contributi versati: l’importo sarà quindi variabile in base alla retribuzione percepita. A tal proposito, ricordiamo che solitamente la quota di contributi a carico di colf e badanti va da 0,13 a 0,25 euro l’ora.
Dell’importo versato, quindi, se ne recupererà la metà (tra i 0,07 e i 0,12 euro quindi). Su un totale di 40 ore settimanali spetterà un rimborso che va dai 2,8 ai 4,8 euro, a fronte di un importo mensile compreso tra i 12 e i 20 euro circa.
Per dettagli sugli importi potete scaricare il messaggio Inps in oggetto, nel quale trovate le tabelle con gli importi dei contributi a carico della lavoratrice.
Come viene erogato
Come anticipato, lo sgravio dura per i 12 mesi successivi al rientro al lavoro, il quale deve essere avvenuto entro il 31 dicembre 2022. Per la maggior parte di colf e badanti interessate dal bonus, quindi, il periodo non si è ancora concluso: a tal proposito, dopo la richiesta dei datori di lavoro, per gli stipendi compresi nelle 12 mensilità scatterà il taglio della quota contributiva mentre per i trimestri per i quali è già stata versata la contribuzione piena verrà effettuato un rimborso del 50% in favore del datore di lavoro (soldi che dovranno obbligatoriamente essere restituiti alla lavoratrice).
D’altronde, dal momento che a oggi sono scaduti i termini di versamento per tutti i trimestri 2022, nonché anche per il primo trimestre 2023, chiedere il rimborso dei contributi è l’unica soluzione per avere diritto al rimborso dello sgravio.
Come richiedere il bonus
Sarà quindi compito dei datori di lavoro presentare la richiesta del bonus per conto della lavoratrice interessata. La procedura è disponibile nel portale MyInps seguendo il percorso:
“Imprese e Liberi Professionisti” > “Esplora Imprese e liberi professionisti” > “Strumenti” > “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)“ > “Utilizza lo strumento”
Qui, una volta autenticatosi, il datore di lavoro dovrà selezionare la voce “LD –Richiesta Esonero Contributivo per Madri Lavoratrici” e potrà procedere all’inserimento della domanda. In alternativa ci si potrà rivolgere anche ai patronati.
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