Bonus per chi diventa genitore nel 2025, ecco quanti soldi spettano in busta paga e non solo

Simone Micocci

21 Ottobre 2024 - 13:37

Con la legge di Bilancio 2025 aumentano i bonus destinati a chi diventa genitore. Ma solo a decorrere dal prossimo anno.

Bonus per chi diventa genitore nel 2025, ecco quanti soldi spettano in busta paga e non solo

C’è molta differenza tra chi diventa genitore nel 2024 rispetto a chi invece nasce un figlio o una figlia nel 2025, complici le ultime novità introdotte in legge di Bilancio in materia di bonus famiglia che per il prossimo anno prevedono una serie di incentivi per le nascite.

Basti pensare che dopo poco più di 3 anni ritorna una sorta di bonus bebè utile a far fronte alle spese necessarie nei primi mesi di vita del figlio o della figlia. Come pure aumenta il numero di mesi indennizzati all’80% con il congedo parentale, mentre nel caso di terzo figlio scatta uno sgravio in busta paga per effetto del bonus mamma (che invece non sembra sia stato confermato per chi ha solo due figli).

Tutte queste misure ci consentono di elaborare una guida completa con tutti i bonus per chi diventa genitore in vigore nel 2025.

Assegno unico 2025

Una delle misure più importanti tra quelle rivolte ai genitori è l’Assegno unico universale che prevede un pagamento mensile il cui importo dipende da una serie di fattori, come ad esempio dalla condizione economica e da quella familiare.

L’importo base dell’Assegno unico infatti dipende dall’Isee: nel 2024 ad esempio spettano fino a 199,40 euro al mese con un Isee che non supera i 17.090 euro. Dopodiché si applicano delle maggiorazioni: ad esempio per i figli di età fino a 1 anno la quota base viene maggiorata del 50%, arrivando così a un massimo di 299,10 euro al mese. Per i figli successivi al terzo, inoltre, si aggiunge un’ulteriore maggiorazione di massimo 96,90 euro al mese.

Nel 2025 gli importi dovrebbero subire un leggero aumento per effetto della rivalutazione, con la quota base che quindi dovrebbe salire sopra i 200 euro.

La buona notizia è che alla nascita del figlio, e una volta presentata domanda di Assegno unico all’Inps, il pagamento comprende anche le mensilità successive al raggiungimento del 7° mese di gravidanza. Una sorta di premio nascita quindi.

Bonus bebè 1.000 euro

Un’altra misura importante per chi diventa genitore nel 2025 è quella introdotta dall’ultima legge di Bilancio con cui il governo Meloni ha previsto una sorta di bonus bebè del valore di 1.000 euro riservato però alle famiglie il cui Isee non supera i 40.000 euro.

Dovrebbe tuttavia essere molto diverso dai “bonus bebé” del passato: secondo indiscrezioni, infatti, dovrebbe trattarsi di una carta prepagata, con 1.000 euro quindi, da utilizzare esclusivamente per quelle spese di beni e servizi utili al bambino o alla bambina.

Carta acquisti da 480 euro

Il bonus bebè di 1.000 euro ci ricollega a una misura simile ma riconosciuta fino al compimento dei 3 anni di vita del figlio o della figlia. Si tratta della Carta acquisti, un bonus di 40 euro mensili (ma accreditato ogni due mesi), utile per fare la spesa, pagare le bollette o fare acquisti in farmacia.

Oggi la Carta acquisti spetta esclusivamente a chi ha un Isee inferiore a 8.052,75 euro, limite che nel 2025 dovrebbe essere aumentato leggermente per effetto dell’adeguamento con il costo della vita. La Carta acquisti - che in alternativa spetta anche a chi ha compiuto 75 anni - prevede quindi dei requisiti molto più restrittivi, essendo così limitata a un numero ridotto di persone.

Carta dedicata a te

In alternativa alla Carta acquisti, ma solo per chi ha almeno 3 componenti nel nucleo familiare (preferibilmente almeno un minore di 10 anni), spetta la Carta Dedicata a te per la quale il limite Isee da non superare è più alto in quanto pari a 15.000 euro.

Il funzionamento è simile a quello della Carta acquisti, con la differenza che può essere speso oltre che per acquistare solo beni di tipo alimentare anche per fare carburante o sottoscrivere abbonamenti ai mezzi pubblici di trasporto.

La misura è stata confermata anche nel 2025, ma stando alle prime indiscrezioni l’importo - oggi pari a 500 euro una tantum - e la platea dei beneficiari - 1.330.000 quest’anno - potrebbero subire una leggera riduzione.

Assegno comuni per le mamme disoccupate

È una misura strutturale invece il bonus per le mamme disoccupate, l’assegno di maternità che i Comuni riconoscono a coloro che nel periodo della gravidanza erano prive di copertura contributiva e assicurativa.

Nel 2024 questo assegno ha un valore una tantum pari a 2.020,85 euro, mentre il limite Isee per beneficiarne non può superare i 20.221,13 euro. Anche questi valori nel 2025 dovrebbero subire un leggero rialzo per effetto della rivalutazione.

Lo sgravio in busta paga

Per le mamme che nel 2025 mettono al mondo il terzo figlio, spetta sicuramente in busta paga uno sgravio contributivo del 100%, fino a un massimo di 3.000 euro l’anno. Questa agevolazione verrà riconosciuta fino al 2026, dopodiché dipenderà da eventuali decisioni del governo che potrebbe anche non confermarlo per gli anni futuri.

A tal proposito, non è ancora chiaro se questo bonus spetterà anche in caso di nascita di secondo figlio, visto che l’esonero per le mamme di due figli (di cui almeno uno minore di 10 anni) è in scadenza nel 2024 e non abbiamo notizie in merito a una conferma in legge di Bilancio 2025.

I congedi

Per i genitori lavoratori spettano invece una serie di tutele: per le mamme è obbligatorio fermarsi nel periodo coperto dal congedo di maternità, della durata di 5 mesi, mentre per i papà il relativo congedo è di soli 10 giorni.

Entrambi possono poi ricorrere al congedo parentale, 9 mesi (massimo 6 per il singolo genitore) indennizzati al 30%. La legge di Bilancio tuttavia prevede una maggiorazione nel caso di eventi di maternità terminati nel 2025: in tal caso 3 dei suddetti 9 mesi di congedo parentale vengono retribuiti all’80% (a patto che siano fruiti entro i 6 anni di vita del figlio).

Bonus nido

Concludiamo con il bonus per asilo nido, con cui l’Inps sostiene le famiglie che per necessità, o comunque anche solo perché lo desiderano, mandano i figli al nido.

Con il bonus Nido spetta infatti un rimborso mensile, per un massimo di:

  • Isee fino a 25 mila euro, spettano fino a 3 mila euro l’anno (272,73 euro mensili per 11 mesi);
  • Isee compreso tra 25.001 e 40.000 euro, spettano fino a 2.500 euro l’anno (227,27 euro mensili per 11 mesi)
  • Isee superiore a 40.001 euro, spettano fino a 1.500 euro l’anno (136,37 euro mensili per 11 mesi).

Nel caso di figli nati a decorrere dal 2024, quindi sono compresi i nati nel 2025, è prevista una maggiorazione dell’importo, ma solo laddove nel nucleo sia presente almeno un altro minore di 10 anni e l’Isee non superi i 40.000 euro. In tal caso il rimborso sarà pari a 3.600 euro l’anno, quindi 327,27 euro per 11 mensilità.

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