C’è un bonus per chi vuole figli con la procreazione medicalmente assistita? Quanto si può ottenere e qual è la prassi corretta nel caso in cui il trattamento sia eseguito all’estero?
C’è un bonus per chi vuole figli con la procreazione medicalmente assistita? Si può ottenere anche nel caso in cui la procedura sia eseguita all’estero? Come ottenere le agevolazioni previste?
Non tutti lo sanno, ma anche per la procreazione medicalmente assistita è possibile ottenere le detrazioni fiscali previste per i trattamenti sanitari. Si tratta di un vero e proprio bonus per chi vuole figli.
L’Agenzia delle entrate precisa che è possibile ottenere l’agevolazione anche per chi va all’estero, ma in questo caso è necessario avere un certificato che attesti la regolarità della procedura eseguita.
Ecco perché chi vuole dei figli e va all’estero deve avere un certificato medico.
Detrazioni fiscali per la procreazione medicalmente assistita eseguita al’estero
La fecondazione assistita, o meglio procreazione medicalmente assistita, in Italia ha precisi limiti dettati dalla legge 40 del 2004, sebbene gli effetti di questa siano stato mitigati dal referendum, comunque resta una normativa abbastanza stringente rispetto alle legislazioni di altri Paesi.
Di conseguenza, per avere le detrazioni fiscali non basta la ricevuta/fattura che attesti le spese effettuate, ma occorre anche un ulteriore certificato. Ecco di cosa si tratta.
A dirimere la questione è stata l’Agenzia delle entrate che ha risposto al quesito di un contribuente il quale chiede
Per un trattamento di procreazione assistita effettuato all’estero ho fatture e certificazioni delle cliniche. Il Caf mi chiede anche una dichiarazione di un medico specializzato italiano che dica che il trattamento è stato effettuato con le finalità consentite in Italia. È corretto?
L’Agenzia ha precisato che effettivamente per poter ottenere il bonus riservato a chi vuole avere figli è necessario avere un certificato medico rilasciato da un “medico specializzato italiano” in cui si attesti che le procedure di procreazione medicalmente assistita sono state eseguite per le finalità consentite in Italia e attestate da una struttura estera specificamente autorizzata dall’Autorità competente del Paese estero.
L’Agenzia delle entrate precisa, inoltre, che deve risultare che la prestazione è conforme ai trattamenti consentiti dalla normativa italiana.
Infine, sottolinea che nel caso in cui la documentazione sanitaria sia redatta in lingua estera occorre produrre una traduzione in italiano sulla base delle regole generali. In particolare, se la documentazione è redatta in inglese, francese, tedesco o spagnolo, la traduzione può essere eseguita a cura del contribuente e da lui sottoscritta.
Bonus per chi vuole figli, ecco per quali spese si può ottenere
Possono essere portate in detrazione le seguenti spese:
- prestazioni di crioconservazione di ovociti e degli embrioni effettuate nell’ambito di un percorso di procreazione medicalmente assistita;
- le spese sostenute per il trattamento di iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI).
Deve essere precisato che non possono essere portate in detrazione le spese relative alla conservazione del cordone ombelicale.
Come ottenere il bonus per chi vuole figli
Ricordiamo che la detrazione per le spese sanitarie può essere fatta valere all’interno del modello 730/2024 o nel modello Redditi Persone fisiche.
Il beneficio fiscale ammonta al 19% delle spese sostenute con franchigia di 129,11 euro.
Naturalmente sottoporsi a procedure di procreazione medicalmente assistita ha un costo non irrisorio e di conseguenza gli importi che si possono ottenere sono importanti.
La spesa per gli interventi di procreazione medicalmente assistita (PMA) può essere portata in detrazione da entrambi i componenti della coppia e, in particolare, dalla persona intestataria della fattura. Se la fattura è cointestata la spesa è detraibile nella misura del 50% da ciascuno.
Nel caso in oggetto, trattandosi di una procedura eseguita all’estero, è essenziale sostenere le spese con strumenti di pagamento tracciabili. Si ricorda, infatti, che per le spese sanitarie è ammessa la detrazione con pagamenti in contanti nel caso in cui le spese siano sostenute presso una struttura del Sistema Sanitario Nazionale oppure strutture convenzionate.
Nel caso in cui la procedura sia eseguita presso strutture private non accreditate, il pagamento deve avvenire con strumenti tracciabili, in caso contrario non si può ottenere la detrazione fiscale.
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