Nessun bonus in manovra, assicura Giorgia Meloni. Eppure tra le misure della legge di Bilancio ci sono bonus nuovi, conferme di alcuni vecchi e anche il ritorno dei voucher.
“Non ci sono bonus e micro-questioni”, diceva in conferenza stampa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rivendicando la coerenza del centrodestra con l’approvazione della legge di Bilancio e la sua crociata contro i bonus. Eppure nella manovra del nuovo esecutivo - di cui si attende ancora la prima bozza - i bonus ci sono eccome.
Non solo la conferma di alcuni già esistenti (peraltro con qualche rafforzamento di alcune misure), ma anche dei nuovi bonus. È vero, non vengono chiamati quasi mai bonus, fatta eccezione per il bonus sociale per le bollette. Ma di fatto ci sono eccome. Magari non sotto la classica forma a cui eravamo abituati e con nomi diversi, ma ci sono.
Non c’è solo l’estensione del bonus bollette, perché arriva anche il bonus Maroni per incentivare i lavoratori a non anticipare la pensione. C’è la nuova Carta risparmio spesa, che di fatto è un bonus sugli acquisti. C’è anche il nuovissimo bonus gemelli. E ritornano, infine, i voucher, anche se in questo caso parliamo di una misura un po’ diversa. Ecco tutti i bonus della manovra targata Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti.
Il bonus sociale per le bollette
Una delle misure più dispendiose della legge di Bilancio è il bonus sociale per le bollette, che non viene soltanto prorogato, ma anche esteso: lo sconto sulle tariffe di luce e gas per le famiglie in condizioni di disagio economico aumenta, con la nuova soglia Isee per accedere portata da 12mila a 15mila euro. Resta a 20mila, invece, per le famiglie con almeno quattro figli.
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Il bonus Maroni per le pensioni
La manovra punta anche sul bonus Maroni, così chiamato perché ideato - anni fa - dall’ex ministro, scomparso proprio nelle scorse ore, Roberto Maroni. Si tratta di una decontribuzione del 10% sullo stipendio per chi, pur avendo maturato i 41 anni di contributi, decide di non andare in pensione e continua a lavorare.
Di fatto è un premio per chi rimanda l’uscita dal lavoro pur avendo i requisiti per il pensionamento. Per i lavoratori dipendenti dovrebbe consistere nello stop al pagamento dei contributi del 9,19% in busta paga. L’assegno previdenziale non dovrebbe poi cambiare, al momento del pensionamento. Un altro semi-bonus è quello sugli assegni minimi: la rivalutazione nel 2023 non sarà del 100% ma addirittura del 120%.
La Carta risparmio spesa
Non si chiama bonus, ma di fatto la Carta risparmio spesa lo è ed è rivolta ai redditi inferiori a 15mila euro. Verrà gestita dai comuni e sarà una sorta di estensione della social card, destinata all’acquisto dei beni di prima necessità. Verrà finanziata con 500 milioni di euro e permetterà di andare nei punti vendita aderenti e acquistare alcuni prodotti con uno sconto. La misura è stata introdotta al posto dell’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità come latte e pane.
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Arriva il bonus gemelli
Per quanto riguarda le famiglie, il governo Meloni punta molto sull’assegno unico, che raddoppia per i nuclei con almeno tre figli. Ma c’è anche un nuovo bonus, quello da 100 euro per i gemelli. In caso di nascita di gemelli, quindi, si ha un bonus che va fino al terzo anno di vita.
Manovra, ritornano i voucher
I voucher, aboliti nel 2017, torneranno con la legge di Bilancio. Si tratterà di buoni lavoro da utilizzare per l’agricoltura, per la cura della persona e per i lavori domestici, con un tetto massimo a 10mila euro. L’obiettivo è “regolarizzare il lavoro stagionale e occasionale”, ha spiegato la presidente del Consiglio. La soglia sembra però molto alta: basti pensare che quando il governo Renzi alzò i voucher a 7mila euro ci fu un’impennata del loro utilizzo. Con conseguenti polemiche, denunce di lavoro irregolare e alla fine l’abolizione di questo strumento dopo le proteste dei sindacati.
I bonus da rinnovare
Considerando che ancora non c’è un testo della legge di Bilancio, molti dubbi restano su diverse misure. Nei giorni precedenti al varo della manovra si ipotizzava un rifinanziamento dei bonus tv e decoder, ovvero gli incentivi per agevolare il passaggio al nuovo digitale terrestre.
Non è chiaro se questa proroga sia già entrata in manovra, se ci entrerà durante l’esame parlamentare o se semplicemente non ci sarà. Nel caso di un rinnovo si tratterebbe dello stanziamento di nuovi fondi sia per il bonus rottamazione tv che per il bonus con cui acquistare tv o decoder senza rottamazione di un vecchio apparecchio.
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